Da Annette Bening a Emma Stone, le candidate all’Oscar come miglior attrice

Da Lily Gladstone diretta da Scorsese alla magnetica Sandra Hüller, passando per grandi nomi quali Bening, Mulligan e Stone: una rassegna delle attrici candidate all'Oscar 2024.

Da Annette Bening a Emma Stone, le candidate all’Oscar come miglior attrice

Tre mogli in una condizione di precario equilibrio tra fedeltà, emancipazione e sopravvivenza, ingabbiate in ménage tutt'altro che convenzionali, e due donne di diverse generazioni ed epoche, ma entrambe determinate a perseguire le proprie aspirazioni a dispetto di pregiudizi ed ostacoli. Si potrebbero riassumere in queste due categorie i cinque ruoli che, quest'anno, hanno fatto guadagnare la nomination all'Oscar come miglior attrice a una cinquina di splendide interpreti: una selezione che include due grandi nomi del cinema americano, Annette Bening ed Emma Stone, la star britannica Carey Mulligan, una fuoriclasse della scena europea quale Sandra Hüller e la nativa americana Lily Gladstone, che dopo un decennio di attività nel 2023 ha raggiunto finalmente l'agognata consacrazione.

Killers Of The Flower Moon Leonardo Dicaprio Lily Gladstone
Killers of the Flower Moon: un tenero abbraccio tra Leonardo DiCaprio e Lily Gladston

Cinque attrici dal percorso e dalle caratteristiche molto variegati, per le quali questa candidatura all'Oscar arriva in fasi ben distinte delle rispettive carriere. Cosa rappresenta per ciascuna di loro il prestigioso riconoscimento da parte dei membri dell'Academy, e quali punti di forza le hanno portate a meritarsi un posto nella cinquina come miglior attrice del 2023? Procedendo in ordine alfabetico, andiamo a conoscere più da vicino le cinque interpretazioni in corsa per l'Oscar alla 96esima edizione degli Academy Award (qui tutte le nomination di questa edizione).

Annette Bening in Nyad: una veterana sulla cresta dell'onda

Nyad
Nyad: un'immagine di Annette Bening

È stata una delle parziali sorprese all'annuncio delle nomination: non certo per il calibro dell'attrice in questione, ma per il fatto che il film sportivo Nyad, approdato a novembre su Netflix, abbia avuto minore visibilità rispetto alle pellicole delle altre candidate. Ma la mimetica immersione in un ruolo biografico, ovvero la campionessa di nuoto Diana Nyad, l'impegno anche 'fisico' di questa performance e l'indiscusso talento di Annette Bening sono stati fattori più che sufficienti a far ottenere all'attrice nata in Kansas la sua quinta nomination all'Oscar (la quarta come protagonista), fra l'altro in coppia con un'altra veterana di Hollywood, Jodie Foster, che sempre per Nyad è stata candidata come miglior attrice supporter nei panni di Bonnie Stoll, amica e allenatrice di Diana.

Nyad Bening
Nyad: un'immagine di Annette Bening

Basato sull'audace scommessa di Diana Nyad, percorrere a nuoto il tratto di oceano tra la Florida e Cuba, il primo film di finzione dei documentaristi Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin è un tipico racconto di riscatto personale, elevato proprio dal valore delle sue interpreti. Ma per Annette Bening, questa nomination all'Oscar costituisce anche la certificazione di una straordinaria longevità artistica: basti pensare che la sua prima candidatura risale al 1991, per una parte da dark lady nel noir Rischiose abitudini, e che nei vent'anni a venire la Bening avrebbe collezionato tre nomination come attrice protagonista per American Beauty, La diva Julia e I ragazzi stanno bene. E in un'industria come quella hollywoodiana, in cui i ruoli di rilievo per le attrici over 50 sono a dir poco rari, una nomination a sessantacinque anni costituisce un'onorificenza tutt'altro che scontata.

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Lily Gladstone in Killers of the Flower Moon: una consacrazione a lungo attesa

Lily Gladstone Killers Of The Flower Moon
Killers of the Flower Moon: un'immagine di Lily Gladstone

Se Annette Bening è da oltre tre decenni una delle attrici più apprezzate d'America, per la trentasettenne Lily Gladstone questa nomination all'Oscar è il coronamento di una gavetta iniziata nel 2012 e corredata da progetti dalla visibilità quasi sempre limitata. La Gladstone, nata in Montana in una famiglia di nativi, si era già distinta nel 2016 nel cast corale di Certain Women di Kelly Reichardt, ma si è fatta conoscere alle grandi platee solo l'anno scorso grazie al ruolo di Mollie Kyle, ricca moglie dello spregiudicato Ernest Burkhart di Leonardo DiCaprio, in Killers of the Flower Moon, l'inquietante affresco storico che Martin Scorsese ha ambientato nella cornice di Osage County, in Oklahoma, nel periodo a cavallo fra le due guerre mondiali.

Killers Of The Flower Moon 1
Killers of the Flower Moon: Leonardo DiCaprio e Lily Gladstone nella prima foto

Artefice di una prova condotta quasi interamente in sottrazione, Lily Gladstone interiorizza le emozioni di un personaggio in apparenza succube e dimesso, affidandosi soprattutto a una silenziosa espressività per far emergere il sospetto, l'angoscia e la sofferenza della sua Molly. Si tratta di una sfida per nulla semplice, ma che la Gladstone ha superato brillantemente: la vittoria del Golden Globe e dello Screen Actor Guild Award e la candidatura all'Oscar come miglior attrice (la prima per una nativa statunitense in questa categoria) sono altre conferme del fatto che, con tutta probabilità, è nata una stella.

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Sandra Hüller in Anatomia di una caduta: l'annata d'oro di una fuoriclasse da festival

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Anatomia di una caduta: un'immagine di Sandra Hüller

Nel 2006, per il dramma Requiem, una ventisettenne Sandra Hüller, al suo esordio in un lungometraggio, veniva insignita del premio come miglior attrice al Festival di Berlino: il primo, fortunato tassello di una carriera che, da allora, l'ha portata a diventare una delle interpreti più stimate del cinema d'autore europeo. Dopo essersi fatta ammirare nel 2016 in Vi presento Toni Erdmann di Maren Ade, Sandra Hüller ha vissuto l'annata più gloriosa del suo percorso professionale grazie a due fra i titoli più applauditi del 2023, e candidati entrambi all'Oscar come miglior film: La zona d'interesse di Jonathan Glazer, in cui presta il volto alla moglie del comandante nazista Rudolf Höss, e Anatomia di una caduta di Justine Triet, ricompensato con la Palma d'Oro al Festival di Cannes e con due Golden Globe.

Anatomy Of A Fall
Anatomia di una caduta: Swann Arlaud e Sandra Hüller

Nel dramma processuale firmato da Justine Triet, Sandra Hüller è protagonista assoluta nella parte di Sandra Voyter, scrittrice tedesca accusata di aver ucciso il marito Samuel Maleski, precipitato da una finestra del loro chalet sulle Alpi. In una performance che le richiede di alternare lingua tedesca, inglese e francese in base ai diversi interlocutori con cui si trova a confrontarsi, Sandra Hüller strappa l'applauso per il modo in cui amalgama ambiguità e ostinazione, fragilità e orgoglio: il successo di Anatomia di una caduta dipende in larghissima misura dal suo magnetico ritratto di Sandra, e la nomination all'Oscar è un sacrosanto riconoscimento per una delle migliori prove attoriali viste negli scorsi anni.

Anatomia di una caduta: storia (in giallo) di un matrimonio

Carey Mulligan in Maestro: una toccante "supporting wife"

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Maestro: un primo piano di Carey Mulligan

La cosiddetta supporting wife, la donna paziente e amorevole al fianco di un marito tormentato, spesso a costo di subire dolori e sacrifici, è quasi una categoria a sé stante negli annali degli Oscar; e l'anno scorso, a cimentarsi con questo modello narrativo e cinematografico sono state Emily Blunt in Oppenheimer e, nella categoria delle attrici protagoniste, Carey Mulligan in Maestro, biopic sul grande compositore e conduttore d'orchestra Leonard Bernstein scritto, diretto e interpretato per Netflix da Bradley Cooper. La trentottenne Carey Mulligan si cimenta nel ruolo di Felicia Montealegre, attrice di teatro (nonché attivista politica) che nel 1946 conobbe Bernstein e, cinque anni più tardi, sarebbe diventata sua moglie, nonostante l'omosessualità di Leonard.

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Maestro: Carey Mulligan e Bradley Cooper

Per la londinese Carey Mulligan si tratta della terza nomination all'Oscar come miglior attrice, per un terzetto di candidature che mettono in mostra la sua versatilità: la prima volta era stata nel 2009 per il delicato racconto di formazione An Education, mentre nel 2021 l'Academy l'aveva nominata per la fredda vendicatrice di Una donna promettente, in cui si muoveva in bilico fra thriller e black comedy. La Felicia di Maestro è invece un "ruolo da Oscar" ben più canonico, ma che permette alla Mulligan di sfoderare un carisma da diva d'altri tempi, così come un'intensità acuta e struggente.

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Emma Stone in Povere creature!: una mattatrice all'apice della carriera

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Povere creature!: un primo piano di Emma Stone

Se in Maestro Carey Mulligan divide lo schermo con Bradley Cooper, al contrario Emma Stone è la mattatrice assoluta di Povere creature!, seconda collaborazione fra l'attrice nata in Arizona e il regista greco Yorgos Lanthimos (con una terza, Kinds of Kindness, in uscita già quest'anno). Bella Baxter, figura al centro del romanzo di Alasdair Gray, è un personaggio che ha permesso a Emma Stone di mostrare ulteriori lati delle sue capacità: dalla comicità puramente fisica ed espressiva delle prime sequenze, in cui Bella è ancora nel pieno della sua fase 'infantile', allo scatenato vitalismo del resto del film, Povere creature! è dominato dalla presenza scenica della Stone, che per il ruolo di questa giovane donna alla scoperta del mondo (e di se stessa) ha raccolto le maggiori lodi della propria carriera.

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Povere creature!: un primo piano di Emma Stone

Povere creature!, che le è valso anche il Golden Globe e il BAFTA Award, segna la quarta nomination all'Oscar per Emma Stone nell'arco di appena dieci anni: dalla prima segnalazione grazie a Birdman, passando per la statuetta ricevuta nel 2017 per il musical La La Land e per la candidatura nei panni dell'ambiziosa cortigiana de La favorita, in cui era diretta appunto da Lanthimos. Se La La Land ne aveva sancito la consacrazione fra le nuove superstar di Hollywood, Povere creature! è un'altra punta di diamante di una filmografia che si è arricchita di titoli coraggiosi e anticonvenzionali, nonché la riprova di un talento messo a frutto nel migliore dei modi.