Natale a Mistletoe Farm, la recensione: il nuovo film di Natale Netflix si tinge di un’atmosfera anni '90

La recensione di Natale a Mistletoe Farm: il film targato Netflix ci porta nell'atmosfera natalizia di un villaggio della campagna inglese, dove tra comicità slapstick, animali divertenti e siparietti musicali, ci sentiamo parte di una storia di (ri)scoperta dei valori importanti.

Natale a Mistletoe Farm, la recensione: il nuovo film di Natale Netflix si tinge di un’atmosfera anni '90

Dicembre non è ancora iniziato ma siamo già in pieno clima natalizio, che lo vogliamo o no, e tra decorazioni, lucine e cioccolate calde non potevano mancare i primi film di Natale ad allietare le nostre serate invernali. In particolare su Netflix è disponibile Natale a Mistletoe Farm, commedia natalizia britannica per famiglie scritta e diretta da Debbie Isitt.
Il film ruota intorno a Matt Cunningham (Scott Garnham) e i suoi 5 figli, Rosie, Lily, Charlie, Buster e Violet. L'uomo è un padre single che ha recentemente perso sua moglie in circostanze che non ci vengono mai rivelate, ha un lavoro impegnativo nella city londinese e riceve una lettera da un avvocato che gli comunica che il padre, nel suo testamento, gli ha lasciato una fattoria chiamata Mistletoe Farm. Spronato da un suo collega, Matt decide di passare lì qualche giorno, lontano dalla frenesia della città, per lavorare a un importante discorso da consegnare per la Vigilia di Natale, convinto che l'aria fresca della campagna lo aiuterà a far emergere la sua creatività.

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Natale a Mistletoe Farm: un'immagine del film

Una volta arrivato nel delizioso villaggio di Cobbledon insieme ai suoi figli, l'uomo entra a contatto con una realtà a lui del tutto sconosciuta per la quale non nutre alcun interesse: la gestione di una casa in campagna, tra animali da accudire e riparazioni da effettuare. Gli abitanti del villaggio vedono in lui l'eroe che salverà Mistletoe Farm dai costruttori, che vorrebbero comprarla per piazzare al suo posto un moderno centro commerciale, mentre i suoi figli si sentono finalmente integrati e in una comunità non giudicante e accogliente.
Dal canto suo Matt vorrebbe solo dedicarsi al discorso, ma tutti uniscono le forze per convincerlo che esiste qualcosa di più importante del lavoro e che Mistletoe Farm è qualcosa di più di una semplice fattoria.

L'amore per i figli e l'importanza della felicità

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Natale a Mistletoe Farm: una scena del film

A Christmas Carol colpisce ancora e sembra impossibile fare un film di Natale senza che, almeno in parte, la storia di Dickens aleggi sui protagonisti. Il fulcro di Natale a Mistletoe Farm, infatti, è il sempiterno dilemma tra lavoro e famiglia declinato in una formula sicuramente già vista ma che sembra perfetta per una riflessione natalizia. Matt è un padre vedovo, si impegna al massimo per garantire ai suoi figli la serenità e la gioia che meritano e lotta per mantenere il giusto equilibrio tra la sua vita professionale e quella familiare, di certo non aiutato dalla sua capa arrogante e spesso sopra le righe interpretata da Ashley Jensen.

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Natale a Mistletoe Farm: una sequenza del film

La morte della loro madre viene menzionata spesso senza scadere mai nello smielato e serve da motore per raccontare le difficoltà di integrazione dei 5 bambini. Se infatti in città Rosie, Lily, Charlie, Buster e Violet non amano andare a scuola, in campagna possono essere se stessi e imparare cosa vuol dire sentirsi parte di una comunità che non li giudica se "indossano abiti scintillanti", come nel caso del piccolo Buster.
Il romanticismo c'è ma rimane sullo sfondo e l'interesse tra Matt e Miss Ashley (Kathryn Drysdale), la veterinaria del paese, non sovrasta mai la vera morale della storia: la felicità di una famiglia che ritrova se stessa.

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Natale a Mistletoe Farm tra slapstick e inclusività

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Natale a Mistletoe Farm: una foto del film

È dalle innocenti parole del figlio Buster che si possiamo evidenziare il sottotesto di inclusività che attraversa trasversalmente tutto il film in modo mai forzato, mai "dovuto", che non punta al politically correct a ogni costo. Al contrario vuole mostrare una realtà naturale, eterogenea, che gioca con gli stereotipi per abbandonarli in un contesto di festosa comunità.
Ecco allora che il personaggio di Beano assume un ruolo di primo piano: il ragazzo di campagna grasso, bonario, che si è preso cura degli animali della fattoria fino all'arrivo di Matt è il personaggio cardine attorno al quale si sviluppa la parte più divertente del film. A lui è affidata la "linea comica", come direbbero in Boris, e le scene che lo riguardano, spesso slapstick, esagerate e mescolate a infinite citazioni cinematografiche, ci riporta alla mente un modo di fare film molto anni '90 che punta alla risata a tutti i costi anche grazie a un linguaggio leggero e a un umorismo banale (sì, ci sono cacca, pipì e altre amenità del genere).

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Natale a Mistletoe Farm: una scena

Come non pensare a Babe e ai suoi escamotage per salvarsi la pelle aiutato dagli altri animali? Ma non solo, c'è anche Mamma ho perso l'aereo - specialmente nelle scene con i due terribili costruttori - e qualcosa che ci ricorda le storie di Matilda sei mitica e affini. Film che hanno popolato il nostro immaginario e che tornano grazie principalmente alla mimica e alla bravura di Scott Paige nei panni di Beano, vero punto di forza di Natale a Mistletoe Farm.

Conclusioni

Come visto nella nostra recensione di Natale a Mistletoe Farm, il film è una commedia divertente per tutta la famiglia, perfetta per passare un momento di leggerezza ma anche di riflessione sulle cose importanti della vita: la famiglia, l’amore e il rapporto con i figli e con gli altri. Ci pone di fronte a un quesito: stiamo davvero facendo ciò che ci rende felici? La scrittura è il punto debole di una storia che si regge su pochi, bravi, attori i quali riescono a trasformare un film come tanti in una bella storia. Non mancano alcune gradite citazioni cinematografiche e un po’ di sentimentalismo natalizio.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.6/5

Perché ci piace

  • La contrapposizione tra la frenesia della città e la vita lenta della campagna è un classico che non ci stanca mai.
  • Il personaggio di Beano ci fa ridere ma anche riflettere ed è il punto di snodo della storia.
  • Una comicità spesso bassa ma che mitiga il lato zuccheroso del film.

Cosa non va

  • Non si approfondiscono alcune dinamiche importanti per la storia, come il rapporto di Matt con suo padre.
  • Alcuni personaggi sono eccessivi e sopra le righe.