Montparnasse femminile singolare: je suis Paula

Al suo esordio con un lungometraggio, Léonor Serraille firma una sceneggiatura brillante e dirige una magnifica Lætitia Dosch per raccontare le difficoltà e i trionfi di una giovane donna che naviga un mondo a cui non vuole conformarsi.

Uno degli esordi più acclamati del cinema francese lo scorso anno, Montparnasse bienvenue (Jeune femme) di Léonor Séraille ha vinto la Camera d'Or all'edizione 2017 del Festival di Cannes, dove era incluso nella selezione Un certain regard, e un anno dopo arriva nelle nostre sale grazie a Parthénos con il titolo Montparnasse femminile singolare, un po' più arzigogolato dell'originale ma comunque abbastanza azzeccato.

Montparnasse femminile singolare: Laetitia Dosch in una scena del film
Montparnasse femminile singolare: Laetitia Dosch in una scena del film

La protagonista e l'anima del film si chiama Paula, è appena tornata a Parigi e sta vivendo una rocambolesca e traumatica rottura con l'uomo che amava follemente e con cui ha vissuto a lungo in giro per il mondo. Nella Ville Lumière, Paula trova ad attenderla solo porte chiuse, è spiantata, sola, ma finirà per scoprire di poter contare su risorse che non immaginava di avere.

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Una picchiatella a Parigi

Montparnasse femminile singolare: Laetitia Dosch in un'immagine tratta dal film
Montparnasse femminile singolare: Laetitia Dosch in un'immagine tratta dal film

La scrittura di Séraille, che costruisce un racconto lineare, ma ricco e stratificato, che ci lascia scoprire per gradi la profondità del dramma che sta vivendo la protagonista, è caratterizzata da grande ironia ma anche da una notevole intelligenza ed equilibrio: la matrice ideologica della storia, la sua urgenza di raccontare la condizione di una giovane donna nella Francia contemporanea e le difficoltà che affronta nel navigare un mondo che è ostile alla sua indipendenza e alla sua eccentricità, ci arrivano senza appesantire il film di didascalismo o artifici.

Montparnasse femminile singolare: Laetitia Dosch e Léonie Simaga in un momento del film
Montparnasse femminile singolare: Laetitia Dosch e Léonie Simaga in un momento del film

La naturalezza, la leggerezza, il brio della messa in scena ci parlano della lezione di François Truffaut e di una giovane regista che sa far parlare la città e i suoi abitanti, li sa fare respirare nel racconto, mentre Paula cerca di rialzarsi dopo la sua caduta rovinosa, attraverso espedienti, bugie, delusioni, incontri e sorprese.

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Montparnasse femminile singolare: Laetitia Dosch e Léonie Simaga in una scena del film
Montparnasse femminile singolare: Laetitia Dosch e Léonie Simaga in una scena del film

La scena a Laetitia

Montparnasse femminile singolare: un primo piano di Laetitia Dosch
Montparnasse femminile singolare: un primo piano di Laetitia Dosch

Spesso si spara un iperbolico "è una forza della natura" di fronte a una performance particolarmente esplosiva, a un interprete dalla presenza scenica fuori dal comune. Ma Laetitia Dosch una forza della natura lo è davvero, grazie alla sua bellezza selvaggia, dalla chioma infuocata e scomposta, alla personalità spumeggiante e vitale che contribuisce in maniera significativa a dare forma a Paula e al suo percorso, e all'energia e alla vulnerabilità di un personaggio che, ne siamo certi, per qualcuno sarà irritante. Fastidioso. Fuori luogo. Come spesso si cercano di far sentire le donne che non possono o non vogliono incontrare le aspettative che la società ha nei loro confronti. Paula ci dimostra che è un viaggio doloroso, è faticoso, ma possibile.

Montparnasse femminile singolare è un film che risuonerà potente e cristallino nel cuore di molte ragazze di oggi, che hanno smesso di cercare un centro di gravità permanente fuori da sé per trovarlo in se stesse. Oltre ad essere un'opera deliziosa per tutti.

Movieplayer.it

3.5/5