Monsieur Aznavour, recensione: un biopic classico, nel bene e nel male

Il duo Mehdi Idir e "Grand Corps Malade" confezionano un film dal passo nordamericano, promettendo profondità, ma lasciando presto spazio a formule funzionali, ma superficiali. Al cinema.

Copertina di Monsieur Aznavour.

Non accenna ad arrestarsi l'ondata del cinema transalpino che vede come proprio oggetto di interesse il mondo della musica in tutte le sue accezioni. Ondata iniziata ormai un paio di anni fa e che ha riscosso - e sta riscuotendo ancora - un successo considerevole in patria, anche a livello di premi nazionali. Ennesima testimonianza della varietà dell'industria audiovisiva francese, che non smette mai di esplorare qualsiasi possibile territorio.

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Tahar Rahim è Monsieur Aznavour.

L'ultimo titolo cronologico che si può ascrivere a tale filone è firmato a due mani da Mehdi Idir e "Grand Corps Malade" ed è un biopic dalla matrice piuttosto "oltreoceanica" che si interessa della vicenda di uno degli uomini più importanti della storia della musica francese del Novecento e una delle figure considerate più complesse. Il titolo del film è Monsieur Aznavour e il personaggio in questione è, ovviamente, Charles Aznavour.

Come tutti i film biografici ad ampio respiro - la sua struttura è addirittura in cinque capitoli - che si rispettino c'è un grande protagonista, nella fattispecie Tahar Rahim, e l'ambizione di fare della sua storia la Storia del "suo tempo". Questo porta ad un pellicola che ricorre, ovviamente, a delle trovate narrative ideate per romanzare il proprio racconto, renderlo universale e parlare al più ampio pubblico possibile.

Monsieur Aznavour: il destino di un uomo

Monsieur Aznavour Personaggi
Una scena di Monsieur Aznavour.

Il piccolo Charles nasce a Parigi nella prima metà degli anni '20 come figlio di immigrati armeni, poveri, ma mossi da uno spirito luminoso e ben inseriti all'interno di una comunità unita, solidale e permeati da un grande amore per la musica. Una cosa che interessa soprattutto la famiglia Aznavour. Insomma, "era già tutto previsto".

Crescendo Charles (Rahim) comincia a girare per i caffè francesi in cerca di uno spazio per esibirsi come cantante e scontrandosi di conseguenza con i limiti della sua voce - troppo rauca - e del suo aspetto, non così avvenente per uno che vuole parlar d'amore. Una prima svolta arriva con l'incontro con Pierre Roche (Bastien Bouillon) - con cui formò un duetto di grande successo tra il 1943 e il 1950 -, mentre la seconda, decisiva, arriva con quello con Édith Piaf (Marie-Julie Baup), per cui comincia a fare l'autore.

Monsieur Aznavour Scena
Charles e Pierre.

Charles si sente però troppo stretto e sente costantemente il peso di non apparire e di non raccogliere quel consenso e quel riconoscimento che sente di meritarsi e di cui ha incredibilmente bisogno. Motivo per cui decide di lasciare tutto e ricominciare da capo, mettendo il "brutto" volto sulle copertine degli album. Una salita con alti e bassi prima della ribalta nel famoso concerto all'Alhambra.

Un film prevedibile, ma funzionale

Monsieur Aznavour
Charles che fa le prove generali.

Monsieur Aznavour è un titolo che ha un'idea molto universale - e di conseguenza non troppo francese - di se stesso e lo si vede fin dall'inizio, di più, fin dalla scelta del taglio con il quale si decide di raccontare il suo protagonista. Egli non è solo uno chansonnier di successo mondiale, ma è un immigrato che ha dovuto lottare con la xenofobia, un uomo dallo spirito da self made man e, last but not list, animale da palcoscenico antipadre di famiglia.

La ricetta classica del biopic statunitense, che ha il merito di aver superato la prova del pubblico più e più volte, ma il demerito di rifugiarsi spesso in delle formule superficiali per quanto riguarda il racconto del reale, traslando dei passaggi nel campo della fiction più pura. Il risultato è che quello sullo schermo non è Charles Aznavour, ma Tahar Rahim che interpreta - neanche troppo bene - Charles Aznavour. Un peccato perché l'ibridazione con una visione più europea sarebbe stata auspicabile, oltre che naturale.

Monsieur Aznavour Film
Charles sul palco della ribalta.

Ecco allora che Monsieur Aznavour assume la forma di un film che vive più dello spettacolo che della dimensione umana del suo personaggio, che viene riassunta con sequenze e idee trite e ritrite, per lasciare spazio alla genesi e poi l'affermazione dell'artista e del performer. La scrittura è pensata per mettere in scena uno scontro dalla due parti in cui il vincitore si vede però sin dalla prima battuta. Il risultato diviene quini un po' scontato.

Conclusioni

Monsieur Aznavour di Mehdi Idir e “Grand Corps Malade” è un biopic (anche troppo) classico e dal respiro ampio, che ha lo scopo di raccontare il suo protagonista secondo caratteri universali sia per quanto riguarda la sua descrizione e che quella della vicenda in cui è collocato. Una ricetta che ha il merito di aver più volte conquistato il grande pubblico, ma il demerito di essere superficiale, scontata e lontana dalla realtà umana specifica del soggetto al centro della storia.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La scrittura copre bene la durata ampia.
  • Le sequenze spettacolari sono ben costruite.

Cosa non va

  • La prova di Rahim è molto caricaturale.
  • I passaggi che descrivono il lato umano sono superficiali.
  • Lo sviluppo è in generale piuttosto scontato.