Dopo Cannes, Olivier Assayas si gode gli applausi per il bellissimo Clouds of Sils Maria senza più la tensione del concorso. Il regista presenta nella Piazza Grande di Locarno la suggestiva pellicola al femminile che racconta le ambigue relazioni tra tre splendide donne, Juliette Binoche, Kristen Stewart e Chloe Moretz, in un gioco di specchi tra realtà e finzione.
Locarno è il posto giusto per questa premiere visto che Sils Maria si trova a poca distanza da qui, sulle Alpi Svizzere dell'Engandina. Assayas ci racconta la motivazione alla base della scelta di ambientare Clouds of Sils Maria proprio in Svizzera. "Devo confessare che ogni volta che arrivo in Svizzera e vedo il lago e le montagne mi sento quasi a casa. Però ho scelto l'Engandina perché alcuni miei amici, in particolare Serge Toubiana e la moglie, vanno in vacanza a Sils Maria. Un anno li ho raggiunti e una mattina, aprendo la finestra, ho visto passare una nuvola. Lì per lì non ci ho pensato, Qualche mese dopo stavo guardando un film muto di Arnold Fanck, pionere del cinema di montagna negli anni '30. Nel DVD c'era un extra in cui si parla del fenomeno delle nuvole di Maloja. Al di là della bellezza, il nome mi ricordava qualcosa. L'ho cercato e mi sono reso conto che era la stessa nuvola che avevo visto io. Ho cominciato a riflettere sull'inquadramento del tempo, sul fatto che le nuvole fossero le stesse a distanza di così tanti anni e su come il passaggio del tempo si iscrive nel paesaggio. All'epoca stavo preparando un film per Juliette Binoche in cui volevo parlare proprio del passare del tempo. Così ho unito le due idee e ho capito che dovevo girare il film a Sils Maria. La narrazione, però, non doveva essere inserita in un paesaggio da cartolina postale. La valle è abitata dai fantasmi e quindi il paesaggio è diventato una minaccia."
Juliette Binoche e Kristen Stewart: due mondi a confronto
Pur essendosi accostati al cinema nello stesso periodo, Juliette Binoche e Olivier Assayas si sono ritrovati su un set dopo tanto tempo trascorso sviluppando due carriere parallele. Come spiega Assayas "io e Juliette Binoche abbiamo alle spalle una storia comune. Il film che l'ha resa famosa è Rendez-vous di André Téchiné a cui io ho collaborato. E' un film che ha dato impulso alle nostre due carriere. Avremmo potuto lavorare insieme più spesso, invece ci siamo rincontrati solo nel film collettivo Ore d'estate. Insieme ci siamo molto divertiti e c'è stata un po' di frustrazione pensando a quanto tempo avevamo perduto. Volevamo recuperare e lavorare insieme, così Juliette mi ha telefonato e abbiamo deciso di lavorare proprio sul tempo".
A fianco della Binoche, appare molto più curiosa la scelta di ingaggiare una stellina di Hollywood come Kristen Stewart per un film profondamente europeo. "In realtà la cosa che mi ha stupito di più è che Kristen abbia accettato il mio invito" spiega Assayas. "L'ho scelta perché volevo creare un confronto tra un'attrice più classica, come Juliette, e un'attrice moderna. Secondo me Kristen Stewart era perfetta e quando l'ho cercata e le ho inviato lo script lei ha accettato. A 23 anni una star di Hollywood come Kristen ha avuto l'intelligenza di accettare di fare un film in cui ha potuto imparare davvero qualcosa, non da me, ma da Juliette Binoche che è un'attrice estremamente coraggiosa. Stando tutti i giorni con lei, Kristen ha imparato molto. Lei è molto controllata, è molto cerebrale, sa bene come muoversi, come spostarsi, come usare la voce, ma è anche consapevole dei suoi limiti. sul set era ossessionata dal fatto che la spontaneità la trovava al primo ciak e poi non le era più possibile. Juliette le ha insegnato a rischiare, a sperimentare, le ha mostrato una nuova libertà e lei ha compreso perfettamente".
Da Bergman a Fassbinder
La storia di Clouds of Sils Maria ricorda a tratti il celebre Eva contro Eva perciò è inevitabile la domanda sull'ispirazione alla base della storia, ma Assayas smentisce questo riferimento. "In realtà di Eva contro Eva non c'è quasi niente. Ho voluto proteggermi, ho visto Eva contro Eva a 18 anni in tv e quando ho cominciato a scrivere una storia di questo tipo ho evitato volutamente di rivedere il film per non essere influenzato. E' un film potente, profondo, che mi ha molto colpito, ma ci sono altri due riferimenti che conosco a memoria e contro cui non potevo lottare: Persona di Bergman e Petra Von Kant di Fassbinder. La riflessione generazionale tra l'attrice e la sua assistente mi riportava a Persona, così ho inserito un testo teatrale che creasse un gioco di specchi. In un primo tempo ho scelto un testo contemporaneo, quello di Fassbinder, integrandone dei brani nel film. Poi ho visto che non funzionava così ho deciso di scriverne una mia versione condensata, ancora più violenta e brutale, che è appunto Maloja Snake".
Un'attrice fuori dal tempo
Insieme alle protagoniste femminili del film, un'altra presenza essenziale è proprio la montagna, che scandisce la vita di personaggi e, nel film, rappresenta il luogo artistico per eccellenza. "La montagna è un luogo incredibile. Per coglierne l'essenza, soprattutto nelle scene ambientate al tramonto, abbiamo lavorato in modo frammentato. I film si fanno a strati e quelle col buio in arrivo sono le scene più tecniche. Abbiamo lavorato sul filo del rasoio per sfuttare tutta la luce possibile". Proprio in montagna, nel momento della scoperta delle nuvole di Sils Maria, si consuma l'epilogo della relazione professionale tra Maria e la sua assistente Valentine. A seguire vi è un ultimo caspitolo, il cui ambiente contrasta col precedente visto che è ambientato in una scena teatrale composta da cubi di vetro. "Tutti sono sostituibili" conferma Olivier Assayas. "Il finale lo ricorda in modo brutale. Maria sfrutta Valentine per arrivare là dove ha bisogno di arrivare, impossessarsi del ruolo di Helena. Una volta che ha trovato la chiave giusta, l'assistente non serve più. Desideravo che ci fosse un'uscita di scena di Valentine così che il personaggio di Maria fosse ormai solo, inserito nella finzione. Nel finale Maria ha concluso il proprio percorso. Il fatto di riprodurre il personaggio sulla scena è secondario. Può già concentrarsi sul prossimo lavoro, il film di fantascienza propostole da un giovane regista. Maria è un'attrice e deve prendere coscienza del passare del tempo, ma una volta liberata può cambiare personaggio interpretandone uno fuori da tempo".