Il 15 settembre è arrivato nelle sale italiane, distribuito da Adler Entertainment, l'ultimo film diretto da Patrice Leconte: Maigret. Si tratta ovviamente di una pellicola con protagonista il celebre commissario nato dalla penna di George Simenon che qui è interpretato dal divo francese Gérard Depardieu. Il film è tratto da un romanzo del 1954, Maigret e la giovane morta, in cui il detective si ritrova a indagare sulla morte di una giovane ragazza. Non c'è niente che la identifichi, nessuno sembra conoscerla o ricordarla, ma durante le indagini, il nostro protagonista incontrerà una delinquente che somiglia stranamente alla vittima, e risveglierà in lui il ricordo di un'altra scomparsa, più antica e più intima...
Al di là di quelli che sono i risvolti narrativi e le tinte della messa in scena orchestrata da Leconte, ci sembra doveroso riportare alla memoria le tappe più salienti della "carriera cinematografica" di Maigret, ricordando i film più riusciti, i volti più noti e denotando le caratteristiche e i cambiamenti che hanno traghettato questo personaggio fino ai giorni nostri. Infatti, lungo nove decadi esatte, il commissario francese è stato portato sullo schermo per ben quindici volte. La prima nel 1932, interpretato da Abel Tarride nel film di Jean Tarride intitolato Le chien jaune. L'ultima, va da sé, proprio nel 2022 grazie al Maigret di Leconte. 11 sono stati gli attori che hanno interpretato i panni del detective, tra cui anche l'italiano Gino Cervi. Ripercorriamo insieme le tappe più significative di questo percorso.
1. LA NOTTE DELL'INCROCIO (1932)
Divenuto celebre per il nome del suo regista (un certo Jean Renoir, che ha scolpito la Storia del cinema), La notte dell'incrocio risente positivamente dell'intervento dell'autore. Inizialmente restio a trasporre un romanzo di successo sul grande schermo, Renoir cede al fascino delle pagine di Simenon e lavora donando al film una suggestiva atmosfera. Ciò che infatti interessa maggiormente all'operazione, non sono tanto la chiave narrativa o il mistero da sciogliere, quanto la maschera di una società ipocrita che nasconde sotto la sua facciata segreti inconfessabili. Nei giorni della sua uscita, il film venne accolto in maniera molto fredda da critica e pubblico. Ma a trent'anni di distanza i teorici della Nouvelle Vague ne rivalutarono l'essenza. Celebre, a tal proposito, l'esternazione di Jean-Luc Godard che dichiarò: "Ogni dettaglio a ogni secondo di ciascuno dei suoi piani fa de La notte dell'incrocio l'unico grande film poliziesco francese, che dico, il più grande film francese di avventura". Maigret è interpretato dal fratello del regista, Pierre Renoir.
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2.L'UOMO DELLA TORRE EIFFEL (1949)
Diretto da Burgess Meredith e tratto dal romanzo La testa di un uomo (1931), L'uomo della Torre Eiffel è ricordato principalmente per la presenza di Charles Laughton nei panni del protagonista Maigret. Regista e attore britannico, appassionato di teatro, calca le scene fin da giovanissimo finché viene notato da alcuni produttori che lo introducono nell'universo cinematografico. La sua fama di interprete cresce nel 1934 quando vince un Oscar grazie al ruolo di Enrico VIII ne Le sei mogli di Enrico VIII (1933) diretto da Alexander Korda. Ancora più interessante però, è la collaborazione con Alfred Hitchcock. Prima nel 1939 in La taverna della Giamaica, poi ne Il caso Paradine del 1947. Sembra proprio che da questa pellicola Laughton abbia trovato ispirazione per portare in scena un Maigret più cupo, sofferente e grottesco, un po' come le caratteristiche del giudice interpretato nel film diretto dal Maestro del brivido. Questi connotati entreranno poi a far parte del dna cinematografico dell'attore che, nel 1955, debutterà dietro la macchina da presa con un thriller considerato uno dei capisaldi del genere: La morte corre sul fiume.
3. IL COMMISSARIO MAIGRET (1958)
Liberamente tratto dal romanzo La trappola di Maigret, Il commissario Maigret è ad oggi uno dei titoli più celebri e di consenso popolare tra quelli che hanno come protagonista il detective nato dalla penna e dalla fantasia di George Simenon. Secondo molti critici è addirittura una delle opere più riuscite del ciclo a lui dedicato. In questo film, esordisce nei panni del protagonista l'attore Jean Gabin che interpreterà successivamente il ruolo ancora due volte a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta (Maigret e il caso Saint Fiacre del 1959 e Maigret e i gangsters di Gilles Grangier, 1963). Gabin ha un carisma e un fascino più unici che rari, ma non sono solamente queste le grandi qualità del film in questione: il regista Jean Delannoy si conferma infatti essere un buon mestierante, donando alla pellicola il ritmo e le atmosfere giuste per un prodotto mirato a divertire e intrattenere il pubblico con la giusta dose di suspense.
4.MAIGRET A PIGALLE (1967)
Per la maggior parte del pubblico italiano, il volto di Gino Cervi è giustamente associato a quello del sindaco comunista Giuseppe Bottazzi, detto Peppone, nel celebre ciclo di film che vede come protagonista Don Camillo. Eppure Cervi ha anche a lungo interpretato proprio il commissario Maigret nella serie televisiva RAI diretta da Mario Landi. Maigret a Pigalle è l'unica escursione cinematografica del duo: Landi alla regia e Cervi nei panni del protagonista. Tratto dal romanzo Maigret al night-club, il film è una coproduzione italo-francese e viene ricordato ancora oggi per essere stato l'unico titolo del ciclo cinematografico a essere incappato nella censura. Infatti qualche breve scena venne modificata o eliminata per permettere a tutti, senza il divieto per i minori di 14 anni, di poter assistere allo spettacolo in sala. Questo denota un certo senso del macabro, con venature da cinema del reale che rendono Maigret a Pigalle uno dei più cupi passaggi della filmografia in questione.
5. MAIGRET (2022)
E così siamo arrivati ai giorni a noi più contemporanei. Il commissario Maigret portato in scena dal regista Patrice Leconte e dal divo francese Gérard Depardieu è magnetico e funzionale. L'autore non rinuncia al suo personalissimo sguardo cinematografico, firmando una pellicola malinconica e decadente che restituisce alla perfezione le qualità e le caratteristiche del suo cinema. Il romanzo di Simenon, Maigret e la giovane morta, funge giusto da spunto narrativo in cui poi il film si muove liberamente per trasporre in scena un Maigret assai "appassionato" di alcolici e molto più massiccio e concreto nelle relazioni "muscolari" che intreccia con gli altri personaggi. Quello tratteggiato da questa pellicola è il profilo di un commissario pachidermico ma che riesce a muoversi con grazia e leggiadria tra le maglie di un mistero nebuloso come le vie di Parigi: un ottimo compromesso tra la tradizione letteraria e il gusto cinematografico prettamente contemporaneo.
Patrice Leconte: "Vi racconto il mio Maigret, tra leggenda e umanità"