Nanni Moretti: 'Io presidente democratico cerco un'emozione'

Il regista italiano presenta la sua giuria che si dimostra concorde nella ricerca di una pellicola emotivamente toccante da premiare. A chi andrà la loro Palma del cuore?

Approda sulla Croisette la giuria del 65° Cannes Film Festival che prenderà il via stasera con la proiezione di Moonrise Kingdom, nuova fatica del regista americano Wes Anderson. Il Presidente Nanni Moretti, circondato dai suoi giurati, si confronta con la stampa per dettare le sue linee guida, ma nonostante la leggenda narri di rigorose imposizioni ai tempi della giuria veneziana, oggi Nanni appare rilassato e sorridente e confessa di essere un 'presidente democratico', pronto ad ascoltare le opinioni dei suoi colleghi. Con lui troviamo la bellissima Diane Kruger, la francese Emmanuelle Devos, i registi Andrea Arnold, Alexander Payne, Hiam Abbass e Raoul Peck, la star inglese Ewan McGregor e l'eccentrico stilista Jean-Paul Gaultier.

Nanni, da presidente quali istruzioni ha impartito alla tua giuria?
Nanni Moretti: Sfortunatamente sono un presidente democratico perciò non mi imporrò più di tanto. Naturalmente gli ho chiesto di riservare la stessa attenzione a tutti i film e di vederci spesso per confrontarci nelle riunioni. Ovviamente niente di ciò che ci diremo nelle riunioni dovrà trapelare all'esterno.

Quali sono i criteri di qualità necessari per ottenere la Palma d'Oro?
Nanni Moretti: Come spettatori negli anni tendiamo a cambiare sia nei gusti che nell'umore. Vorrei premiare un film che mi sorprenda e che rifletta sia sulla realtà che sul cinema.

Sui giornali francesi è esplosa la polemica perché quest'anno non ci sono registe donne in competizione. Come vi sentite al riguardo?
Andrea Arnold: Sono un po' delusa dal fatto che non ci siano film di donne da giudicare, però ve ne sono state negli anni scorsi. I film riflettono la realtà ed evidentemente in questo momento non viene dato abbastanza spazio alle donne per far sentire la loro voce. Non conosco la ragione, ma spero che ci siano sempre più registe donne.

Emmanuelle Devos: Non credo che Thierry Fremaux lo abbia fatto consapevolmente. L'anno scorso c'erano quattro donne, ma vi sono paesi in cui ci sono pochissime registe donne perché non hanno accesso a questo mestiere. Ci sono ancora molte cose che devono cambiare.

Diane, che tipo di responsabilità senti nel giudicare i film in concorso? Quali saranno i tuoi criteri?
Diane Kruger: Quello che cerco è un film che non mi lasci indifferente, qualcosa che mi tocchi nel profondo, che mi sciocchi e che sia capace di insegnarmi qualcosa del mondo e di me stessa. L'importante è che sia un film che faccia pensare. Qui abbiamo alcuni dei migliori film dell'anno. Molti registi li conosco, ma sono curiosa di scoprire gli autori nuovi.

Hiam, so che tu riservi enorme attenzione alla recitazione, sei una regista e sei tu stessa un'attrice meravigliosa. Presterai uno sguardo particolare agli attori?
Hiam Abbass: Credo che valuteremo tutti gli aspetti dei film. Questo è il nostro dovere di giurati ed è diverso da quando si compra un biglietto per andare al cinema. Da spettatrice non faccio attenzione ai dettagli, ma voglio essere trasportata nel mondo del film. Spero di vivere una forte esperienza emotiva anche in questo caso.

Ewan, anche tu ti lasci trasportare dall'emozione? E' questo il tuo criterio di valutazione principale?
Ewan McGregor: La difficoltà principale nell'essere giurato è che a volte capita di trovare film che ti catturano a tal punto da rendere difficile valutare i singoli elementi, la recitazione, la giuria o la sceneggiatura. La tua immaginazione prende il potere, ma io cercherà di fare il mio meglio.

Alexander, i film del presidente di giuria Nanni Moretti sono ricchi di humor. Per te quanto è importante la presenza dello humor?
Alexander Payne: Non voglio dire come dovrebbe essere un film, ma io apprezzo molto il senso dell'umorismo. Non lo ritengo indispensabile in tutte le pellicole, ma apprezzo quando scopro la natura umoristica che il regista ha impresso nel suo lavoro.

Raoul, tu sei un regista che non ha timore di affrontare questioni scottanti, argomenti delicati come le questioni politiche. Ritieni che questi aspetti siano più importanti della fattura del film stesso?
Raoul Peck: Io tendo a lasciar da parte il mio gusto personale quando devo fare il giurato come in questo caso. Cercherò di valutare il film nel suo insieme e spero di lasciarmi influenzare anche dalle opinioni dei miei colleghi nel corso delle riunioni. Se uno di noi scoprirà qualcosa che vale la pena di valutare lo ascolterò con attenzione per dar vita a un dibattito interessante.

Jean-Paul, tu non sei dell'ambiente. Quale è il tuo rapporto col cinema? Come valuti un film?
Jean-Paul Gaultier: I miei criteri sono disparati. Mi è capitato di scoprire un film dal suo manifesto, si trattava di My Beautiful Laundrette , sono andato a vederlo ed era meraviglioso. Ciò che mi auguro è di essere sopreso il più possibile, di scoprire qualcosa di nuovo e di diverso. Spero di imparare da registi capace di reinventarsi un linguaggio diverso.