Arriva un momento, nella carriera di un attore o di un'attrice, in cui sa che lì fuori c'è una parte scritta apposta per lui o per lei. Quel ruolo definirà la sua carriera: per Brandee Evans si chiama Mercedes, la protagonista di P-Valley, nuova serie Starz creata da Katori Hall, disponibile su StarzPlay dal 12 luglio.
Scritta da Hall a partire dal suo spettacolo Pussy Valley, portato in teatro nel 2015, P-Valley racconta la storia di un gruppo di ballerine di pole dance, che si esibiscono nella fittizia cittadina di Chucalissa, nel Delta del Mississippi. Continuamente preoccupate per il proprio futuro, la propria incolumità e il loro corpo, sia fonte di guadagno che di soddisfazione personale, queste creature della notte sembrano angeli quando volteggiano leggere in cima al palo, ma poi vivono diversi inferni personali una volta tornate a terra.
Mercedes è la star del P-Valley: sicura di sé, sguardo impenetrabile, sa controllare ogni singolo muscolo: un'atleta, che unisce forza fisica a sensualità. Con lei Brandee Evans ha diversi tratti in comune, tanto che, quando l'abbiamo raggiunta via Zoom, ci ha detto che ormai è un po' come se fosse la sua migliore amica. Di più: grazie alla sua sicurezza, l'attrice ha trovato se stessa.
Girare P-Valley stato come vivere "in una grande famiglia"
Questa è una frase un po' di circostanza, che si sente spesso in bocca agli attori, ma Brandee Evans, al suo primo ruolo da protagonista, dopo una carriera da insegnante di inglese, professione abbandonata per inseguire il sogno di diventare prima una ballerina e poi una coreografa, ci è sembrata davvero sincera mentre lo diceva: "Girare P-Valley è stato fantastico: ho vissuto in un club per 4-5 mesi, c'era un ambiente familiare. Era un mondo a sé. È stato come tornare a casa. Non so cosa avrei fatto senza le mia compagne di avventura. Mi hanno aiutato, sono state materne, mi hanno reso migliore. Così è stato con la regista: ho cominciato da viziata, con una regista donna, che mi ha messo a mio agio col mio corpo. Non sono abituata ora allo sguardo maschile."
Mercedes: una di noi
La forza dei personaggi di P-Valley sta nel fatto che ci aprono il loro mondo e in questo modo, anche se le loro vite sono complicate, molto diverse dalla nostra, possiamo capirli: per Brandee Evans ancora di più: "Mercedes sono io! I miei amici mi hanno detto che non ho interpretato lei, ma me stessa. Sarebbe sicuramente mia amica. La mia migliore amica. Già lo è!"
Nata a Memphis Tennessee, l'attrice è fiera di aver partecipato a uno show in cui i personaggi vivono in un ambiente molto simile a dove ha passato la sua infanzia: "Sono degli stati del sud e ora in Brasile qualcuno può vedere come è la vita nel posto dove sono cresciuta. Provo una gratitudine immensa. Mi dispiace che siamo tutti bloccati per colpa del Covid, perché mi sarebbe piaciuto andare in quei posti: avrei voluto essere al sud per vivere lo show in mezzo alla mia gente, vedere nei loro occhi cosa significa essere rappresentati da una serie tv."
Le similitudini con Mercedes non finiscono qui: "Ero semplicemente un'insegnante in vacanza. Recitare è stata una cosa inaspettata, quasi surreale, una forma di terapia. Meryl Streep una volta ha detto fai del tuo cuore spezzato un'opera d'arte e ho cercato di fare proprio questo. Non credo di avercela fatta: ho cercato di fare il mio meglio e per ora mi godo il momento. È stato come vivere la mia vita sullo schermo: ho avuto una madre con la sclerosi multipla, ho dovuto assisterla, cambiarla, ma nonostante tutto non ho mai smesso di credere nel mio sogno. Continuare a credere nel tuo sogno e brillare è importantissimo. La cosa che mi spaventava di più è che sono la figlia di un pastore e ho pensato: cosa penserà mio padre e la comunità se faccio questa serie? La cosa che mi ha attirato di più è stato che aveva il linguaggio della gente."
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Diventare una delle ragazze del P-Valley
Nonostante i punti in comune, diventare Mercedes non è stato facile, soprattutto dal punto di vista mentale: "Vorrei avere la sicurezza di Mercedes" ci ha detto Evans, continuando: "Sono una persona sicura, ma non come lei. Ho molti punti in comune con lei: ho avuto una figlia da giovane, ho un rapporto complicato con mia madre e ho insegnato danza. Lei esplora il mondo tramite il suo corpo e dovevo capire come muovermi, essere sicura. Adoro la scena in cui mi prendo il palco: in genere lo fanno sembrare facile, ma invece è difficilissimo. Questa è la prima volta che ho visto il duro lavoro che c'è dietro, anche dal punto di vista mentale. Anche io avevo paura, proprio come le donne che lo fanno davvero. Quando riesci a farlo però è una scarica di adrenalina: è quasi come il bungee jumping!"
Mens sana in corpore sano: acquisire il fisico delle ballerine di pole dance è stata una sfida: "Avevamo coreografi sul set: non c'era spazio per errori. Abbiamo fatto delle prove, anche durante le riprese ci controllavano continuamente. Era come essere dei bambini. Volevamo dare attenzione a quello che avevamo in mente e nel cuore: i nostri corpi non sono stati inquadrati con una sguardo maschile. Avere una regista donna è stato importantissimo: è riuscita a mostrare cosa pensano queste donne, cosa vogliono dire."
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P-Valley: una serie che arricchisce la discussione
Negli Stati Uniti in questi mesi si è parlato moltissimo del corpo delle donne, dei diritti delle minoranze e dal 25 maggio sono in atto proteste che supportano il movimento Black Lives Matter: nonostante la scrittura di P-Valley sia cominciata quattro anni fa, per Brandee Evans è una serie più attuale che mai: "Lo show è fonte di discussione: mostra delle cose che magari le persone non conoscono. Parliamo di discriminazione razziale, di cose su cui dobbiamo riflettere: io stessa ho cominciato a farmi domande, a capire se potevo fare di più. Lo show ci spinge a essere esseri umani migliori e a conoscerci. Solo così potremo creare un mondo migliore. Per le donne è fondamentale che quel palco sia il tuo trampolino, non una pietra tombale. Io facevo l'insegnante di inglese, ma poi ho fatto altro. C'è sempre un modo per inseguire i nostri sogni, ma è difficile. I più giovani oggi forse sono un po' viziati. Voglio bene loro, ma devono capire che bisogna lavorare sodo. Mercedes ha fatto di tutto per inseguire il suo, ma ha degli standard: anche io li ho. Non accetterei qualsiasi lavoro. Anche questo è importante."
E infine, sull'importanza di inseguire i proprio sogni: "Non ha prezzo: ho quasi perso mio figlio, ma tutto questo mi ha reso più potente. Poter essere qui a fare quello che amo non ha prezzo. Non sappiamo cosa facciano le persone per riuscire a essere felici. Ognuno ha i suoi sogni: qualcuno vuole diventare un dottore, altri vogliono fare cose completamente diverse. Non sminuisco i sogni che non mi appartengono: tutti abbiamo il diritto di essere felici. Il mio insegnante mi ha detto: recita e divertiti, se non ti diverti che lo fai a fare?"