Creata da Rob McElhenney, anche protagonista, e Megan Ganz, Mythic Quest è arrivata alla seconda stagione, disponibile dal 7 maggio su Apple TV. Dopo due episodi speciali, Quarantine ed Everlight, la serie ambientata nell'ufficio di una società che sviluppa videogiochi si è superata, mettendo insieme un secondo ciclo di puntate che sono una gioia di scrittura e interpretazione.
Il Mythic Quest del titolo è proprio un videogioco, ideato da Ian Grimm (Rob McElhenney) e sviluppato da Poppi (Charlotte Nicdao) insieme alla sua squadra di programmatori. Nella prima stagione la donna voleva più potere e libertà creativa: in Mythic Quest 2 è stata esaudita e deve fare i conti con le sue abilità di leader.
Sia Ian che Poppi devono fare fronte comune per affrontare le difficoltà che si presentano quotidianamente. La prima è rappresentata da una persona: Brad Bakshi, interpretato da un mefistofelico Danny Pudi, capo della monetizzazione. A lui non interessano le discussioni sulla grafica o sulla bontà di una storia: vuole solo vendere. Brad si fa aiutare a spargere terrore in ufficio dalla sua assistente, Jo (Jessie Ennis), senza scrupoli esattamente come lui ma ancora più folle. Abbiamo incontrato i due attori Danny Pudi e Jessie Ennis proprio per parlare con loro del lato oscuro di Mythic Quest.
Mythic Quest: Brad e Jo, il Lato Oscuro della serie Apple
Non giriamoci intorno: Brad e Jo sono chiaramente il Lato Oscuro di Mythic Quest.
Danny Pudi: Amo interpretare Brad: è il capo della monetizzazione di questa società che crea videogiochi di successo. Credo che parte di questo successo sia dovuto proprio al suo lavoro: si vanta di essere in grado di trovare ogni modo possibile per far fruttare il gioco. È molto bravo nel suo lavoro. Allo stesso tempo c'è tensione tra lui e i creativi: loro sono più interessati alla grafica, alla bellezza della narrazione. Invece Brad non ha alcuni interesse per questi aspetti: un prodotto è un prodotto e lui è interessato ad attirare più utenti possibili e quindi a farci più soldi possibili. D'altra parte è lui che paga il sushi di tutti, la loro assicurazione, le luci nel palazzo. È divertente interpretare un personaggio a cui non importa nulla di essere amato, che si preoccupa soltanto dei suoi obbiettivi ed è molto diretto. Non gli importa nulla dei cinque, degli abbracci. A me importa di queste cose, ma ho cercato di mettermi nei suoi panni e cercare di essere spavaldo come lui.
Jessie Ennis: Amo interpretare un personaggio così folle: non assomiglio per niente a Jo, per fortuna! Credo che l'unica cosa che ci accomuna è fare le cose con un impegno del cento per cento. Se devo fare una cosa do il massimo. Anche Jo è così, però ha delle tendenze preoccupanti: è violenta, senza scrupoli. È divertente interpretare un personaggio così strano: è davvero un'agente del caos!
Cosa può insegnarci il Lato Oscuro?
Jessie Ennis: È una domanda molto interessante: sicuramente una cosa che ho imparato da Jo è non preoccuparsi di quello che pensano gli altri di te. È quasi liberatorio interpretare un personaggio che non è preoccupato di rendersi gradevole. Una cosa che sia a me che a Danny non appartiene: entrambi vogliamo disperatamente piacere agli altri! È la "sindrome degli attori".
Mythic Quest e il potere della commedia
Con gli episodi speciali Quarantine ed Everlight avete raccontato a modo vostro anche la pandemia. Quanto è importante ridere in questo momento?
Jessie Ennis: È davvero un onore e una gioia poter lavorare a una commedia in questo momento: credo che le risate siano un bisogno primario. Io stessa nell'ultimo anno mi sono affidata alle commedie per superare questo periodo difficile. Quindi sono orgogliosa di sapere che anche noi, con questa serie, possiamo dare quella gioia ad altre persone.
Danny Pudi: Sono d'accordo. Anche su di me la commedia ha questo effetto curativo: quando ho avuto problemi in famiglia, o personali, le commedie sono sempre state uno splendido strumento per capire il mondo e quale fosse il mio posto in questo mondo. Specialmente in questo periodo storico, mi sento molto grato per essere in grado di creare qualcosa del genere con persone a cui voglio bene. Amo la commedia: mi aiuta a dormire! Adoro What We Do in the Shadows. Credo che le commedie siano un modo meraviglioso per evadere e tirarci su. È stato bellissimo poter creare anche in un momento come questo. Gli autori della serie, Rob McElhenney e Megan Ganz, non hanno voluto ignorare la realtà. È stato bello poter affrontare molte delle cose che tutti stiamo vivendo, dando allo stesso tempo un po' di speranza. Facciamo pur sempre una commedia! E riuscire a far ridere di questi tempi mi sembra abbia ancora più valore.
Everlight: l'episodio speciale di Mythic Quest
Everlight è un piccolo capolavoro. Com'è stato fare una puntata fantasy e fare le proprie scene d'azione?
Danny Pudi: Durante la produzione della seconda stagione mi sono arrivati diversi messaggi del tipo: abbiamo bisogno di te per la prova delle lenti a contatto, dei canini, delle corna, dobbiamo misurare la tua testa. Ho pensato che fosse fantastico! Ho fatto teatro e adoro trasformarmi. Amo Halloween e mettermi dei costumi. Quindi per me è stato meraviglioso. Come interprete ho cominciato facendo il ballerino: quindi ripetere le coreografie per me non è stato un problema. È stato divertente per me fare le prove delle scene di combattimento. Nella seconda stagione a un certo punto io e Jessie abbiamo un momento in cui ci muoviamo in cerchio, facendo una specie di lotta di danza. Anche quella è stata fantastica da fare.
Jessie Ennis: È stato fantastico poter fare delle scene d'azione: non ne ho fatte molte, spesso ho avuto delle controfigure. Quindi fare la preparazione atletica è stato molto divertente. Ero un po' preoccupata di farmi male alle ginocchia, ma scoprire di essere in grado di fare queste scene è stato liberatorio. Abbiamo studiato le coreografie e ho ritirato fuori delle lezioni fatte quando studiavo teatro. Poter recitare con spada e scudo è stato meraviglioso. Credo che uno dei punti di forza della serie sia proprio questa mescolanza dei generi: grazie a Everlight abbiamo potuto esplorare il fantasy. In un altro episodio abbiamo un approccio quasi "da National Geographic". Credo che il messaggio di Everlight sia che la speranza vince sempre. Nell'episodio c'è questa bella metafora del sole che risorge dopo una lunga notte. Per noi, dopo questi cinque mesi di quarantena, è stato bellissimo poter tornare a lavorare dal vivo. Abbiamo portato nella serie la stessa esperienza che hanno vissuto tutti. Con questo episodio abbiamo esorcizzato la sofferenza e l'oscurità di questo ultimo anno.
Brad: il dark lord di Mythic Quest
Per Brad contano solo le vendite. Cosa è più importante secondo te: una buona storia o una storia che vende?
Danny Pudi: Penso che in questo mondo vendite e buone storie debbano coesistere: oggi ci sono molti giochi bellissimi e complessi, ma se non vengono giocati da abbastanza persone, se le persone non ci giocano abbastanza, non possono espandersi e avere una lunga vita. Per Brad contano solo le vendite, non gli importa se si tratti di un gioco o di carta igienica. Come artista invece penso che tutto debba cominciare con una buona storia. Sono d'accordo con C.W., il personaggio interpretato da Frank Murray Abraham, quando dice che ci vuole "backstory". Una bella storia, piena di retroscena, può raggiungere più persone. Quindi secondo me ci vogliono entrambe le cose.
Nella seconda stagione scopriamo qualcosa in più su di lui grazie a suo fratello.
Danny Pudi: In questa stagione vediamo quali sono le insicurezze di Brad grazie all'introduzione di un nuovo personaggio, suo fratello, interpretato da Parvesh Cheena, che è il mio migliore amico. Quando mi sono trasferito a Los Angeles ho dormito sul suo divano. Abbiamo cominciato a fare teatro insieme a Chicago. Ho realizzato un sogno: poter finalmente lavorare con il mio amico da una vita in questa serie. È un attore incredibile, fantastico. In quell'episodio c'è anche Snoop Dogg! Se mi avessero detto che nella seconda stagione avrei lavorato con il mio migliore amico e Snoop Dogg non ci avrei mai creduto. È stato bellissimo.
Il rapporto con i videogiochi di Danny Pudi e Jessie Ennis
Visto che Mythic Quest racconta anche il mondo dei videogiochi, che rapporto avete con questo mondo?
Jessie Ennis: Prima di cominciare a lavorare alla serie scherzavo sul fatto che il mio fidanzato gioca così tanto ai videogiochi da trasformarli nella sua amante. Da quando lavoro a Mythic Quest mi fanno continuamente domande sui videogiochi, se sono una gamer, quindi ho sentito il bisogno di documentarmi e provare a giocare. Ho un Oculus, mi piace giocare a Beat Saber. Ho giocato a Ghost of Tsushima con il mio fidanzato. Ma alla fine il mio preferito è Tetris: lo amo fin da quando ero bambina, ci giocavo per ore. Ora è qualcosa che posso dire con orgoglio, perché fa parte anche del mio lavoro!
Danny Pudi: Amo molto la saga di Zelda: Ocarina of Time forse è il mio gioco preferito in assoluto. Durante la pandemia ho giocato moltissimo a Breath of the Wild, passando davvero troppo tempo a preparare elisir! È davvero un mondo meraviglioso da esplorare. Sono sempre stupito da quanto si siano evoluti i videogiochi. Lavorando alla serie adesso apprezzo ancora di più il contributo di tutti gli artisti e delle persone coinvolte in questo processo creativo. Storyboard artists, ingegneri, marketing: tutte queste persone danno il loro contributo. Ho potuto parlare con un vero capo della monetizzazione e adesso capisco meglio il loro mondo.