Siamo nell'era dei grandi ritorni, dei revival e reboot. Ormai lo abbiamo assimilato e metabolizzato, assistendo alla parata di grandi titoli del passato che vengono ripresi, riadattati e riproposti ad una nuova generazione di spettatori nella speranza che possano accoglierli come è stato fatto dalle precedenti. Un fenomeno che da casi isolati si è espanso fino a coinvolgere, in modo trasversale, tutto il mondo dell'intrattenimento, dal cinema alle serie TV, passando per i videogiochi e senza lasciare indietro il versante dell'animazione.
Leggi anche: Star Wars, Creed, Jurassic World e la nuova tendenza di Hollywood: i reboot/sequel. E del perché funzionano
Il caso di Mazinga Z, però, va oltre la semplice riproposizione di un classico, perché quello che ha inaugurato l'opera di Gô Nagai, ormai 45 anni fa, è un vero e proprio fenomeno che in questi decenni si è sviluppato, ha preso diverse strade ed avuto un'evoluzione tale da renderlo vero e proprio filone narrativo. Per questo è stato sensato, ma ancora più complesso, mettere in cantiere un nuovo film sul robot di Go Nagai, perché andava mantenuto un certo equilibrio tra l'omaggio ed il rilancio, per soddisfare il vecchio pubblico e catturarne di nuovo. E noi italiani abbiamo modo di conoscere il risultato prima degli altri, prima anche dei giapponesi (il film sarà nelle sale nipponiche solo a gennaio 2018), grazie all'anteprima mondiale ottenuta dalla Festa del cinema di Roma e l'uscita ufficiale del 31 Ottobre.
Lo sguardo verso il futuro
Per ripercorrere il passato, alla Toei hanno pensato di guardare al futuro. In Mazinga Z Infinity, sono passati dieci anni dagli eventi che abbiamo conosciuto attraverso manga, anime e lungometraggi; dieci anni in cui il pianeta Terra ha vissuto un periodo di pace prolungata, di benessere e di evoluzione tecnologica. Il Dottor Inferno è un ricordo, i grandi robot che hanno salvato la razza umana sono esposti in un museo e l'energia fotonica, la più pulita e potente conosciuta dall'uomo, una realtà che alimenta le nostre città. Koji Kabuto, lo storico pilota del Mazinga Z, è ormai un rispettato ricercatore che si trova a lavorare proprio nel Centro di Ricerca per l'Energia Fotonica posto alle pendici del Monte Fuji, sotto il quale, nel corso di uno scavo, vengono rinvenute delle misteriose e gigantesche rovine, denominate Infinity.
La nostra storia ci insegna che la pace non è destinata a durare e tale ritrovamento coincide con un inatteso ritorno: quello del Dottor Inferno e le sue forze pericolose e malvagie. Con le centrali fotoniche di tutto il mondo sotto attacco, i nostri eroi sono costretti a scendere in campo per proteggere nuovamente l'umanità da una forza che rischia di causarne l'estinzione, e Koji Kabuto dovrà salire ancora una volta a bordo di Mazinga Z, trovandosi di nuovo al cospetto di una importante e delicata scelta.
Leggi anche: Mazinga Z e Go Nagai sul red carpet della Festa del Cinema di Roma!
Dio o demone?
Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Vero e valido per Spider-Man così come per altri eroi, super o meno che siano. Vale anche per Koji Kabuto, la cui scelta tra l'essere dio o demone si muove nel sottotesto di un'opera come il Mazinga Z di Go Nagai. Anche in Infinity gli si ripropone una scelta, un dilemma morale che aggiunge profondità alla storia, quello che 45 anni fa ha forse fatto la differenza portando l'opera del maestro Go Nagai alla popolarità che ha ottenuto in tutto il mondo. Uno spessore che il nuovo film diretto da Junji Shimizu riesce a mantenere, muovendosi in equilibrio tra celebrazione del mito e rivisitazione, mantenendone gli ingredienti vincenti, i personaggi, le concessioni leggere, ma strizzando l'occhio ad un pubblico più moderno che dall'intuizione di Nagai ad oggi ha visto e vissuto serie robotiche di ogni tipo.
Leggi anche: È più forte Mazinga o Goldrake? 10 curiosità per diventare esperti di robottoni
Tra passato e futuro
Un equilibrio che è cercato, e parzialmente trovato, anche sul piano tecnico: l'animazione tradizionale e la CGI vanno a braccetto nelle sequenze di Mazinga Z - Infinity, donando al film un look ed una fluidità che oggi è doverosa. Il risultato sono combattimenti spettacolari e fluidi, potenti e dinamici, con la freddezza del disegno al computer che ne penalizza il calore solo in poche occasioni. Il nuovo stile modernizza i robot che conosciamo, ma senza stravolgerli, li adatta al presente richiamando il passato. Shimizu e la produzione Toei, però, non si limitano a questo, ma concentrano molta attenzione sullo sviluppo della storia e i suoi presupposti, aggiungendo una componente politica che non si limita al solo sottotesto, ma emerge nel condurre lo sviluppo del plot, contestualizzando la storia di questo nuovo film nel tempo futuro in cui hanno scelto di ambientarla.
Quella di Mazinga Z - Infinity è una scommessa di Toei che possiamo considerare vinta, che riesce a rendere omaggio ad un glorioso e mai dimenticato passato, ma con la forza necessaria ad imporsi anche nel presente, con una costruzione narrativa tale da poter guardare anche al futuro ed una rinascita del mondo di Go Nagai sul grande schermo.
Movieplayer.it
3.5/5