Sono passati otto anni dalla prima avventura con cui l'abbiamo conosciuta, ma Vaiana non ha perso il suo spirito temerario: in Oceania 2 accetta una missione ancora più pericolosa e importante. Diretto da Dave G. Derrick Jr., il nuovo classico Disney, arrivato nelle sale, può contare ancora sulle voci italiane che abbiamo apprezzato nell'originale: a dividersi la protagonista sono sempre Emanuela Ionica nei dialoghi e Chiara Grispo nel canto, mentre Fabrizio Vidale è il semidio Maui.
La grande new entry è invece Giorgia: la cantante doppia Matangi, nuovo personaggio che si rivela fondamentale per la crescita di Vaiana. Si tratta di una donna-pipistrello al servizio di Nalo, divinità che ha lanciato una maledizione sui popoli dell'Oceania, dividendoli. Per spezzare il suo operato la protagonista deve trovare l'isola nascosta Motufetu.
Giorgia, abituata a lavorare con la voce, non si aspettava però che il doppiaggio fosse un'arte così difficile, come ci ha detto nella nostra intervista sul red carpet della prima italiana del film, a Roma: "La sala di doppiaggio è stata particolarmente tosta! Pensavo fosse un po' più facile. Ma mi è piaciuto ritrovarmi a dover imparare, a dover faticare. Sono stata guidata magistralmente, perché ho avuto la possibilità di essere guidata da Massimiliano Manfredi, che è un grandissimo direttore del doppiaggio. Mi ha insegnato molto".
Oceania 2: intervista a Giorgia
In Oceania 2 Matangi ha la canzone più interessante (e soul), in cui dice a Vaiana che lei è "diversa perché punta all'essenza". E soprattutto le rivela che per andare dove si vuole non è sempre necessario conoscere esattamente la strada. Anzi, per creare la magia a volte bisogna perdersi. È davvero così?
Giorgia: "A me capita continuamente di perdermi! Però, alla mia età, ho imparato che sono proprio i momenti in cui perdi la rotta a insegnarti a usare risorse che magari non credevi neanche di avere. Forse è banale dirlo, ma sono proprio i momenti difficili che ti insegnano qualcosa. Quindi bisogna perdersi per poi ritrovarsi, possibilmente, migliori".
La cantante si porta a casa anche un altro importante messaggio da questa esperienza: "Penso sia fondamentale la riflessione su come dovremmo imparare a essere sempre più in connessione con la Terra. Ormai non è più una scelta, è un dovere. Un film come Oceania 2 può far arrivare questo messaggio importante alle nuove generazioni in modo giocoso. Questo rispetto per la natura non dovrebbe essere considerato qualcosa di faticoso, ma come qualcosa in grado di nutrire la tua anima: la connessione con la natura ti aiuta a vedere le cose in modo più positivo".
Le voci italiane: Emanuela Ionica, Chiara Grispo, Fabrizio Vidale
All'inizio del film c'è un momento molto toccante: Vaiana sta per partire, e la sorellina, Simea, le dà una piccola stella marina dicendole di portare un pezzetto di casa sempre con sé. Cosa significa "casa" per i doppiatori di Oceania 2? Riprendere questi ruoli è stato un po' come tornare in famiglia?
Fabrizio Vidale: "Secondo me ognuno di noi porta se stesso nell'ambiente in cui arriva. Bisogna avere determinati principi, che metti nella tua valigia e te li porti in giro. In un momento in cui i principi sono stati un po' persi, Vaiana in questo nuovo film ci ricorda l'importanza dei valori e la ammiriamo per questo. Ma questa è una cosa che può fare ognuno di noi".
D'accordo Chiara Grispo: "Io mi porto dietro sempre qualcuno della mia famiglia proprio per non perdere mai il contatto con casa!". Per Emanuela Ionica invece: "Casa è il nostro cuore. Quindi sono tutte le persone e le cose che amiamo della vita. Quindi sì, è possibile portarle sempre con noi. Se parliamo e agiamo veramente seguendo il nostro cuore, siamo sempre a casa".
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Il lavoro del doppiatore
Vidale quest'anno festeggia 50 anni di carriera come doppiatore, iniziata proprio con la Disney: il primo ruolo è stato il coniglietto di Robin Hood! Ma in tutto questo tempo gli è mai capitato di perdere la strada? E come si fa a ritrovarla? L'attore: "Il mio lavoro mi porta a trovarmi da un'altra parte tutti i giorni! A cercare dentro di me per poter ricreare un'emozione che non mi appartiene. Cosa che tra l'altro noi doppiatori facciamo in pochissimi minuti, quando invece ciò che abbiamo di fronte altre persone ci hanno messo mesi a crearlo. Il doppiaggio è un'illusione ottica: in qualche maniera dobbiamo mettere quell'emozione in quegli occhi. Quindi abbiamo la fortuna di essere chiamati tutti i giorni a cambiare. E questa credo sia una grande fortuna. Quindi sì, mi perdo tutti i giorni per ritrovarmi nel personaggio che devo interpretare".