Mazinga Z: 50 anni del primo Super Robot

Mazinga Z, il leggendario robot creato dal genio di Go Nagai, compie 50 anni all'insegna di combattimenti furiosi e pugni a razzo. Ripercorriamo la sua carriera tra incarnazioni passate, presenti e... future.

Mazinga Z: 50 anni del primo Super Robot

50 anni fa, un ragazzo di nome Koji sale a bordo di un'avveniristica navicella monoposto e, con qualche difficoltà, si aggancia alla testa di un colossale robot, dall'aspetto a metà tra l'eroico e il demoniaco. I telespettatori dell'emittente giapponese Fuji Television non lo sanno ancora, ma hanno appena assistito a una scena che farà la storia dell'intrattenimento, e non solo in Giappone.

La nascita di un mito

Mazingaz Idea Traffico
Mazinga Z e l'idea venuta dal traffico

Siamo nel 1972, in Giappone. Leggenda vuole che il giovane mangaka giapponese Go Nagai, in piena ascesa grazie a titoli come Harenchi Gakuen e Cutie Honey, si ritrovi bloccato dal traffico. E qui inizia a fantasticare su quanto sarebbe... catartico se un'auto potesse avere gambe e braccia, se si potesse ergere gigantesca su tutte le altre macchine e iniziasse a scavalcarle, o direttamente a schiacciarle, come una forza inarrestabile. La testa sarebbe l'auto, quindi, con gli occhi come fanali e la bocca come radiatore...il tempo di rientrare a casa e l'idea inizia a prendere forma. Prendendo spunto da un robot simile che ha già avuto molto successo in Giappone, il Tetsujin 28 (Super Robot 28), creato dal maestro Mitsuteru Yokoyama, Nagai disegna un automa antropomorfo, un robot gigante dalle fattezze vagamente demoniache, elemento ricorrente nell'estetica nagaiana. Una macchina che possa dare a chi la pilota il potenziale per diventare qualcosa di più di un semplice essere umano alla guida di un veicolo. Un demone distruttore, o una divinità salvifica. Il progetto iniziale prevede che il pilota, con una svolazzante sciarpa al collo, salga su una moto, simbolo della ribellione giovanile per eccellenza, e che questa poi si inserisca nella testa del robot salendo da una rampa posta sulla schiena del gigante di metallo.

Ma proprio in quei giorni fa la sua apparizione sugli schermi televisivi un altro famosissimo eroe nipponico, il motociclista Kamen Rider di Shotaro Ishinomori, e Nagai decide di modificare il design: niente più sciarpa e la moto diventa un veicolo più futuristico, un Pilder (Aliante, nell'edizione italiana). Ma l'idea che Koji piloti il suo Mazinger Z dall'interno, e non telecomandandolo dall'esterno come faceva il giovane Shotaro con il suo Tetsujin 28-go, quella rimane. Ed è l'idea vincente, la chiusura del circuito tra uomo e macchina, l'identificazione tra spettatore, personaggio e veicolo, un uovo di Colombo che trasforma la "semplice" intuizione di Gô Nagai nell'elemento fondamentale di quello che diventerà un nuovo genere: i Super Robot. Pochi ritocchi estetici e la nuova creatura di Nagai deve solo essere battezzata: seguendo il concept del "Dio Demone", Ma-Jin in giapponese, il robot si chiamerà Majinger Z, traslitterato in Mazinger Z. Il primo numero del manga esce in ottobre per il magazine Weekly Shonen Jump, mentre il progetto dell'anime è in piena fase di realizzazione. Neanche un paio di mesi dopo e, il 3 dicembre 1972, Koji Kabuto sale a bordo del suo Hover Pilder e, come abbiamo visto, per la prima volta si aggancia al suo Mazinger Z. È l'inizio di una serie televisiva di successo stratosferico, che durerà 92 episodi (inizialmente ne erano stati previsti poco più di 50) e che ancora oggi, a mezzo secolo di distanza, rimane un caposaldo della cultura pop.

Mazinga Z e Go Nagai: "Non immaginavo questo incredibile successo!"

Il primo Mazinger

Mazinger Z Anime
Mazinga Z, un'immagine del celebre super robot dell'anime

Alto 18 metri, Mazinger Z è alimentato da una straordinaria fonte di energia, l'energia Fotonica (Koshyryoku, in originale) e costruito interamente con l'indistruttibile Superlega Z (Chokogin Z). Sia l'energia fotonica che la Superlega Z sono prodotti grazie al minerale Japanium, scoperto dal geniale professor Juzo Kabuto, il nonno di Koji. Juzo è consapevole del pericolo che si nasconde nella remota isola di Bardos dove aveva partecipato, anni prima, ad una spedizione archeologica dai risvolti tragici. Assieme a Juzo Kabuto faceva parte della spedizione anche un altro eccezionale scienziato, il dottor Hell. Sarà proprio Hell, malvagio e desideroso di imporre il suo dominio sul mondo, a ritrovare le vestigie di un'antichissima e perduta civiltà, i Micenei, con cui inizierà in segreto a costruire un esercito di mostri meccanici, deciso ad annientare chiunque gli si opponga. Sfuggito miracolosamente alla morte, Juzo Kabuto inizia a sua volta a progettare e costruire un robot che sia capace, da solo, di tener testa all'armata del Dottor Hell.

Mazinger First Design
Mazinga Z, un'immagine del primo design del robot

E sarà proprio questo straordinario robot, il Mazinger Z, l'eredità che lascerà a Koji poco prima di morire, vittima di un attacco da parte degli scagnozzi di Hell. Dopo aver assistito impotente alla morte del nonno, il giovane e spavaldo Koji salirà così a bordo del Mazinger Z, che dovrà imparare e controllare per opporsi alle smanie di dominio del Dottor Hell e dei suoi luogotenenti. E, quando anche l'incredibile potenza del Mazinger Z non dovesse essere abbastanza, Koji potrà sempre contare sul prezioso aiuto del professor Yumi, il direttore del Centro di Ricerca sull'energia fotonica e allievo del professor Kabuto, e soprattutto sul supporto della figlia di Yumi, Sayaka, a sua volta pilota del robot Aphrodai Ace/Afrodite A e, in seguito di Dianan A. Completa il gruppo la spalla comica, presenza immancabile in ogni show che si rispetti, qui incarnata da un vero e proprio archetipo: il bullo Boss, da sempre invidioso rivale di Koji, e i suoi gregari Nuke e Mucha. Persino a loro sarà affidato un robot, il Boss Borot/Boss Robot, assemblato con rottami e parti di scarto, che nonostante la sua evidente inettitudine Boss lancia spesso in battaglia, pilotandolo con un "pittoresco" volante, solo per farlo esplodere con discreta regolarità. Il manga di Nagai sta andando benissimo e al titolo principale se ne aggiunge presto anche un altro, creato dallo stesso Nagai con il fondamentale apporto di un altro mangaka, Gosaku Ota.

Oppai Missile
Mazinga Z, l'oppai missile in un'immagine dell'anime

Entrambi i fumetti seguono la trama della serie televisiva con pochi cambiamenti (anche se spesso importanti, come ad esempio nella versione di Ota l'apparizione di un altro personaggio di Nagai, Devilman, in un episodio che sarà poi ripreso in uno dei famosissimi special della Toei, visti anche in italia), così da dare vita a un vero e proprio brand.

Ma è l'anime a diventare un fenomeno di massa, con migliaia di persone, di ogni età, ad attendere impazienti ogni nuova puntata, merito anche dell'azione avvincente (alla regia troviamo uno dei compagni di lunga data di Go Nagai, Tomoharu Katsumata) e di una esaltante colonna sonora creata da Michiake Watanabe, che oltre alla soundtrack compone anche le iconiche sigle, cantate dal mitico "aniki" Ichiro Mizuki. La struttura degli episodi, alquanto ripetitiva secondo i dettami dell'epoca, segue il canovaccio del "mostro della settimana". In ogni episodio il Dottor Hell incarica uno dei suoi luogotenenti, tra cui spicca per carisma e originalità l'inquietante Barone Ashura, di attaccare il centro di ricerca del professor Yumi usando una nuova bestia meccanica (Kikaiju, in originale), puntualmente sconfitta dal Mazinger Z o, molto più raramente, dai "missili pettorali" (Oppai Missile, in originale) di Aphrodai Ace, altro esilarante per quanto opinabile topos del genere. Nonostante una realizzazione tecnica che a volte lascia alquanto a desiderare, drammi, commedia e azione si susseguono a ogni episodio, e diverse puntate diventano dei classici del genere, come l'apparizione della controparte "femminile" del Mazinger Z, Minerva X, o l'altrettanto tragica puntata dedicata alla dolce Lorelei.

Il Mazinger Z, nel frattempo, è diventata una vera e propria icona: le invenzioni di Nagai (e dello staff di produzione, che lavora a stretto contatto con i produttori di giocattoli) dotano Mazinger Z di una varietà di armi e mosse speciali che non si erano mai viste fino a quel momento, per trasformarlo in una temibile fortezza da combattimento. Un soffio acido che disintegra gli avversari, raggi di energia proiettati dagli occhi, un fiotto di calore emanato dalle piastre pettorali capace di fondere qualunque cosa, un gigantesco missile sparato direttamente dall'addome del robot e, soprattutto, quella che diventa l'arma più riconoscibile e iconica del genere: il Rocket Punch, ovvero i pugni a razzo, sparati contro gli avversari con risultati, per i poveri malcapitati bersagli, spesso catastrofici. Ma uno show non potrebbe risultare sempre avvincente se il protagonista fosse assolutamente invincibile, e infatti il Mazinger Z non lo è. Viene danneggiato, sia perché a volte l'irruenza di Koji lo mette in situazioni pericolose, sia perché effettivamente la potenza delle bestie meccaniche è spaventosa.

Mazinger Z Iron Saga
Mazinga Z, un'immagine dell'Iron Saga

Quindi il Mazinger Z subisce danni considerevoli, e deve aggiornare il suo arsenale con nuove e micidiali armi (per la gioia, appunto, dei produttori di giocattoli). Mano a mano si aggiungono all'arsenale dello Z un raggio congelante sprigionato dalle "antenne" poste ai lati della testa, miglioramenti continui ai Rocket Punch (incluse lame taglienti che ne amplificano il potere distruttivo, l'Iron Cutter), una pioggia di dardi che vengono sparati dagli avambracci e così via.
Menzione d'onore per una "trovata" di Koji, il Daisharin Rocket Punch, ovvero una versione del pugno a razzo che viene "potenziata" dalla rotazione a velocità smodata del braccio del Mazinger Z prima di lanciare il pugno... no comment. Quello che probabilmente è l'upgrade più sensazionale del Mazinger Z è però il Jet Scrander. Dopo essersi resi conto che una grande vulnerabilità del Mazinger Z è contro i nemici volanti, il Professor Yumi e i suoi assistenti studiano a lungo un sistema per far volare il Mazinger Z... contro il parere anche del suo "vero" creatore, Go Nagai, che era molto perplesso all'idea che un colosso di metallo pesante 20 tonnellate potesse volare liberamente. Ma anche in questo caso le ragioni del pubblico, e dei produttori, hanno la meglio e Mazinger Z viene finalmente dotato di un paio di ali per permettergli di svolazzare allegramente nel cielo, con tanto di nuove armi: le Southern Cross, una serie di shuriken lanciate dalle ali contro i nemici. Insomma: il Mazinger Z diventa sempre più potente puntata dopo puntata, il rapporto tra Koji e Sayaka prosegue tra rari momenti di tenerezza e numerose litigate, Boss è sempre Boss e il Dr. Hell è sempre più frustrato, con i produttori dell'anime e dei giocattoli sempre più contenti.

Fino a che Mazinger Z non viene sconfitto.

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Un nuovo Mazinger

Mazinger Z Infinity
Mazinger Z Infinity, un'immagine dell'anime

Ci sono due storie che vanno in parallelo: realtà e fantasia. Nella realtà, i produttori e lo stesso Nagai hanno capito che il successo di Mazinger Z non può durare per sempre. Pur con tutte le trovate e i colpi di genio, il pubblico prima o poi si stancherà del personaggio, inevitabilmente. Occorre correre ai ripari, anche con una trovata sconvolgente. Nella fantasia, il Dr. Hell, oramai sull'orlo della disfatta, viene sostituito dall'armata di Micene, gli "originali" creatori dei mostri meccanici, molto più forti e terribili delle copie che Hell, nonostante il suo innegabile genio, riusciva ad assemblare. Quando le sette armate di Micene decidono di attaccare, per il Mazinger Z non c'è modo di opporsi alla soverchiante potenza dei nuovi nemici. Koji viene ferito gravemente (nel manga di Gosaku Ota è addirittura costretto a diventare un cyborg) e il Mazinger Z viene letteralmente fatto a pezzi. Proprio quando tutto sembra perduto, però, compare dal nulla un nuovo robot: un nuovo Mazinger! Con un design più aggressivo, più resistente e potente dello Z, capace di tener testa facilmente ai nuovi nemici, fa la sua apparizione il Great Mazinger! Si tratta di un colpo di scena incredibile: Koji e Mazinger Z hanno esaurito il loro compito e vengono ora sostituiti da un nuovo eroe e da un nuovo Super Robot, più "adulto" e accattivante. La serie televisiva Mazinger Z termina e, al suo posto, iniziano le avventure dedicate a Tetsuya Tsurugi e al suo Great Mazinger. E il povero Z?

Z è morto, lunga vita a Z!

Mazinger Z Super Deformed
Mazinger Z in versione super-deformed

Una delle prerogative di Go Nagai è il ritornare sulle storie e sui personaggi già creati per rivederne origini e caratteristiche, elaborarne versioni alternative e farli a volte "collidere" negli stessi universi narrativi. Mazinger Z non fa eccezione, anzi! Dopo lo straordinario, e in parte inaspettato successo della prima serie, a cui seguirà Great Mazinger e Ufo Robot Grendizer/Atlas Ufo Robot Goldrake (ma questa è un'altra storia) e dopo che il filone robotico supera i confini del Giappone e diventa l'avanguardia della diffusione dell'animazione giapponese in mezzo mondo, Nagai negli anni rielabora il mito di quello che è, a volte con qualche rammarico da parte del suo stesso creatore, il suo personaggio più famoso. Le versioni alternative di Mazinger Z quindi si moltiplicano: dalla versione che fa ancora più riferimento alla mitologia greca di Z Mazinger al God Mazinger, incarnazione di un'antica divinità perduta, un New Mazinger Z creato appositamente per il mercato americano (dove il robot era arrivato con il nome di Tranzor), fino all'armatura esoterica di MazinSaga o alla versione "loli" vista in Robot Girl Z...

Mazinger Z Soc
Mazinger Z in versione modello Soul of Chogokin

Tanti, troppi per riportarli qui. A noi però interessa la sorte del primo, dell'originale: che succede a Mazinger Z? Dipende dalle... versioni alternative, che negli anni si susseguono e si accavallano, a volte contraddicendosi, a volte sovrapponendosi l'una all'altra. Riparato e potenziato dopo la sconfitta subita dall'armata di Micene, lo Z tornerà, per pochi episodi, a dar man forte al "fratello maggiore" Great Mazinger negli ultimi, tragici scontri che vedono contrapposti gli umani e i Micenei guidati dal redivivo Dr. Hell, e che nel manga disegnato da Gosaku Ota ha un epilogo ancora peggiore di quello della seria animata, con il sacrificio finale di Tetsuya. A quel punto il Mazinger Z verrà esposto in un museo, a perenne ricordo della vittoria contro Hell e i Micenei. Nell'universo animato classico, per così dire, Koji inizierà a studiare ingegneria aerospaziale, progettando e costruendo il TFO, un piccolo disco volante. Conoscerà quindi Daisuke Umon/Actarus, ovvero Duke Fleed, principe esule del pianeta Fleed, a cui si unirà come gregario nella lotta contro gli invasori di Vega, prima col suo TFO, poi con il più potente Double Spacer, concepito per poter funzionare anche come unità di supporto del Grendizer. Piccolo fun fact: nell'intenzione originale dei produttori e dello stesso Go Nagai, anche Sayaka sarebbe dovuta ritornare come pilota del Drill Spacer/Trivella Spaziale, e riallacciare così i rapporti con Koji.

Mazinga Z - Infinity, tra omaggio e rilancio di un'icona

Mazinger Z Vs Transformers
Mazinger Z vs Transformers - la cover del manga

Ma il nuovo character designer della serie, lo straordinario Shingo Araki, propose di inserire un personaggio completamente nuovo: Maria Grace Fleed, sorella perduta del protagonista, che avrà un grande successo di pubblico oltre a diventare il nuovo interesse amoroso di Koji. Maria e Sayaka non si sono mai incontrate... per grande fortuna di Koji, a cui probabilmente non sarebbe bastato neanche il Mazinger Z per sopravvivere alla furia combinata delle due. Quando la lotta contro Vega termina, Daisuke e Maria ritornano sul loro pianeta natale, ma a quel punto i rapporti tra Go Nagai e gli studi d'animazione Toei hanno iniziato a deteriorarsi (con la serie Daiku Maryu Gaiking che sancirà la rottura definitiva del rapporto), il genere robotico sta iniziando a evolversi in modi nuovi e nuovi progetti legati a Mazinger Z, come il Dai Mazinger, faticano a prendere corpo. Lo Z è però ormai entrato a pieno titolo nell'immaginario collettivo, e la sua figura diventa un elemento ricorrente in svariate produzioni, spesso apocrife, che ne amplificano il mito a dismisura. Mazinger Z è, ovviamente, il primo e il più riproposto modello da collezionismo proposto nella linea Soul of Chogokin prodotta da Bandai, e recentemente la Hachette ha lanciato un nuovo modello assemblabile dalle dimensioni mastodontiche e con svariate gimmick.

Mazinkaiser
Mazinkaiser, un'immagine dell'anime

Impossibile poi non citare la serie di videogiochi Super Robot Taisen, di enorme successo in Giappone, con più di trenta edizioni per ogni tipo di console, che vede tutti i "robottoni" unirsi contro i nemici, un vero e proprio must per gli appassionati del genere che possono finalmente far combattere, fianco a fianco, le unità Eva con il Getter Robot, o i Gundam con il Daitarn 3, e così via. Mazinger Z è, fin dal primissimo gioco, la presenza costante di tutte le versioni, ed è proprio in uno di questi giochi (Super Robot Taisen F Final, per la precisione) che gli sviluppatori si resero conto che c'era bisogno di potenziare l'ormai datato Z, e il team di sviluppo propose un nuovo, aggressivo design: ecco che il Mazinger Z, bombardato dall'immensa energia dei raggi Getter, evolve e si trasforma nel fortissimo Mazinkaiser. L'idea piacque talmente tanto a Nagai che il Mazinkaiser divenne parte del canone in un nuovo anime, la serie di OAV Mazinkaiser e nello special Mazinkaiser Vs. Ankoku Daishogun, in cui il Kaiser è il "prototipo" del Mazinger Z, tenuto segreto e sotto chiave da Juzo Kabuto perché ritenuto "troppo potente", salvo poi essere fortunosamente recuperato nella lotta contro i nuovi nemici. Altro piccolo fun fact: Nagai ha chiesto espressamente di evitare di far apparire, nello stesso universo, il Mazinkaiser e Grendizer/Goldrake perché non vuole che tra i due Super Robot si facciano comparazioni di potenza.
Incredibilmente kawaii è il Mazinger Z protagonista della serie CB Chara - Go Nagai's World, in cui tutti (o quasi) i personaggi creati da Nagai si incontrano in un universo super-deformed.

Mazinger Zero
Mazinger Zero, un'immagine dell'anime

Avvicinandoci sempre di più ai nostri giorni, va citata la serie Mazinger Edition Z - The Impact, diretta da Yasuhiro Imagawa, che rilegge la prima, storica serie animata in chiave più spettacolare e dinamica, con l'apice dello spettacolo rappresentato dalla "trasformazione", grazie a un nuovo Scrander, del Mazinger Z in un gigantesco Rocket Punch, il Big Bang Punch, un vero e proprio "pugno divino"! Dal lato manga, a parte un pittoresco incontro tra il Mazinger Z e Optimus Prime dei Transformes (sic), va sicuramente citata la serie Shin Mazinger Z con il sequel Shin Mazinger Zero vs il Generale Oscuro, edito in Italia da J-Pop, che rielabora e glorifica il mito del primo Super Robot in chiave postmoderna, in un tripudio di azione e colpi di scena che culmina con l'evoluzione del Mazinger Z, ora dotato di poteri trascendentali, in Mazinger Zero, divinità multidimensionale suprema. Ultimo in ordine di tempo, almeno per ora, è il film Mazinger Z Infinity, che vede il ritorno dello Z, ovviamente, con un nuovo design, e di Koji, Sayaka, Tetsuya e del resto dei personaggi dopo diversi anni dalla fine della serie televisiva originale (ma, a quanto pare, Grendizer non viene considerato "canon" in questo universo narrativo), alle prese non solo con il ritorno del Dr. Hell ma anche con le responsabilità dell'età adulta. E per il futuro?A parte la partecipazione, con un look nuovamente riadattato e ancora più cool, nel videogame Iron Saga, tutto quello che sappiamo è che al momento Go Nagai è impegnato nella produzione di un misterioso progetto legato al ritorno di Grendizer/Goldrake, su cui si sa ancora pochissimo, anche se possiamo sperare che anche Koji e magari lo Z possano essere, per così dire, richiamati alle armi.

L'unica cosa di cui possiamo essere sicuri, però, è che il mito dello Z resiste, come un'invincibile fortezza d'acciaio.