Mick Jagger a Venezia 76: “I giovani fanno bene a protestare per l’ambiente: erediteranno loro la Terra”

Mick Jagger chiude la 76esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia insieme al cast di The Burnt Orange Heresy di Giuseppe Capotondi, con protagonista Donald Sutherland.

Mick Jagger c'è, Mick Jagger non c'è: per tutta la 76esima edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia in molti si sono chiesti se il frontman dei Rolling Stones sarebbe sbarcato al Lido per presentare The Burnt Orange Heresy di Giuseppe Capotondi, scelto come film di chiusura di Venezia 2019.

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Venezia 2019: una foto di Mick Jagger al photocall di The Burnt Orange Heresy

E alla fine, dopo smentite e speranze, la rock star è finalmente arrivata: sorriso inconfondibile e giacca cool, Mick Jagger ha partecipato alla conferenza stampa del film The Burnt Orange Heresy insieme al regista e alle sue co-star: Donald Sutherland, Elizabeth Debicki e Claes Bang. Sì perché questa volta non canta, ma recita: Jagger ha infatti il ruolo di Joseph Cassidy, importante collezionista d'arte che ospita nella sua villa sul Lago di Como l'artista Jerome Debney (Sutherland), auto esiliatosi dal mondo, a cui il critico d'arte James Figueras (Bang) vuole sottrarre un dipinto con l'aiuto della fidanzata Berenice Hollis (Debicki).

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Venezia 2019: uno scatto di Mick Jagger al photocall di The Burnt Orange Heresy

Il cantante non potrebbe essere più diverso dal suo personaggio: "Mi sono molto divertito a interpretare il collezionista e mercante d'arte" ha detto al Lido, proseguendo: "Non sono proprio un collezionista però: compro un sacco di cose e poi le perdo o le butto via. Recitare è interpretazione, certo ci sono differenze con il mio mestiere: la musica è live, il cinema no. Mi diverte recitare e in particolare in questo film: la sceneggiatura è molto interessante, diversa, originale. Il mio è un personaggio affascinante da interpretare. La cosa bella di questa storia è che non sai mai se i personaggi dicono la verità. È uno degli aspetti che mi ha intrigato di più. Uno dei compiti dell'artista non è togliersi la maschera, ma mettersela: diverse, per capire qualcosa che magari non hai capito di te stesso." Entusiasta del film anche Donald Sutherland, che ha molto amato il suo personaggio: "È uno dei migliori script che ho letto da molti anni a questa parte. Con Elizabeth abbiamo una scena bellissima insieme, che riassume un mondo in poche parole. Quando puoi mettere le mani su una sceneggiatura del genere ti seduce. Capotondi è stato fantastico."

Il glamour del cinema anni '50 e '60

Giuseppe Capotondi si è innamorato dei suoi attori: "Tutti gli attori sono molto belli, ben vestiti, capelli perfetti: volevo ricreare il glamour del cinema d'oro degli anni '50-'60. Non so se ci sono riuscito, ma volevo ricreare questa atmosfera. Abbiamo cercato di fare un film alla Hitchcock. Non ho fatto questo film volendo trasmettere un messaggio in particolare, ma è pur vero che, anche se provi a non dare un messaggio, lo fai sempre. Il genere è molto più divertente da fare, ma se vogliamo proprio individuare il cuore del film, direi che è che dobbiamo accettarci per chi siamo."

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Venezia 2019: Elizabeth Debicki al photocall di The Burnt Orange Heresy

Del suo personaggio Elizabeth Debicki ha invece detto: "Mi piace il fatto che abbia intuito, che segua il suo istinto: la incontriamo in un momento in cui è vulnerabile e smette di seguire le sue intuizioni, perché deve capire chi è. È stato un ruolo interessante da interpretare. Quando ho letto la sceneggiatura lei mi ha subito colpito, soprattutto la sua purezza, che ho trovato davvero bellissima. È onesta: prima era molto sicura di sé, poi si scopre vulnerabile e capisce che quello che sta cercando è l'amore, lo vuole disperatamente. Vuole intimità, connessione, ma si imbatte in qualcuno di pericoloso. In lei c'è un seme, una voce che non ascolta perché vuole disperatamente essere vista e riconosciuta."

A Claes Bang è invece toccato il ruolo del critico, che spesso non va d'accordo con gli artisti: "Ho semplicemente interpretato una parte, non sta a me giudicare. Odio ricevere cattive critiche, ma non per questo i critici sono un male. Sono un attore, non interpreto una professione, ma un personaggio. La cosa interessante di lui è che è molto ambizioso, tanto da avere le vertigini. Mi ha intrigato molto interpretare qualcuno che farebbe qualsiasi cosa pur di seguire la propria ambizione."

Mick Jagger e la lotta per l'ambiente

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Venezia 2019: il cast al photocall di The Burnt Orange Heresy

Mentre Mick Jagger e soci erano in conferenza stampa, sul tappeto rosso di Venezia 2019 Mostra era in atto una protesta di vari gruppi, la maggioranza a favore dell'ambiente. Il cantante ha mostrato solidarietà: "Sono contento che lo stiano facendo, sono loro che erediteranno il pianeta: in USA c'è una situazione d'emergenza, negli ultimi dieci anni l'amministrazione non si è occupata di questo problema, anzi, va nella direzione opposta, quando invece l'America dovrebbe essere un paese che indica la via. Quindi questi ragazzi fanno bene a protestare. Il mondo oggi è sicuramente diverso, a ogni generazione cambia: siamo in tempi molto strani e quando vivi in tempi del genere non sai che cosa succederà alla fine di questo periodo, perché i valori cambiano. Oggi il mondo il mondo è molto polarizzato: c'è inciviltà politica in molti paesi. La combinazione di tutti questi elementi, brutalità e bugie, non si sa dove ci porterà: dobbiamo continuare a dialogare."

D'accordo Sutherland: "In Inghilterra, in Brasile, ci sono molti ragazzi che protestano, devono farlo: ci si deve battere l'ambiente e anche per il problema dell'immigrazione. Devono avere tutto il supporto necessario. Quando hai la mia età, 85 anni, hai figli e nipoti, ti preoccupi di cosa lascerai loro. I governi stanno consapevolmente rovinando il pianeta."

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Venezia 2019: Donald Sutherland al photocall di The Burnt Orange Heresy