Stella di Hollywood in ascesa, attore e regista politicamente impegnato, Diego Luna nasconde tante anime. La sua versatilità gli permette di passare da un franchise commerciale come Star Wars a piccoli progetti indipendenti. Con l'amico d'infanzia Gael García Bernal ha fondato la Canana Films, compagnia di produzione con cui valorizza la cinematografia messicana producendo opere militanti. E in Messico è tornato a vivere stabilmente, dopo una parentesi californiana, per stare vicino ai figli avuti dall'ex moglie, l'attrice e modella Camila Sodi. Il ruolo da co-protagonista della quarta stagione della serie Netflix Narcos: Messico, lo ha portato a Lucca Comics & Games 2018, ospite dell'Area Movie, per incontrare il pubblico italiano e raccontare la sfida che lo ha spinto ad accettare il ruolo del narcotrafficante ed ex agente di polizia Felix Gallardo, fondatore del cartello di Guadalajara.
Dietro l'aspetto da eterno ragazzino, Diego Luna cela una serietà e una dedizione al lavoro. Prima di accettare il ruolo di Felix Gallardo, Luna si è recato dal regista Eric Newman chiedendogli "le motivazioni che lo spingevano a fare questa serie. Quando me le ha dette, ho capito che per lui era davvero importante e ho accettato il lavoro". Per il rigoroso interprete calarsi nei panni di un criminale come Felix Gallardo non è stato facile: "È il mio opposto. Ho dovuto fare uno sforzo, cercare le motivazioni reali del mio personaggio. Ho provato a capirne l'aspetto umano, a comprendere la sua idea di successo, dovevo renderlo un personaggio tridimensionale. Il difficile è all'inizio quando devi entrare nel personaggio, scegliere come vestirti, come muoverti. Ero molto nervoso quando ho visto i primi 3 episodi. Stavo ancora girando, mi sono sentito sollevato perché c'è sempre un grande rischio in serie come questa, devi stare attento".
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Alla scoperta del Messico tra narcotrafficanti, miseria e corruzione
Narcos: Messico racconta le origini del narcotraffico e mostra le condizioni di miseria che hanno spinto parte del popolo messicano a dedicarsi all'attività criminale (qui la nostra recensione di Narcos: Messico). Per Diego Luna è importante che la visione del suo paese veicolata dalla serie Netflix sia corretta: "Il proibizionismo non ha funzionato. In Messico la violenza è in aumento, la droga è un business enorme per tante persone, non solo per i narcos. Governo, polizia, politici, tutti abbiamo a che fare con questa situazione e vorrei che la serie sensibilizzasse il pubblico, vorrei che i consumatori europei capissero da dove viene la droga che usano. Bisognerebbe affrontarlo come un problema di salute pubblica, non solo legale".
Diego Luna, il perfezionista
L'accuratezza che Diego Luna infonde nel proprio lavoro lo ha spinto verso Narcos: Messico proprio in virtù di questa attenzione alla materia trattata. Parlando del suo impegno sul set, la star messicana specifica: _"Quando lavori in una serie è impossibile improvvisare, per via del ritmo serrato delle riprese o dell'importanza dello sceneggiatore, ma arriva il momento in cui tu conosci il personaggio meglio di chiunque altro.
I personaggi della serie tv provengono da parti diverse del Messico e questo influenza il loro modo di parlare
Sul set ci siamo trovati di fronte a una situazione anomala: il copione era scritto in inglese, è stato tradotto in spagnolo e poi l'ho ritradotto nello spagnolo in cui pensavo che parlasse il mio personaggio, che è molto specifico. I personaggi della serie tv provengono da parti diverse del Messico e questo influenza il loro modo di parlare, i narcos si stanno spartendo il potere, ognuno rivendica la propria provenienza tramite l'accento. In questo caso ho avuto la libertà di giocare con le parole che volevo, sono stato coinvolto nelle decisioni. La produzione è venuta in Messico in cerca di alleati per sviluppare la storia. Abbiamo curato i costumi, gli ambienti, ogni dettaglio doveva essere autentico"_.
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La rivoluzione di Netflix
Grazie a Netflix, la diffusione dei contenuti si è estesa a tutti i paesi in cui il servizio è attivo favorendo il successo globale di serie come Narcos. Un vantaggio per gli artisti? Diego Luna non lascia andare a facili entusiasmi e analizza la situazione con lucidità specificando che "le nuove piattaforme consentono a un maggior numero di persone di accedere ai contenuti, ma i problemi sono gli stessi di prima. Dipende dalla promozione. Avete sentito parlare di un film intitolato Mister Pig? Ve lo dico io, no! È su Netflix, l'ho diretto io, ma nessuno lo guarda perché non è stato investito denaro per promuoverlo. La vera rivoluzione di Netflix è che il pubblico sceglie i contenuti. Netflix sa esattamente cosa guardano gli spettatori, ma accontentare il pubblico non deve diventare una schiavitù. La narrazione è la celebrazione del punto di vista del narratore, questa idea va protetta".
Se la gente comincia a consumare contenuti in solitudine sul telefonino o sul laptop, il mondo diventerà un posto molto difficile da vivere
La democratizzazione portata da Netflix sembra piacere a Diego Luna, che però rimane legato alla dimensione collettiva della sala cinematografica: "Dicendo questo sembrerò vecchio, ma il cinema ci fa vivere un'esperienza collettiva, non possiamo dimenticarci dell'importanza di questo. Se la gente comincia a consumare contenuti in solitudine sul telefonino o sul laptop, il mondo diventerà un posto molto difficile da vivere. Film, concerti, calcio sono importanti in quanto manifestazioni collettive, ci portano a stare a contatto con gli altri, a essere una comunità".