Mr. Morfina, recensione: una riuscita action comedy che sdogana il concetto di vulnerabilità

Ritmo, risate e una grande soundtrack: Jack Quaid perfetto normal man per un film capace di ribaltare il senso del dolore e della salvezza. Al cinema dal 27 marzo.

Un'immagine di Mr. Morfina

Una grande soundtrack, non c'è che dire: This is Gonna Hurt di Dirty Nice, The Darkness con I Believe in a Thing Called Love, i Chicago con You're the Inspiration. Eppure, Mr. Morfina non poteva iniziare con una canzone più esplicativa di Everybody Hurts dei REM. Se Michael Stipe cantava il bisogno di stare insieme perché "tutti piangono e tutti soffrono", Dan Berk e Robert Olsen, su sceneggiatura di Lars Jacobson, partono dal presupposto che no, non tutti sono in grado di provare sofferenza, restando ignifughi al dolore, e non solo al dolore fisico. Un superpotere? Non proprio. Anzi.

Mr Morfina Jack Quaid
Jack Quaid è Nate in Mr. Morfina

Senza dubbio, il film, è un oggetto particolare, gustoso e, nemmeno a dirlo, meravigliosamente scritto. Sia chiaro: in Mr. Morfina (ma il titolo originale è Novocaine) l'originalità risiede nell'alterare le regole dell'action comedy filtrandole attraverso il più classico degli eroi per caso, e allungando all'estremo la stessa idea di dolore che si infrange sul concetto di vulnerabilità.

Mr. Morfina: Jack Quaid inaspettato eroe action

E se di stimoli parliamo, quelli del protagonista Nathan "Nate" Caine (Jack Quaid, dal phisique du role perfetto) sono pressoché inesistenti. È affetto da un raro disturbo, ossia l'insensibilità congenita al dolore, ma anche al freddo e al caldo. Complicato per lui regolare i comportamenti quotidiani, e ancora più difficile spiegare agli altri quello che il disturbo comporta. Lavora in banca, non mangia cibi solidi e non ha amici, se non Roscoe (Jacob Batalon), che non ha mai visto, ma con cui passa il tempo a giocare on-line.

Amber Midthunder Jack Quaid Mr Morfina Scena Film
Jack Quaid e Amber Midthunder

Uno squarcio di luce arriva quando la collega Sherry (Amber Midthunder) sembra interessarsi a lui. Tuttavia, il giorno dopo il loro memorabile appuntamento, la banca in cui lavorano viene rapinata: i criminali saccheggiano il caveau e rapiscono proprio Sherry, tenendola in ostaggio. È il momento di agire: Nate digrigna i denti e inizia una folle rincorsa per liberare la ragazza.

Un film da adorare

Dietro la palese chiave umoristica, e dietro la rilettura dell'eroe action in stile John Wick, si nasconde pure una non scontata disamina sul concetto di salvezza. Con una domanda: cosa siamo disposti a fare per salvare qualcuno? In questo senso, Mr. Morfina scorre dritto e velocissimo (ma dieci minuti in meno avrebbero aiutato), esaltando il più possibile una sceneggiatura oggettivamente ingegnosa che non perde mai di vista un focus volutamente leggero, e vicino al miglior intrattenimento possibile (anche grazie alla performance di Jack Quaid, splendido normal man).

Mr Morfina Jack Quaid
In azione con Jack Quaid

L'esaltazione generale, che segue il filo illogico di una corsa sanguinolenta (che sfiora addirittura lo splatter!), e segnata dalla resistenza fisica di un protagonista irresistibile, è anche sorretta dalla chiave umana: Dan Berk e Robert Olsen, che avevano dimostrato una certa bravura già con Malvagi del 2019 (recuperatelo), hanno la lucidità di essere credibili accennando a quelle straordinarie imperfezioni che ci rendono unici e inequivocabili. Nate, che respinge ogni stimolo doloroso (e quindi deve costantemente rinunciare, per paura di farsi male senza accorgersene), è quindi l'elemento di rottura: un perfetto outsider - e sappiamo quanto il cinema sia debitore agli outsider - che rivela le proprie (dis)abilità emotive e psichiche in un mondo che, invece, punta alla gloria. Un cortocircuito assolutamente stimolante, e adatto ad un film che, ci scommettiamo, finirete per adorare.

Conclusioni

Jack Quaid perfetto normal man che si ritrova a diventare, suo malgrado, un eroe per caso. Ritmo sostenuto e idee brillanti, che rivedono il concetto di action comedy seguendo la traccia umanizzata del dolore (non solo fisico) e della vulnerabilità. Un film da vedere tutto d'un fiato, con le carte in regola per essere giù un piccolo cult.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Jack Quaid perfetto per il ruolo.
  • L'idea arguta e gustosa.
  • Il tema della vulnerabilità e del dolore.
  • Il ritmo c'è...

Cosa non va

  • ... ma dieci minuti in meno avrebbero aiutato.