Operazione Kandahar, la recensione: su Prime Video Gerard Butler in fuga nel deserto

La recensione di Operazione Kandahar, film dove un operativo della CIA in Medio Oriente si trova in fuga insieme al suo interprete, dopo che la sua identità è stata scoperta.

Operazione Kandahar, la recensione: su Prime Video Gerard Butler in fuga nel deserto

Tom Harris è un agente sotto copertura che sta lavorando per la CIA ad una pericolosa missione: spacciandosi per un tecnico delle linee telefoniche, riesce infatti a installare un malware in un impianto di ricerca nucleare iraniana. Missione che si conclude con successo, provocando un'enorme esplosione che distrugge l'intera struttura, con lo scopo di impedire al nemico di sviluppare nuovi armamenti. Nel frattempo il governo del Paese è sulle tracce di una giornalista inglese che è in possesso di informazioni sensibili sugli operativi della CIA in loco e ben presto proprio Harris finisce per essere scoperto.

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Kandahar: Gerard Butler in una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione di Operazione Kandahar, Harris era nel frattempo stato reclutato da Roman Chalmers, supervisore della compagnia di intelligence, che gli propone un altro lucroso incarico. Ma quando l'identità dell'agente viene alla luce, questi si troverà alle prese con una disperata lotta per la sopravvivenza, in compagnia della sua guida e interprete locale Mohammad - quest'ultimo con un conto in sospeso nei confronti dei talebani - e la sola possibilità di uscire sani e salvi dal Paese sarà quella di raggiungere un punto d'estrazione in quel di Kandahar: un'impresa tutt'altro che semplice, con nemici sempre più agguerriti e numerosi alle calcagna...

Di guerra in guerra

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Kandahar: Gerard Butler in una scena

Concettualmente molto simile ad un altro film entrato di recente nel catalogo di Prime Video, ovvero l'avvincente The Covenant (2023) firmato da Guy Ritchie, con il quale volenti o nolenti non può che esservi un confronto: e pur non totalmente da disprezzare, Operazione Kandahar ne esce sconfitto. La trama come sopra esposta riflette la situazione di un Medio Oriente sempre più consumato dal fanatismo, dove l'abbandono dell'Afghanistan da parte degli americani ha lasciato strascichi non da poco, in primis il ritorno al potere dei talebani. Ma per quanto qua si tenda a concentrare un gran numero di partecipanti al gioco, dagli stessi mujaheddin alla polizia araba fino ai vari servizi segreti - occidentali e non - il risultato è sempre e comunque affine alle dinamiche di genere, con una preponderanza delle dinamiche action a farla da padrone e a sfoltire pian piano la rosa di partecipanti. Lo script è ad opera di Michell LaFortune, un ex membro dell'intelligence che lavorato in Afghanistan nel 2013, proprio durante il periodo nel quale stavano venendo alla luce le soffiate di Edward Snowden: per quanto ispirato a fatti realmente accaduti, per il passaggio in forma cinematografica si è sicuramente optato per toni più romanzati.

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Sabbia e sangue

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Kandahar: una sequenza del film

Anche qui come nel succitato film con Jake Gyllenhall la storia si concentra sul rapporto tra il protagonista americano e il suo collaboratore / interprete indigeno - anche questo guarda caso avverso ai talebani che gli hanno assassinato il figlio - ma non può contare sulla medesima forza drammatica del film paragonato. Qui tutto è più derivativo, all'insegna di un intrattenimento a tema che ricerca nella tensione e nell'azione la propria ragione d'essere. Ed effettivamente in una manciata di scena Operazione Kandahar si rivela avvincente al punto giusto, con tanto di inseguimento notturno dove i Nostri se la devono vedere con un elicottero armato a tutto puntino e una resa dei conti finale letteralmente esplosiva, fino a quell'epilogo che ci mostra il destino di tutti i contendenti sopravvissuti alle schermaglie spionistiche di sorta.

Angeli e demoni

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Kandahar: Gerard Butler in una scena del film

Frasi fatte in loco, la logica dell'eroe indomabile che sfugge alle situazioni di pericolo estremo, atti di coraggio qua e là e un po' di "sana" propaganda retorica di stampo hollywoodiano: non è un caso che il protagonista sia proprio Gerard Butler, che dai tempi di 300 (2006) in poi si è focalizzato sulla scelta di ruoli da eroe "duro e puro", senza troppe sfumature e/o compromessi: basti pensare su tutti alla saga di Attacco al potere - Has Fallen, ormai prossima al quarto episodio. Quarto episodio diretto come il precedente da Ric Roman Waugh, che non a caso è anche il regista di questo Operazione Kandahar: chi si somiglia si piglia è il detto popolare e probabilmente la collaborazione tra i due è destinata a durare a lungo, con produzioni godibili ma mai trascendentali come il film di cui vi abbiamo appena parlato.

Conclusioni

Un agente sotto copertura della CIA in missione in Medio Oriente è alle prese con una situazione imprevista dopo che la sua identità viene svelata e si ritrova alle calcagna non soltanto i talebani ma anche molti altri che intendono fargli la pelle. In compagnia di un interprete afgano cercherà una via di fuga prima che sia troppo tardi, in una disperata corsa per il deserto con destinazione Kandahar. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Operazione Kandahar, ci troviamo davanti a un action bellico godibile nelle sue dinamiche action e tensive, con un Gerard Butler ormai abbonato a ruoli di questo tipo e una regia che sfrutta il fascino del contesto arido e immenso con il giusto piglio, pur sacrificando in parte la gestione narrativa. La sceneggiatura a tratti è fin troppo elementare e schematica, tra luoghi comuni e frasi fatte, in una gestione geopolitica superficiale ad uso e consumo dell'intrattenimento di genere.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.8/5

Perché ci piace

  • Azione e tensione ai giusti livelli.
  • Gerard Butler è adatto al ruolo.

Cosa non va

  • Sceneggiatura che sacrifica verosimiglianza e sfumature geopolitiche in favore dell'intrattenimento a tema.