Nemiche per la pelle è una piacevole sorpresa. L'ultimo film di Luca Lucini è dirompente grazie al carisma delle due attrici protagoniste, Margherita Buy e Claudia Gerini, alle prese con una maternità improvvisa e soprattutto indesiderata.
Al loro fianco due attori altrettanto capaci come Giampaolo Morelli e Paolo Calabresi, i cui personaggi impallidiscono dinanzi alla personalità delle due donne indipendenti, ciniche e profondamente egoiste.
L'idea di una famiglia alternativa, come spiegano gli attori, non farà piacere a tutti gli spettatori, specie qualche politico conservatore che potrebbe storcere il naso. Al contrario, la diversità e l'amore sembrano le uniche due forze su cui posare le basi solide di un vero nucleo familiare, per quanto bizzarro esso possa apparire. Il confronto tra le donne e il giovanissimo nuovo arrivato si rivelerà alquanto comico nonostante i tre siano alle prese con un dolorosissimo lutto. Chi corrompe chi? Lo abbiamo chiesto ai protagonisti.
Diverse da noi
Le donne che interpretate nel film sono molto diverse fra loro. Che cosa le unisce?
Claudia Gerini: Io interpreto Fabiola, una donna terribilmente attaccata al denaro e al successo. Margherita è Lucia, molto più spirituale e apparentemente devota agli altri. In comune non abbiamo nulla se non la scoperta dirompente che facciamo dopo la morte del nostro ex marito. Mi sembra doveroso precisare che queste due donne non diventeranno mai amiche ma collaboreranno alla crescita di un figlio che viene loro imposto dalle circostanze della vita.
E voi avete qualcosa in comune con i vostri personaggi?
Claudia Gerini: Io solo i tacchi. Per il resto Fabiola è lontanissima da me che ho dei valori altissimi (ride, n.d.r.) e soprattutto non sono così cinica.
Margherita Buy: Il sandalo, il camicione e l'amore per i cani sicuramente sì. Ma di certo quel tipo di egoismo camuffato da interesse per gli altri non mi appartiene.
Una donna al potere
Margherita, come le è venuto in mente questo soggetto?
Margherita Buy: Volevo mettere a confronto un diverso punto di vista femminile. Noi donne siamo molto più complesse degli uomini e soprattutto ci osserviamo di più. Ogni donna è un mondo a parte. Al centro del loro arriva questo bambino che funziona quasi come merce di scambio, un po' come avviene tristemente tra molti coniugi dopo una separazione. Adoro fare commedie e credo che il genere con protagoniste delle donne abbia una marcia in più.
Come avete gestito il piccolo protagonista del film alla sua prima esperienza sul grande schermo?
Claudia Gerini: Quel bambino è bravissimo, un vero professionista, sapeva tutte le battute a memoria. Ha sofferto solo un po' quando si girava a notte fonda perché era abituato ad andare a dormire alle nove e quindi abbiamo rotto i suoi equilibri.
E gli uomini?
E il parterre maschile perché ha preso parte a questo progetto?
Giampaolo Morelli: Nel film sono sia toy che boy. È stato un onore partecipare ad un film del genere con protagoniste due donne che devono occuparsi di un bimbo. Se dovessi scegliere un sottotitolo aggiungerei: "Se avete gradito Kung Fu Panda 3 adorerete questo film". Poi Adinolfi ci dirà la sua.
Paolo Calabresi: Mi ha condizionato la gioia di interpretare un uomo senza spina dorsale. Il cinema italiano è pieno di personaggi maschili senza palle e il mio ne è la conferma. Non può nulla contro il carattere esuberante di due donne così egoiste. Mi piace questo film perché non si ferma alla superficie ma racconta la loro crescita, l'evoluzione dei loro sentimenti.
Lucini si è sentito a suo agio nel girare questo film, nato da un'idea non sua ma della Buy?
Luca Lucini: Dirigere Claudia Gerini e Margherita Buy è stato un piacere. Non sono solo i loro personaggi ad essere complementari ma lo sono anche come attrici, quando sono in scena. Vederle in azione è stato come rivivere un momento di grande cinema, con una coppia storica come quella formata da Jack Lemmon e Walter Matthau. Sul set mi sembrava che tutto funzionasse a meraviglia come qualcosa di magico. Con due attrici così si può tranquillamente essere sopra le righe senza rischiare di vederle diventare macchiette.