Proprio a inizio millennio, ormai 22 anni fa, Dreamworks deliziava il grande pubblico con l'uscita del primo e storico capitolo di Shrek. Forse in pochi sanno che Spielberg e Katzenberg opzionarono il progetto dopo aver letto il romanzo di William Steig, acquisendone i diritti. Questo fa della favola dell'orco verde riscopertosi eroe una vera e propria trasposizione, e già nel 2001 il film di Andrew Adamson e Vicky Jenson aveva come obiettivo principale il ribaltamento del canone fiabesco in un più sofisticato e ispirato modello narrativo.
Nella saga di Shrek proprio la sovversione in sé era motore essenziale di gag e punto focale dell'economia della trama, ma il mondo di vent'anni fa era estremamente più rigido e meno interessato a tematiche quali inclusività o gender equality, motivo che rendeva il solo capovolgimento abbastanza innovativo da essere considerato geniale. Oggi Shrek necessiterebbe di un trattamento sicuramente più woke ma ugualmente intelligente e lontano da facili ipocrisie di costume, e probabilmente così sarà con l'uscita dell'eventuale quinto capitolo, ma in assenza di orchi cavalieri e ciuchini destrieri, su Netflix c'è adesso il bellissimo Nimona a riflettere con brillante semplicità sul paradigma del mostro in una favola cartoonesca popolata da falsi eroi.
Le alte mura del pregiudizio
Quello di Nimona è un regno futuristico con un piede ancorato al passato. Almeno in apparenza, si tratta di una società moderna e inclusiva dove le minoranze non vengono discriminate e la lotta di classe sembra appena un lontano ricordo. Sicurezza e benessere sono inoltre alla base dell'intera struttura dello stesso. Tutto merito dell'Istitute for Elite Knight, accademia di formazione per i migliori cavalieri del Regno destinati poi alla protezione attiva della città e dei suoi abitanti. L'ambientazione fantascientifica che unisce avanzata tecnologia e architettura medievale è già sintomatica di una crasi concettuale che mira a inserire vecchi dogmi del passato in un contesto avveniristico e folgorante. Vuole forse mostrare come una magnifica evoluzione ingegneristica unita a una politica sociale votata al rispetto e alla tolleranza non vada sempre di pari passo con l'evoluzione della percezione umana del diverso, che spesso ristagna in stupidi o pericolosi preconcetti.
Per quanto possa infatti dirsi "aperto", il Regno poggia in verità su fragili fondamenta di paura, ignoranza e pavidità, completamente chiuso al mondo esterno mediante una propaganda istituzionale votata al mantenimento di un comodo status quo raggiunto con bugie e codardia. Nessuno è mai uscito dalle mura del Regno per timore dei mostri che si dice infestino le terre al di là del confine cittadino, vivendo l'ipocrisia dell'eroismo cavalleresco come unica via di sopravvivenza e tranquillità in un mondo oscuro e inconoscibile, rintanati al sicuro dietro a preconcetti consolidatisi in orizzonti di cemento. Paradossale allora come una società totalmente dipendente dalla figura dell'eroe in realtà nemmeno ne necessiti, perpetrando in sostanza la convinzione menzognera che i mostri là fuori siano il pericolo da rifuggire e che l'isolamento sia il solo modo di sopravvivere.
Rock'n'roll Shift
Nella pratica, quello di Nimona è un reame cavalleresco di falsi eroi, sicuramente fedeli al dovere pratico di protezione e a quello morale del rispetto delle virtù del loro ruolo, ma tendenzialmente inutili. Non è un caso che il cavalierato sia divenuto una sorta di show televisivo e che i cavalieri siano delle star indiscusse del Regno. La sovversione dello status quo è anzi rimessa a uno di loro, Sir. Ballister Blackheart, il meno plagiato tra tutti e d'estrazione differente da quella nobiliare richiesta in effetti a tutti coloro che vogliono divenire cavalieri. È anche un protagonista apertamente omosessuale e incarna in un'unica personalità tutte quelle difficoltà d'inclusione che sopravvivono ancora oggi per chi non è totalmente conferme a regole di classe, gender od orientamento sessuale, in un contesto socio-culturale che si fa addirittura vanto di parole come uguaglianza e libertà. Accade che, già pregiudicato dalla sua provenienza e in parte foriero di cambiamento, per un complotto relativo alla trama viene considerato da tutti un mostro e assassino, per questo disprezzato e cacciato.
Attira così l'attenzione di Nimona, una mutaforma che si nasconde in abiti umani nel Regno che scopriamo poi essere la creatura che mille anni prima aveva spinto Gloreth - la fondatrice - a creare l'Istituto. Personifica il dolore della solitudine e le conseguenze della repressione, forte della metafora musicale del rock'n'roll in quanto genere energico, scomodo e libero da costrizioni formali in senso tematico, per questo in passato temuto e combattuto. Un cavaliere nero e una mutaforma che insieme rappresentano il valore unico della diversità che può fare di fatto la differenza, portare nuovi suoni e colori in un ambiente dinamico nella sua asetticità, abbattere muri eretti da millenni e dimostrare come i veri eroi siano spesso degli outsider costretti prima di tutto a distruggere per poi impegnarsi a risanare e ricostruire qualcosa di nuovo e di migliore.