Del cinema al cinema ci sono mancate tante cose. Tra queste c'è anche ridere di gusto assieme ad altre persone, quella condivisione potente e viscerale che soltanto la risata riesce a dare. Apriamo la nostra recensione di Official Competition raccontandovi l'esilarante atmosfera in cui abbiamo gustato il nuovo film della rodata coppia Mariano Cohn-Gastòn Duprat: applausi, ilarità collettiva e sorrisi a denti stretti. Grazie a questo film cinico, disincantato e sagace, il concorso a Venezia 78 sfoggia un'opera acutissima, che ragiona con grande intelligenza sull'arte del recitare, del mettere in scena e (in fondo) dello stare al mondo. Un film girato da una coppia e dedicato a una coppia (di attori), costretta a condividere la scena pur essendo poli opposti. Un cortocircuito di personalità che accende una lunga miccia diretta verso un bel finale carico di dinamite. Il risultato sarà esplosivo e a bruciare sarà la fiera della vanità.
Coppie, copie, doppioni
Da cosa nasce un film? Un'esigenza impellente? Un dolore da sublimare? Una gioia da condividere? Niente di tutto questo. Rivalidad, il prossimo film dell'eccentrica regista Lola Cuevas, nasce da uno stupido capriccio. Un ricco imprenditore farmaceutico, preoccupato di essere ricordato solo come un volgare uomo d'affari, decide di produrre un grande film impegnato. Questo sarà il suo lascito. La sinossi di Official Competition mette subito le cose in chiaro: qui si parla di vanità, di cose futili che poco per volta ti fanno capire cose importanti. Lo scopriremo andando dietro le maschere dei due protagonisti del film (e del film nel film), ovvero Fèlix e Ivàn, due attori agli antipodi. Il primo è un attore spagnolo di grande successo, noto anche all'estero, vanitoso dongiovanni fiero della sua popolarità. Il secondo è un attore di nicchia, sofisticato uomo di teatro sposato da quasi trent'anni, che affronta la vita con un grande snobismo. Basato sulla convivenza forzata di questi uomini abituati a palcoscenici diversi, Official Competition costruisce un raffinatissimo dietro le quinte del mondo cinematografico soffermandosi con grande cura sull'ego fragile di artisti alla ricerca di conferme. Fèlix e Ivan, guidati (anzi, manipolati) da Lola, si rivelano per quello che sono grazie alla finzione, mentre Cohn e Duprot danno vita a una commedia vivace sostenuta da tempi comici perfetti, battute taglienti e frasi argute che rendono sempre meno effimera la finzione del cinema. Official Competition è come una matrioska, un gioco delle coppie (e delle copie) da cui fuoriescono una marea di riflessioni sulle maschere indossate anche fuori dalla scena.
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Distruggere per trasformarsi
Chi ha amato lo splendido Il cittadino illustre, il film precedente del duo argentino (già in concorso qui a Venezia e in lizza per l'Oscar come Miglior Film Straniero), ritroverà molti elementi familiari. Official Competition è cinico, disincantato, feroce anche quando potrebbe sembrare innocuo. Non è la solita opera meta-cinematografica compiaciuta per palati cinefili, ma una commedia molto accogliente, che diverte e coinvolge soprattutto grazie a una sceneggiatura brillante e tre prove attoriali affiatatissime. Se Oscar Martínez è come sempre misurato nel dare vita al suo ieratico Ivan e Penelope Cruz riesce a rendere sempre credibile una donna sui generis, ammettiamo che a rubare la scena è soprattutto un eccezionale Antonio Banderas. In qualche modo ci ha ricordato il Brad Pitt visto in Burn After Reading - A prova di spia, per la disinvoltura con cui ha giocato con la percezione della sua immagine e per l'autoironia (divertita e divertente) con cui ha ridimensionato il suo stesso sex appeal. Ecco: tutto il film è un continuo distruggere e costruire. Prima deride tante abitudini del cinema con grande sarcasmo (la divisione tra cinema autoriale e popolare, gli intellettualoidi, la vanità degli artisti) e poi, laddove ha lasciato macerie, costruisce la sua celebrazione della settima arte. Forte del suo bellissimo titolo ambiguo, Official Competition si chiude dentro il cinema per aprire il cinema verso la vita. Come fanno i bei film che non finiscono quando si spengono le luci e durano molto di più delle risate che ci regalano.
Conclusioni
Ridere di gusto in sala ci era mancato tantissimo. Nella nostra recensione di Official Competition vi abbiamo raccontato quanto la nuova commedia di Mariano Cohn-Gastòn Duprat sia un esilarante dietro le quinte del mondo cinematografico. Partendo dalle esasperazioni della finzione, questo distruttivo concentrato di ironia e sarcasmo costruisce poco per volta un ritratto umano pieno di fragilità e solitudine. Un grande film che meriterebbe di lasciare il Lido di Venezia con un premio in mano. Se così non fosse, siamo certi che gli autori di Official Competition non ne farebbero un dramma. Anzi: se la riderebbero alla grande.
Perché ci piace
- La scrittura è brillante, ispirata e piena di un'ironia sempre tagliente.
- La capacità di essere un'opera distruttiva e costruttiva allo stesso tempo.
- Antonio Banderas ci regala una prova eccezionale e autoironica.
Cosa non va
- Chi non ama le opere metacinematografiche potrebbe storcere il naso.