Mortal Kombat Legends: Scorpion’s Revenge, la recensione: Sangue ed eccessi in versione animata

La recensione di Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge, nuovo adattamento animato, prodotto da Warner Bros. Animation, del popolare franchise di videogiochi, disponibile per l'acquisto digitale dal 16 Aprile.

Mk 3 Scorpion Vs Liu Kang
Mortal Kombat Legends: Skorpion's Revenge: una scena del film

Mortal Kombat è uno di quei brand storici del mondo dei videogiochi, di quelli che tutti conoscono anche soltanto di nome, e quindi anche dell'aderenza allo spirito di questa serie terremo conto in questa nostra recensione di Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge, nuovo adattamento animato a cura di Warner Bros. Animation, insieme a NeatherRealm Studios e Warner Bros. Interactive Entertainment, disponibile per acquisto in digitale a partire dal 16 aprile su Apple Tv, TIMvision, Chili, Rakuten TV e altre piattaforme, in attesa di arrivare dal 30 aprile anche per il noleggio su Sky Primafila, Vvvid e Infinity.

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La vendetta di Scorpion

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Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge, una sequenza del film

Lo dice il titolo: Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge racconta la storia di una vendetta. Tutto inizia dal massacro della famiglia di Hanzo Hasashi per mano del mercenario Sub-Zero, un evento traumatico per l'uomo che viene esiliato nelle profondità del Netherrealm. Lì accetta di mettersi al servizio di Quan Chi in cambio della possibilità di tornare in vita come Scorpion e vendicare la propria famiglia. Intanto, nel regno della Terra, Lord Raiden mette insieme una squadra di improbabili eroi composta da guerrieri come il monaco Shaolin Liu Kang, l'ufficiale delle forze speciali Sonya Blade e la stella del cinema Johnny Cage, per sconfiggere i gladiatori del Regno Esterno di Shang Tsung fino a diventare campioni del torneo di Mortal Kombat e salvare l'umanità.

Le dinamiche consolidate

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Mortal Kombat Legends: Skorpion's Revenge: una scena del film

Quel che colpice del lavoro diretto da Ethan Spaulding e sceneggiato da Jeremy Adams è come sappia affidarsi alle dinamiche consolidate del franchise, ai suoi personaggi ben noti e gli scontri tra essi pur raccontandoli con una prospettiva diversa. In questo modo il risultato in Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge riesce a rappresentare un piacevole divertimento per chi è già addentro al mondo dei videogioco creato da Ed Boon e John Tobias, sia per chi gli si avvicina per la prima volta. Un lavoro di adattamento che si avvale anche di un buon cast vocale, che ospita nomi come Joel McHale e Jennifer Carpenter a impreziosirne la composizione e che è ben supportato dal lavoro di design e animazione dei personaggi.

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Tra sangue e Fatality

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Mortal Kombat Legends: Scorpion's Revenge, una scena del film

C'è una certa superficialità nella gestione della storia, ma l'approccio narrativo risulta comunque adeguato per sostenere quello che è il cuore del franchise. Se la mitologia di Mortal Kombat è presente, infatti, lo è anche il suo approccio ironico, sanguinario ed eccessivo allo scontro fisico: c'è molto sangue in scena nel corso dei combattimenti ben coreografati e messi in scena, ci sono fratture, mutilazioni ed epica violenza, con menzione speciale per la resa grafica delle Fatality, le brutali mosse conclusive che i vincitori infliggono agli sconfitti degli scontri. Un aspetto che non poteva mancare ed è reso con violenta e gustosa efficacia.

Conclusioni

Chiudiamo questa nostra recensione di Mortal Kombat Legends: Scorpion’s Revenge ancora carichi e divertiti dalla visione del film d’animazione distribuito da Warner Bros. Home Entertainment, per quell’ironia e sano gusto dell’eccesso che contraddistingue il franchise e arriva inalterato anche a questa nuova incarnazione animata, fatta di design, animazione e costruzione degli scontri di discreta fattura. Va da sé che siano caratteristiche che lo rendono inadatto a chi non ne condivide lo spirito, ma per tutti gli altri si tratta di una visione che intrattiene e diverte.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.7/5

Perché ci piace

  • La rappresentazione grafica delle fatality.
  • Design dei personaggi, animazione e coreografie degli scontri di tutto rispetto.
  • Il cast vocale, che vanta nomi come Joel McHale e Jennifer Carpenter.
  • L’ironia e il gusto per l’eccesso che contraddistingue il franchise…

Cosa non va

  • … ma lo rende inadatto a chi non ne condivide lo spirito.
  • Qualche inevitabile superficialità narrativa.