Monster, la recensione: Koreeda ci regala un film che è dramma e poesia

La nostra recensione di Monster, il nuovo film di Hirokazu Koreeda, presentato alla 76a edizione del Festival di Cannes, che racconta una storia complessa con sensibilità e delicatezza.

Monster, la recensione: Koreeda ci regala un film che è dramma e poesia

Ci sono storie grazie alle quali ci accorgiamo di quanto labile sia spesso il confine tra verità e bugia. Osservando lo stesso fatto da più punti di vista possiamo potenzialmente mutare all'infinito l'idea che abbiamo di una determinata situazione: basta spostare man mano il focus sui soggetti coinvolti ed ecco che otterremo versioni differenti, fatti differenti, verità differenti filtrate ciascuna dal vissuto personale dei personaggi coinvolti. Della complessa natura del reale se ne sono occupate generazioni di filosofi e Monster, ultimo film del regista giapponese Hirokazu Koreeda, sembra offrire una summa di ogni congettura proposta sull'argomento.

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Monster: una scena del film

Il lungometraggio, in concorso alla 76esima edizione del Festival di Cannes, è un'intricata e complessa matassa di fatti e bugie in grado di lasciare più volte lo spettatore nell'incredulità grazie ad una storia che cambia pelle ancora e ancora, con grazia e imprevedibilità, caratteristica che mantiene fino all'ultima inquadratura. Ammettiamo di essere non poco in difficoltà nello scrivere questa recensione di Monster, un po' per la paura di svelare troppo, un po' per la sua complessità che la candida, senza esagerazioni, ad essere una delle produzioni più riuscite presentate in questa annata della manifestazione francese.

Sofferenza e incredulità nella trama

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Monster: una scena del film

Ovviamente non possiamo esimerci dall'esporre una breve trama prestando particolare attenzione a non svelare troppo per non rovinarvi la visione.
Minato vive da solo con la madre, una donna vivace ed energica che, dopo la perdita del marito, lo sta crescendo da sola. Il comportamento del ragazzino, però, col passare dei giorni inizia a farsi sempre più strano: sembra chiaro nasconda qualche disagio, una sofferenza interiore che non riesce ad esprimere. Dopo alcuni episodi particolarmente preoccupanti confessa al genitore di avere dei problemi a scuola, in particolare con un insegnante, Mr. Hori, un giovane docente che sembrerebbe aver usato metodi violenti in classe.

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Una verità mutevole

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Monster: una sequenza del film

È questo l'incipit che apre le porte ad una vicenda intricata fatta di molteplici sfumature, durante la quale lo spettatore si ritroverà più volte a dubitare delle proprie intuizioni e delle intenzioni dei personaggi sullo schermo. Regista e sceneggiatore (Yuji Sakamoto) giocano così con la mente di chi guarda decidendo di riproporre la stessa vicenda filtrata dal punto di vista dei diversi personaggi: abbiamo così l'idea che dei fatti ha la madre di Minato, l'insegnante Hori ed infine Minato stesso. Ciascuno, avendo solo una conoscenza parziale dell'avvenuto, ha e mostra una propria versione che continuamente rimescola le carte in gioco fino allo straziante finale.

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Monster: un'inquadratura del film

Il film appare così come una melagrana: tolta la parte più superficiale snocciola una serie di eventi e tematiche, andando avanti e indietro nel tempo fino a che tutta la vicenda non viene consumata e quel che resta è qualcosa di semplice, qualcosa che nemmeno le storture del mondo adulto possono intaccare. Lo stile di riprese cambia a seconda del punto di vista ma, nonostante questo, la mano del regista, mai giudicante, rimane delicata, particolarmente misurata e attenta a mostrare solo ciò che realmente è indispensabile.

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L'ultimo lavoro di Ryuichi Sakamoto

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Monster: un frame del film

Dalla sceneggiatura, alle immagini, fino alla musica, tutto concorre ad accompagnare personaggi e spettatore verso una sempre maggiore consapevolezza, ed è proprio della musica che ora dobbiamo parlare. Elegante ed essenziale il pianoforte accompagna i momenti salienti senza invadenza ma con estrema efficacia, accordandosi perfettamente con lo stile asciutto della pellicola. Motivo ulteriore per prestare particolare attenzione alla colonna sonora è l'identità suo autore: questo è infatti l'ultimo lavoro di Ryuichi Sakamoto, leggendario compositore venuto a mancare di recente, figura di spicco del cinema internazionale, musicista amato ed apprezzato a livello globale.

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Monster: una scena

Nel momento in cui scriviamo il film non ha ancora una data di uscita per l'Italia, ma speriamo con questo articolo di essere riusciti nell'intento di rendere tutta la bellezza e le qualità di un titolo che ci rimarrà nel cuore e che, dopo diverse ore dalla visione, ancora non riusciamo a mettere da parte. Monster è poesia e dramma raccontati con la maestria di cui solo un grande cineasta è capace.

Conclusioni

Nel ripercorre i punti essenziali della nostra recensione di Monster possiamo dire che il nuovo film di Hirokazu Koreeda è un capolavoro complesso e delicato che riesce a toccare numerose tematiche con efficacia. La mano del regista non è mai invadente o giudicante, accompagnando spettatore e personaggi lungo tutto il loro percorso di consapevolezza appreso attraverso una narrazione temporalmente non lineare. Meravigliosa anche la colonna sonora di Ryuichi Sakamoto perfettamente coerente con lo stile del regista.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • La regia, delicata e accorta.
  • La narrazione che cambia a seconda del punto di vista dei personaggi.
  • La colonna sonora di Ryuichi Sakamoto, elegante ed essenziale.

Cosa non va

  • Troviamo difficoltà nell’elencare anche un solo difetto di questo film che potrebbe non piacere a chi gradisce narrazioni più lineari.