Ragazzaccio, Paolo Ruffini: “Mi piacerebbe che la gente vedesse il mio film al cinema”

La nostra intervista video a Paolo Ruffini, alle Giornate di Cinema di Riccione per presentare Ragazzaccio, il suo prossimo film che lo vedrà in qualità di regista per raccontare una storia estremamente contemporanea.

Paolo Ruffini Cine
Paolo Ruffini durante Ciné 2022

Alle Giornate di Cinema di Riccione Paolo Ruffini ha presentato il film che stavolta lo vede dietro la macchina da presa, Ragazzaccio, una pellicola che racconta molto del periodo in cui siamo vivendo. Distribuita da Medusa, porta sul grande schermo la storia di un ragazzino, un bulletto, che si ritrova chiuso in casa a causa della difficile situazione sanitaria che tutti abbiamo vissuto durante questi ultimi due anni. Spaesato e solo si dedica al cyberbullismo, finché non conosce online una ragazza e se ne innamora. Gestire il suo primo amore dietro lo schermo di un computer non sarà facile. Il cast è veramente importante e nutrito: Giuseppe Fiorello, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore sono solo i primi nomi resi noti durante queste giornate dedicate al cinema e alle nuove uscite in sala. Abbiamo potuto intervistare Ruffini che, non solo ci ha raccontato qualcosa in più sul suo film, ma ha anche parlato della sua esperienza come regista e dell'importanza di godere dei film in una sala pagando un prezzo equo per il biglietto.

La nostra videointervista a Paolo Ruffini

Grandi nomi sul set

Giuseppe Fiorello nella fiction Lo scandalo della Banca Romana
Giuseppe Fiorello nella fiction Lo scandalo della Banca Romana

Il primo elemento che immediatamente ci è saltato all'occhio alla presentazione di questo progetto è stato sicuramente il cast. Parliamo di grandi nomi del cinema italiano e Paolo Ruffini ce ne ha così parlato: "Sono stato lusingato dal fatto che attori così straordinari come Giuseppe Fiorello, Massimo Ghini, Sabrina Impacciatore abbiano deciso di aderire a questo progetto. Io ho scritto da solo la sceneggiatura, l'ho diretto, ma non recito nel film. Il fatto che l'abbiano fatto attori così bravi, anche più bravi di me, mi riempie il cuore di gioia. Sono bravissimi anche gli interpreti giovani, Alessandro Bisegna e Jenny De Nucci. Il clima sul set poi era magnifico, il film lo abbiamo girato velocissimo, con due unità, in una settimana e in un'unica location, una casa che quindi anche produttivamente è una bella anomalia. L'ho prodotto io e c'è tanto amore in questo film." Il regista ha tenuto poi a ribadire quest'ultimo concetto e tutta la passione infusa in questa produzione: "Abbiamo messo tanto amore in questo film, l'amore per il cinema e l'amore nel fare qualcosa che speriamo possa appassionare tutti. Non è solo una storia di amore tra giovani, è una storia d'amore, punto."

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L'importanza del cinema e l'equilibrio con le piattaforme

Una foto di Paolo Ruffini
Una foto di Paolo Ruffini

Abbiamo anche posto una domanda piuttosto spinosa sul rapporto tra cinema e piattaforme, ma soprattutto su cosa la sala possa conferire a un film: "L'equilibrio con le piattaforma deve essere trovato, le piattaforme sono fondamentali e anche la sala è fondamentale. Il cinema è fondamentale, è l'unica arte che ha anche un luogo. Il film non è un contenuto, non è come qualcosa che trovo sugli scaffali del supermercato, il cinema deve essere un posto accogliente dove il pubblico deve fare un po' fatica perché ne deve valere la pena: deve spendere del denaro, secondo me meno, un po' meno, forse sarebbe bello distinguere anche in base ai film. Ad esempio per film semplici come il mio mi accontenterei anche che il pubblico pagasse un biglietto più piccolo. Mi piacerebbe comunque che la gente lo vedesse al cinema perché io l'ho girato per farlo vedere in sala, per farlo vedere in orizzontale, non è una storia instagram che si vede in verticale."