Richard Gere debutta in televisione (dopo aver interpretato, all'inizio della carriera, solo parti minori in piccole produzioni) con un ruolo estremamente affascinante e complesso: il magnate delle telecomunicazioni Max Finch. Come scopriremo in questa recensione di MotherFatherSon 1x01 e 1x02, i primi due episodi della serie prodotta dalla BBC e distribuito qui da noi da Sky (in onda di lunedì su Sky Atlantic e Now Tv), catturano gli spettatori proprio grazie al controverso personaggio interpretato da Gere, un moderno Citizen Kane che si è costruito un impero nella comunicazione di massa e che tira le fila della politica del Regno Unito.
Una storia che spazia dal dramma familiare al thriller psicologico, in grado di raccontare tanti temi diversi, che possono toccarci da vicino, come le difficoltà di relazionarsi tra genitori e figli o di crescere nell'ombra del proprio padre, o che invece ci sembrano appartenere a mondi estremamente lontani, come quello di un magnate della comunicazione che prende il tè con il primo ministro inglese (e si permette amabilmente di criticare la selezione di dolci che gli vengono offerti).
Dal family drama al thriller psicologico
La storia di MotherFatherSon oltre che sul personaggio interpretato da Richard Gere - un miliardario di origini americane, proprietario, tra gli altri, del National Reporter, un'importante testata britannica - è incentrata sulla sua ex moglie Kathryn, interpretata da Helen McCrory, e sul figlio trentenne Caden (Billy Howle), erede designato dell'impero giornalistico del padre e capo redattore proprio del Reporter. Kathryn e Caden sono legati a Max - in maniera e per ragioni, ovviamente, diverse - da una relazione estremamente conflittuale e problematica. I tre personaggi si cercano ma al tempo stesso si respingono, hanno bisogno gli uni degli altri ma non riescono a convivere. Caden, soprattutto, cerca di ritagliarsi uno spazio nel mondo costruito da suo padre, ma quello che fa non sembra mai essere abbastanza per impressionarlo.
Sullo sfondo delle vicende che riguardano direttamente i membri di questa famiglia disfunzionale, poi, troviamo sia la scomparsa di un'adolescente, che intuiamo essere in qualche modo legata alla famiglia Finch, e l'arrivo sulla scena politica inglese di una nuova candidata al ruolo di Primo Ministro, che Max deve decidere se appoggiare pubblicamente o meno. Da quanto abbiamo potuto capire in questi primi due episodi sia il lato thriller della storia che la sottotrama politica diventeranno sempre più importanti, intrecciandosi in maniera sempre più diretta alle vite dei protagonisti. Inoltre, a prendersi più spazio saranno, con il proseguimento della serie, anche certi personaggi dell'ottimo cast di contorno, in cui troviamo Sinéad Cusack, Joseph Mawle e Sarah Lancashire.
MotherFatherSon: Richard Gere torna alla tv con un personaggio oscuro, complesso e affascinante
Il primo episodio: una famiglia disfunzionale
Il primo episodio si apre, come vi anticipavamo, con la scomparsa di una ragazza adolescente, cosa che, per quanto venga per ora solo accennata, ci è chiaro sia in qualche modo legata a Max e al suo giornale. Il National Reporter è il luogo dove Caden dovrebbe dimostrare le sue doti, allontanandosi dall'ombra ingombrante di suo padre, ma invece diventa per lui una sorta di prigione, il ragazzo non sembra infatti mai riuscire a fare quel passo in più per guadagnarsi la sua stima. I problemi di comunicazione tra i due non mancano, padre e figlio sembrano parlare due lingue diverse, e da parte di Max non c'è mai la volontà di venirsi incontro, di colmare quel vuoto che ormai li separa. La vita di Caden è influenzata in maniera estremamente negativa dal rapporto burrascoso con il padre, e per soffocare il dolore non trova altra soluzione che alcol, droghe e le relazioni sessuali con le prostitute, con le quali riesce a sentirsi potente, ed accettato, almeno tra le mura della sua camera da letto.
A ricordare un passato migliore c'è però la madre Kathryn, testimone di un tempo in cui le cose andavano bene anche per una famiglia come la loro. Le cose però sono peggiorate e, allontanatisi dal figlio nel corso degli anni, ora per la donna riprendere i rapporti è molto difficile: per riempire le sue giornate si dedica attivamente al volontariato e, pur senza saperlo, aiuta coloro che condividono con Caden le stesse dipendenze.
Il secondo episodio: scaviamo nel passato
Nel secondo episodio iniziamo a scavare, attraverso una serie di flashback, sempre di più nel passato dei Finch, e scopriamo le conseguenze che la spirale autodistruttiva in cui Caden si è fatto trascinare avranno su di lui e su chi lo circonda. Soprattutto, però, ci facciamo un'idea ancor più precisa di quanto il personaggio di Max sia astuto e manipolatore, ci rendiamo conto di quanto gli basti solo un gesto ed un cenno del volto per confermare il controllo che esercita sugli altri. È un personaggio ambiguo, assetato di potere, ma al tempo stesso anche estremamente carismatico ed affascinante, capace di trascinare e coinvolgere lo spettatore. Tra i personaggi secondari iniziamo a seguire Maggie Barns (Sinéad Cusack) e Nick Caplan (Paul Ready), giornalisti interessati a scoprire di più sulla ragazzina scomparsa (e sul misterioso omicidio di un investigatore privato che seguiva il suo caso), convinti che media ed autorità stiano cercando di insabbiare cosa le sia accaduto.
Una serie piena di sorprese
I primi due episodi - il primo visto principalmente dalla prospettiva di Caden, il secondo da quella di Kathryn - sono la giusta introduzione alla serie, ci fanno capire che nel passato dei suoi protagonisti c'è tanto altro da scoprire e che, con il procedere della narrazione, ogni pezzo del puzzle tornerà al proprio posto e tutto ciò che intuiamo essere stato sepolto per essere dimenticato verrà riportato alla luce. Come vi anticipavamo, quello che ci aspettiamo è che nei prossimi episodi la storyline thriller acquisti sempre più importanza e che diventi anche un ulteriore mezzo per scavare nel mondo dei tre personaggi principali.
Un avvertimento è necessario, però, prima di concludere questa prima recensione: non aspettatevi da MotherFatherSon moderazione e sobrietà ma, anzi, tutto il contrario. Gli eccessi in questa serie scritta da Tom Rob Smith (American Crime Story: L'assassino di Gianni Versace) non mancano, ma anzi sembra che ci si diverta spesso a sconvolgere lo spettatore, a spingerlo a distogliere lo sguardo dallo schermo. A nostro parere questo suo essere a tratti così sopra le righe, almeno per quanto riguarda i primi due episodi, non ha fatto altro che rendere MotherFatherSon ancor più irresistibile e coinvolgente. Siamo curiosi di scoprire che cosa ci riserverà in futuro.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione dei primi due episodi di MotherFatherSon sottolineando quanto questa serie dalla trama estremamente intrigante e dall’ottimo cast - capeggiato da un Richard Gere in splendida forma - ci abbia subito catturato. È proprio il personaggio interpretato da Gere, il magnate delle telecomunicazioni Max Finch, che ci ha subito stupito per la sua complessità: l’attore interpreta un uomo di potere, manipolatore e doppiogiochista, ma al tempo stesso estremamente affascinante e carismatico.
Perché ci piace
- Il protagonista interpretato da Richard Gere, carismatico e complesso.
- I suoi co-protagonisti, la stupenda Helen McCrory e il promettente Billy Howle.
- La trama intrigante e coinvolgente.
Cosa non va
- Il cast di contorno non ha ancora avuto il tempo di farsi scoprire.
- Certi passaggi, forse un po’ sopra le righe, non adatti a tutti i palati.