Recensione Obsessed (2009)

Il regista di Obsessed affida il peso della narrazione ai suoi attori, convincenti nei rispettivi ruoli, ma sembra timoroso di osare troppo e conduce il film su binari prevedibili.

Ossessione fatale

Ricco, di successo, prestante, Derek Charles sembra essere l'uomo perfetto. La moglie Sharon, una volta sua assistente nella ditta in cui lui ancora lavora, sembra esserne consapevole, tanto da proibirgli di prendere altre donne come assistente, forse timorosa che qualche altra dipendente possa avere successo nella stessa impresa riuscita a lei e conquistare il suo uomo. A noi spettatori, però, è subito chiaro che Sharon potrebbe dormire sonni tranquilli, perchè il buon Derek, anche al cospetto di Lisa, una nuova stagista giunta in azienda ed evidentemente attratta da lui, non sembra interessato al punto da mettere a repentaglio la sua intera vita, dalla famiglia al lavoro.
Lisa, però, non è il tipo da accettare un no di buon grado e si dà da fare per ottenere quello che desidera, scambiando ruoli ed orari di lavoro con le colleghe per stare accanto a Derek, inviandogli messaggi sexy via e-mail, fino a tentare un approccio più esplicito alla festa natalizia aziendale, alla quale le mogli non sono ammesse. Derek resiste, ma inizia ad essere molto turbato ed ha ragione ad esserlo perchè l'insistenza della ragazza prende una piega più pericolosa che mette in pericolo anche la sua famiglia e conduce all'inevitabile scontro finale tutto al femminile.

Uno scontro, quello tra Ali Larter e Beyoncé Knowles, rispettivamente la bella stagista Lisa e la moglie Sharon, che sulla carta rappresenterebbe motivo d'interesse più che giustificato per la fetta di pubblico di sesso maschile, ma che purtroppo finisce per essere uno dei pochi del thriller Obsessed, che richiama nel suo soggetto l'ormai classico Attrazione fatale di Adrian Lyne, che ad oltre venti anni dalla sua uscita lo batte per coraggio ed attualità.

Steve Shill è regista che viene dalla TV, con esperienze sul set dei vari Law & Order, The Wire, Deadwood, Roma, I Tudor, Dexter e Kill Point, quindi serie anche piuttosto ardite per il panorama televisivo, ma qui, al suo debutto cinematografico e non aiutato dalla sceneggiatura di David Laughery, sembra timoroso di osare troppo e conduce il film su binari prevedibili e piuttosto ingenui, non riuscendo nè a stupire, nè a colpire (come faceva venti anni or sono Attrazione fatale), nè a tenere in tensione lo spettatore.
Shill affida il peso della narrazione ai suoi attori, Idris Elba e la Larter in primis, più che convincenti nei rispettivi ruoli; è soprattutto la Larter ad impegnarsi per rendere credibile e pericolosamente seducente il personaggio della stagista ossessionata dal capo, mentre Beyoncé Knowels, qui anche in veste di produttrice, sale in cattedra soltanto nella seconda parte della pellicola, quando il gioco perverso della rivale è ormai palese e deve darsi da fare per fermarla.

Non c'è traccia di approfondimento, nè delle reali motivazioni di Lisa, nè dei personaggi secondari, mere comparse bidimensionali anche quando interpretati da volti noti come Jerry O'Connell, nè di potenziali temi interessanti come sarebbe potuto essere quello dei rapporti interraziali tra i diversi protagonisti (la coppia, benestante e di colore, formata da Idris Elba/Beyoncè Knowles da una parte e la stagista Larter dall'altra).
Il risultato è che Obsessed fila via senza slanci, risultando il solito innocuo thriller estivo, che si fa guardare soltanto dagli appassionati del genere.

Movieplayer.it

2.0/5