Recensione Love + Hate (2005)

Nonostante gli sforzi profferti e l'innegabile enfasi messa nella sua realizzazione, il film resta uno spettacolo per adolescenti - troppo prevedibile la sceneggiatura e superficiale l'approccio al razzismo.

Omnia vincit amor

Naseema viene assunta in un negozio di carta da parati. Per lei, adolescente musulmana trapiantata in Inghilterra, è un grande giorno: il nuovo lavoro, l'indipendenza e poi Adam... quel collega che l'attrae e la respinge. Fra i due sarà presto amore, tra mille sofferenze e l'avversione delle famiglie per l'appartenenza etnica altrui. In particolare il fratello di lei, Yousif, che a sua volta vive una storia d'amore con una ragazza inglese, li ostacolerà con violenza.

Love + Hate è il primo lungometraggio per l'inglese Dominic Savage, pluripremiato per film tv e documentari realizzati in collaborazione con la BBC. Forte sostenitore dell'improvvisazione ha voluto sullo schermo attori semi-sconosciuti, da dirigere secondo le proprie incilnazioni e l'ispirazione del momento. Scelta coraggiosa, in parte ripagata dalla prova del cast giovane ed inesperto, chiamato a cimentarsi con sentimenti forti e passionali.
Entra in scena l'Inghilterra meno conosciuta delle serate nei pub e delle risse per strada; un sottobosco di adolescenti violenti e adulti disincantati, alla ricerca del momento magico e della libertà. Della possibilità di essere qualcun altro e di spogliarsi degli obblighi sociali del proprio contesto per seguire il cuore ed il proprio destino. E' l'incontro magico con Naseema che ridesta Adam dal suo torpore xenofobo. Si sente prima in trappola, poi inizia a capire che è lei che ama e questo amore gli dà la forza di ribellarsi agli amici e alla famiglia, convinti sostenitori dell'odio di razza. Difficile opporsi, succube di un fratello fanatico, ma ci riuscirà, fuggendo verso un futuro di speranza.

Chi rimane è destinato a soccombere: così Yousif e Michelle, schiacciati dalle convenzioni e da una società che avversa l'amore fra i popoli. Troppo legato alle tradizioni Yousif per capire che non è Naseema da condannare né Michelle da abbandonare; troppo diversa Naseema per rimanere ed essere risucchiata nelle convenzioni asiatiche.
Un messaggio di speranza per le comunità multirazziali destinate a scontri continui prima di raggiungere un'equilibrio reale.

Nonostante gli sforzi profferti e l'innegaile enfasi messa nella sua realizzazione, il film resta uno spettacolo per adolescenti. Troppo prevedibile la sceneggiatura e superficiale l'approccio al razzismo; le tappe emotive sono bruciate in fretta e i punti salienti raggiunti frettolosamente, per poi soffermarsi su dettagli ridondanti. La storia tra Capuleti e Montecchi fu narrata già secoli fa e, volendone trarre ispirazione sarebbe auspicabile un po' di originalità. Il risultato non è noioso, grazie anche alla colonna sonora degli Snow Patrol Keane e ad un 35mm girato con cura, ma inconsistente. Il turpiloquio, la violenza contrapposti alla sovrabbondanza di controluce e sospiri al tramonto occhi-negli-occhi risulta un pallido tentativo di emulare l'Inghilterra-verità del miglior Ken Loach.