Due agenti sono appostati dentro una volante al porto. Sono lì per controllare che non ci sia attività criminale. A un certo punto però, nel silenzio totale, parte la canzone Nell'aria di Marcella Bella. L'ha messa il più maturo della coppia, Marcello, sotto gli occhi (e sopratutto le orecchie) incredule di Achille. Sono i protagonisti di No Activity - Niente da segnalare, interpretati dagli attori Luca Zingaretti e Alessandro Tiberi.
Su Prime Video dal 18 gennaio, No Activity - Niente da segnalare adatta in salsa italiana l'omonima serie australiana. In sei episodi vediamo intrecciarsi le vite di tre coppie legate tra loro: gli agenti Marcello e Achille, appunto, le poliziotte Katia (Carla Signoris) e Perri (Emanuela Fanelli), che lavorano in centrale, e i criminali Toni (Rocco Papaleo) e Dario (Fabio Balsamo).
I personaggi di Zingaretti e Tiberi hanno visioni opposte della vita, soprattutto quando si tratta di esprimere sentimenti. Nella nostra intervista i due attori ci parlano di uomini e sentimenti. E ci confessano quali sono le citazioni cinematografiche che usano di più: quella di Zingaretti viene da Toro Scatenato di Martin Scorsese e la dice Robert De Niro: "Non sono andato al tappeto!"
No Activity: intervista a Luca Zingaretti e Alessandro Tiberi
Mentre sono in macchina, i protagonisti di No Activity - Niente da Segnalare parlano di qualsiasi cosa. Dalle app per incontri a come aprire i chakra. E anche delle lacrime maschili. Abbiamo quindi chiesto agli attori se sono contenti che il pianto negli uomini sia stato sdoganato, anche sullo schermo.
Per Alessandro Tiberi: "È una cosa meravigliosa. Il gioco della nostra copppia è esattamente questo, smascherare il mio personaggio, che è sempre coperto. Addirittura si fa la doccia vestito! La serie invece vuole proprio mostrare due uomini dei nostri tempi, con dei problemi. A prescindere dal fatto che il loro obbiettivo sia arrestare degli spacciatori e non lo fanno, fanno altro. Ma questo fa parte della linea divertente della serie".
Per Luca Zingaretti invece: "Penso che sia giustissimo che gli uomini piangano. Soprattutto in questo periodo in cui bisogna reinventarsi il maschile, che è stato messo, lasciami dire anche giustamente, un po' in crisi, come valori, come figura. Come quello che dovrebbe essere. Quindi, perché non ripartire dal fatto che ci si può concedere anche determinati atteggiamenti, determinati sentimenti, determinate fragilità? Anche se io penso che piangere non sia così fragile, anzi, è una dimostrazione di forza. Noi nella serie scherziamo su questa cosa, però mi piace che ci sia anche questa componente: questi due che, finalmente, dentro questa sorta di macchina dove nessuno ascolta, si spoglino di tutta una serie di sovrastrutture che fanno anche parte di un mestiere, come quello del poliziotto, che è vissuto come l'idea dell'uomo incorruttibile, forte, senza una crepa".
Luca Zingaretti e i social
Uno degli spunti più divertenti della serie Prime Video è il personaggio interpretato da Fabio Balsamo: il suo criminale è in realtà una specie di influencer, che fa le dirette sui social salutando i follower come farebbe Chiara Ferragni: il suo "hi guys!" dalla scena del crimine è geniale. Dario è la dimostrazione che oggi tutti hanno bisogno di fare self branding, perfino chi delinque.
Il Re, Luca Zingaretti sulla serie Sky: "Montalbano direbbe: minchia che personaggio!"
Alessandro Tiberi non è però convinto: "Non so nemmeno cosa sia! Intanto dovrei capire cosa hai detto!" ci ha risposto. Luca Zingaretti invece: "Il personaggio di Fabio secondo me è una delle trovate più belle di questa serie, perché in qualche modo ribalta tutto. È un personaggio che vede tutto allo specchio. Per quanto riguarda me, sinceramente, sul self branding ho un po' di difficoltà. Sono un uomo di un'altra generazione. Più che il self branding per me la parola d'ordine è sempre stata understatement. Però i tempi sono quello che sono, quindi ben venga anche il self branding".