Mentre Neri Parenti e Massimo Boldi hanno unito di nuovo le forze per realizzare un cinepanettone doc, Natale da chef, Filmauro, durante il periodo festivo, proporrà Super Vacanze di Natale, un cinepanettone insolito, formato dai momenti più divertenti di trentacinque anni di risate. A selezionare le gag migliori è Paolo Ruffini, che ha recitato in diversi film della saga comica, che, come ci ha detto a Riccione, durante Ciné giornate di cinema, si autodefinisce un "nerd, un ultra fan dei cinepanettoni".
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Che differenza c'è quindi tra questa pellicola e una qualsiasi raccolta di scene fatta da un fan che si può trovare su YouTube? "Prima di tutto in questo caso il fan ha un nome, un cognome e una faccia" ci ha detto Ruffini, proseguendo: "Poi differisce perché siamo nelle condizioni di creare una narrativa più espansa. Inoltre guardare i film sullo schermino del telefono è una cosa che mi deprime: questo invece si può vedere al cinema. Non voglio auto definirmi un sigillo di garanzia, però sono un nerd, mi hanno chiamato apposta, sono un ultra fan dei cinepanettoni e me ne vanto tantissimo. Credo che questo sia un film con una sua drammaturgia e una narrativa forte. È inutile dire che fa molto ridere: abbiamo cercato di legare le diverse storie l'una con l'altra per avere un effetto comico e in più c'è anche l'effetto nostalgia. Quando vedi questi film ti viene in mente che, ogni volta, mentre li guardi, ti senti meglio, più leggero: Garrone che dice anche questo Natale ce lo siamo levato dalle palle, Jerry Calà col boscaiolo grosso, Nicheli che fa taaac, rivedendo queste cose ti senti una leggerezza addosso molto bella. Inoltre, grazie a Filmauro, stiamo facendo un grande lavoro di rimasterizzazione. Infine è un progetto particolare, crossmediale: ci sarà anche un progetto social e uno editoriale. Tanta roba".
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Da esperto e appassionato del genere, come si spiega quindi l'esaurirsi di questo filone? Negli ultimi anni il pubblico non premia più i cinepanettoni come un tempo. "Ora ha successo Checco Zalone, ma vediamo se tra trentacinque anni sarà ancora così. Io glielo auguro, perché per me è un genio, ma è plausibile che anche lui avrà un cambiamento. Ogni fenomeno ha la sua fisiologia: è inevitabile che ci siano dei cambiamenti nel senso del gusto delle persone. Ci sono delle cose che resistono e altre che mutano: è giusto cambiare e andare incontro alle esigenze della gente. La trasformazione che c'è stata col passaggio da Christian De Sica a Lillo e Greg è un passaggio anche autoriale, che riguarda il contenuto del film. Il fil rouge però è sempre quello: ridere con leggerezza. Ridere portando al cinema tutta la famiglia è una tradizione, come il presepe, diventa un evento collettivo e sociale. Questa è un'altra prerogativa del cinema, che il web non ha e non avrà mai: il cinema rimane un momento di condivisione, in cui puoi scambiarti i pop corn con la persona che hai accanto. Il cinema è davvero l'evento social. Non credo che morirà mai il cinepanettone: è dai tempi di Plauto che esiste. Marziale faceva cinepanettoni: l'essenza del cinepanettone ha le sue radici nel teatro romano".
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Visto che, durante l'intervista, Ruffini aveva addosso una t-shirt raffigurante Paolo Villaggio, gli abbiamo visto qual è l'eredità che lascia il celebre interprete di Fantozzi, scomparso in questi giorni: "Era un intellettuale, un genio, una persona stupenda. Ha creato un immaginario collettivo, un bagaglio culturale, cinematografico e sociale importante. Oltre a essere un grandissimo attore era un autore vero, che ha fatto emergere in modo palese tutta la nostra pochezza, la nostra miserabilità, la cattiveria e ci ha fatto ridere di questo, di quanto a volte siamo piccoli. Ce lo ha fatto vedere e contemporaneamente ci ha fatto sentire meglio: lui esagerava, così al cinema ridevamo di lui e di noi stessi, creando un effetto catartico. Ha creato un personaggio sul quale abbiamo potuto scatenare le nostre risate senza sentirci in colpa: qualcuno che oggi non ci fa sentire in colpa è un genio".