Michael Jackson, 10 anni senza il Re del Pop: cosa resta di lui?

Michael Jackson: sono trascorsi 10 anni dalla sua morte: tra documentari e gossip, analizziamo cosa ha lasciato il Re del pop anche al mondo del cinema

Michael Jackson accanto a una delle sue più grandi amiche, Liz Taylor
Michael Jackson accanto a una delle sue più grandi amiche, Liz Taylor

Il 25 giugno 2009 era tarda sera nel nostro fuso orario. Giunse la notizia, non confermata, che forse Michael Jackson era morto. Chi scrive pregustava il suo ritorno sul palcoscenico, biglietti del concerto a Londra prenotati, e non ci crede ancora oggi: sono trascorsi 10 anni dalla morte di Michael Jackson. Quella sera Fox News trasmetteva in diretta uno degli eventi mediatici più seguiti di sempre: milioni di fan attaccati ai notiziari per sapere se davvero il Re del pop aveva finito di respirare. Alcuni motori di ricerca furono intasati per i troppi utenti che inserivano la stessa chiave. Consentitemi la prima persona, ma non ero certo una ragazzina quando accadde. Eppure lacrime e singhiozzi mi accompagnarono per tutta la notte. A soli 50 anni se ne andava un uomo che aveva sfidato la natura in ogni modo. Sembrava incredibile.

E oggi, a 10 anni dalla sua morte, ancora si parla moltissimo di ciò che Michael Jackson forse è potuto essere. Ci si dimentica troppo spesso di ciò che è stato. Servizi in televisione, articoli di giornale e praticamente su ogni blog. Stampa morbosa, dopo l'uscita del discutibile Leaving Neverland (un pugno nello stomaco, è vero, ma oltre alle illazioni cosa mette in scena?) che si crogiola su sfumature da attesa con la tinta in testa, che indugia sul "si dice che" e che, nella migliore delle ipotesi, dipinge questo genio come un freak. Gente che giudica con il metro di un'esistenza comune un uomo che ha avuto una vita straordinaria (nel bene e nel male), unica e difficilmente ripetibile, di certo poco immaginabile per una persona "normale". Lo definiscono un uomo che non si è mai trovato. Eppure basterebbe guardare documentari come il magnifico Bad 25 o il più semplice Michael Jackson's This is it, per capire che quell'uomo decolorato era centratissimo. Magari basterebbe prendersi la briga di documentarsi...

Leaving Neverland, la recensione: Michael Jackson e la pedofilia, il tramonto di un'icona?

Michael Jackson: l'uomo che volle farsi Re

Michael Jackson in un momento del film Michael Jackson's This is it
Michael Jackson in un momento del film Michael Jackson's This is it

Era definito "the King of Pop" e non si è mai capito se questo soprannome se lo fosse dato da solo. Certamente, il mito di Elvis lo aveva, e ne sposò anche la figlia. Ma è altresì certo che era veritiero: suoi sono gli album più venduti della storia, suoi i videoclip più citati di sempre. In assoluto. E il legame di Michael Jackson con il cinema era fortissimo. Non tanto per il film che ha voluto interpretare (Moonwalker è qualcosa di assolutamente autocelebrativo e poco riuscito), quanto per lo stimolo che ha dato a innumerevoli registi che hanno realizzato per lui dei veri e propri cortometraggi quando li ha ingaggiati per un videoclip. A partire da John Landis, con il suo indimenticabile Thriller, uno zombie movie in piena regola. Per continuare con Bad, per il quale volle al timone addirittura Martin Scorsese. Colin Chilvers ebbe la fortuna di ritrovarsi come "inserto" in Smooth Criminal, che citava nientemeno che Fred Astaire in Spettacolo di varietà.

Bad 25: Michael Jackson con il regista Spike Lee sul set del video They don't care about us in una scena del documentario
Bad 25: Michael Jackson con il regista Spike Lee sul set del video They don't care about us in una scena del documentario

L'amore di Michael Jackson per le icone del passato era una spinta propulsiva per creare qualcosa di nuovo e personalissimo: vasta la sua cultura, ma mai una volta si è accomodato su una citazione. Nella musica, nei video che ha scritto, interpretato e talvolta persino diretto, per non parlare della moda. E ovviamente, dell'arte della coreografia: Michael Jackson ha preso i passi che venivano dalla strada, li ha imparati, fagocitati, fatti propri, ripartoriti creando uno stile peculiare e immediatamente riconoscibile: MJ Style, per l'appunto.

Cosa resta del Re Michael Jackson

Michael Jackson in un'immagine del film Michael Jackson's This is it
Michael Jackson in un'immagine del film Michael Jackson's This is it

Miliardario a soli sedici anni, reduce da uno strano passato, cresciuto sotto i riflettori con l'unico scopo di macinare fama e soldi. Michael Jackson un regno se lo era costruito, la sua Neverland, eterno bambino come amava definirsi, eppure uomo, artista dall'identità così precisa che pochi possono vantarne una simile. Iconico e ironico, inventore di decine e decine di "marchi di fabbrica" che gli sopravvivono. La stampa ne ha sempre fatto un freak, poiché purtroppo viviamo in un mondo senza rispetto. Già alla sua cara amica Elizabeth Taylor capitò la stessa cosa: tutti talmente concentrati sui suoi strani amori da dimenticare quale attrice straordinaria fosse stata in precedenza.

Michael Jackson, a quando un film su di lui?

Ora, dopo Leaving Neverland, è la volta di Killing Michael Jackson, un documentario che racconta del medico incriminato per avergli somministrato farmaci sbagliati che lo hanno portato a una prematura morte. Fatto che però continua a passare in secondo piano rispetto alle "testimonianze" sugli oggetti che si sarebbero trovati nella sua stanza al momento della morte, altri dettagli morbosi per alimentare la fame di gossip. Francamente siamo in attesa di un film che racconti la sua storia per come è davvero, come già accaduto per Bohemian Rhapsody e per il meno fortunato, ma più meritevole Rocketman. Il punto è capire se la sua famiglia, da sempre blindata sulla sua vita privata, accetterebbe di rivelare davvero qualche dettaglio in più, oltre a tutti gli atteggiamenti eccentrici ben noti. L'interprete da trovare non sarebbe facile, ma potremmo aprire qui un dibattito. Di imitatori ne vanta innumerevoli, ma nessuno mai sarà come Michael Jackson.