A volte gli autori di serie tv fanno il passo più lungo della gamba, o meglio il cosiddetto "salto dello squalo" che prende il nome da un episodio accaduto in Happy Days. Josh Pate, Jonas Pate e Shannon Burke potrebbero averlo fatto nella seconda metà della stagione 4 del proprio teen drama Netflix, Outer Banks, che sembra gettare per aria quel poco di buono fatto nella prima parte.
Avevamo lasciato i nostri eroi post-adolescenziali alle prese con una svolta importante per la ricerca del tesoro di Barbanera, e con un plot twist fondamentale: JJ è il figlio biologico di Chandler Groff, ovvero il genero del compianto Wes Genrette. Groff aveva fatto sparire il bambino insieme alla moglie per essere sicuro di diventare l'unico erede della fortuna di famiglia. Ripartiamo esattamente da qui, mentre è stato già annunciato il rinnovo per un quinto ed ultimo ciclo dalla piattaforma.
Outer Banks: una quarta stagione familiare
Proprio da questa importante svolta narrativa ripartono gli intrighi della serie Netflix. L'intera storyline di stagione diventa improvvisamente familiare e legata al passato e non più un reboot sotto mentite spoglie come pensavamo. JJ, forse il rappresentante più genuino dei Pogues, la classe più povera della Carolina del Nord, è in realtà un Kooks di sangue nonostante sia stato cresciuto al livello più basso della catena alimentare, imparando a vivere alla giornata.
I genitori continuano ad essere l'anello debole della catena come da copione in alcuni teen drama classici, in cui i figli devono cavarsela da soli: in questo caso tanto quello biologico, interpretato da un viscido Tony Grant quanto quello adottivo, un fuggitivo ricercato dalle autorità che ha abbandonato il figlio e che ora tramite un cavillo legale gli porta via la nuova casa insieme al negozio di pesca. Non è da meno quella che scopriamo essere la sua partner in crime fin dall'inizio, Hollis Robinson (Brianna Brown), una Mrs. Robinson in tutti i sensi accanto a Rafe (Drew Starkey), che deve imparare a perdonare la sorella Sarah per essere diventata una Pogue e la fidanzata Sofia (Fiona Palombo), Pogue anche lei.
In Marocco con furore
C'è un cambio di location importante nelle nuove cinque puntate, che coincide con la caccia al tesoro che si fa decisamente "calda" come da tradizione, citando svariate pellicole di genere, da Indiana Jones ai Goonies. Questa volta i nostri finiranno nel deserto marocchino, alla ricerca della leggendaria Corona Blu di Barbanera per spezzare la maledizione che ora potrebbe colpire anche JJ. Mentre lui non sa se e come dire agli altri della propria vera identità venuta alla luce, il gruppo deve combattere per il diritto di continuare ad abitare a Poguelandia e affrontare i Corsari già intravisti nella prima metà, anche loro alla ricerca dell'oro.
Proprio l'identità sociale sembra essere il cardine di questa stagione 4, ma il dilemma esistenziale del personaggio di JJ viene davvero sfruttato poco e malamente - flashback posticci con la funzione di "spiegoni" compresi. Tutti i nuovi episodi sono di una durata decisamente eccessiva (il finale dura un'ora e mezza, praticamente un film), che porta ad uno smorzamento della tensione e ad una ripetizione di alcuni meccanismi narrativi. Non solo: fin dall'inizio il caos regna a Outer Banks e la situazione deraglia abbastanza velocemente in una sorta di Notte del Giudizio in cui sembra non essere più in vigore alcuna regola.
Lo sceriffo Shoupe diventa sempre più una macchietta. La ribellione e l'anticonformismo perdono di valore. Il sacrificio di uno o più personaggi sembra essere il comune denominatore di questo quarto ciclo. Il climax narrativo che gli autori vorrebbero portare nell'epilogo di fine stagione non ottiene il risultato sperato. Dopo quella conclusione, non poteva che esserci una quinta ed ultima stagione, già confermata, che quindi si sposa con le intenzioni iniziali dei creatori di produrre cinque grandi archi narrativi. Un capitolo finale che noi vedremo più per inerzia che per vero interesse, o voglia di intrattenimento avventuroso.
Conclusioni
La seconda parte della quarta stagione di Outer Banks getta al vento quanto di buono fatto nella prima metà. Funziona più la parte avventurosa che quella pienamente adolescenziale. Troppe assurdità narrative, anche per una serie sopra le righe come questa, troppi adolescenti che fanno gli adulti in modo fastidioso. L’idea di parlare di identità e classe sociale grazie al colpo di scena legato a JJ non viene sfruttata appieno. Non aiutano il risultato generale gli episodi decisamente troppo lunghi, che strabordano decisamente nel finale.
Perché ci piace
- La caccia al tesoro e la gita in Marocco.
- La doppia identità di JJ…
Cosa non va
- …mal sviluppata.
- Il caos regna a Outer Banks, ma senza un vero senso narrativo.
- La durata degli episodi.
- Troppe situazioni ridondanti.
- Il finale, con un climax decisamente poco riuscito.