Da dove nasce il rapporto tra Matteo Garrone e un classico come Pinocchio? Ce lo ha spiegato il regista romano ieri al Cinevillage Talenti, progetto di Cinema, Cultura ed Intrattenimento organizzato da ANEC-AGIS, al Parco Talenti, a Roma, dove Garrone era presente per raccontare il suo film. Quella dell'amore tra Garrone e Pinocchio è una storia tenera e affascinante, che parte da molto lontano. "Ho uno storyboard di Pinocchio che ho fatto a sei anni davanti alla mia scrivania, credo che sia una delle cose che ho fatto e la tengo lì come punto di riferimento" ha raccontato Matteo Garrone. "Ho iniziato a disegnare la storia di Pinocchio più di quarant'anni fa e mi ha accompagnato per tutta la vita. Sono cresciuto con il Pinocchio di Comencini, e c'è qualcosa di Pinocchio in tutti i film che ho fatto, senza che me ne accorgessi. E poi è arrivato il momento in cui, da grande, ho letto il capolavoro di Collodi e ho scoperto che c'erano tante cose che non ricordavo più. E ho pensato che c'era la possibilità di misurarsi con una storia che tutti pensano di conoscere. La sfida era raccontare al cinema una storia che potesse sorprendere lo spettatore".
Matteo Garrone è partito dai primi disegni che erano stati realizzati per Pinocchio, quelli di Enrico Mazzanti, l'unico illustratore che disegnava a contatto con Collodi nel 1881: Collodi scriveva e Mazzanti disegnava. E quelle immagini sono diventate la guida per Matteo Garrone. Ovviamente, tra i modelli del film c'è anche il famoso Pinocchio di Comencini, di cui Garrone è stato un grande fan. "Ma credo che quel Pinocchio avesse un unico grande problema, di carattere tecnico" analizza il regista. "Negli anni Settanta, per motivi di budget, era impossibile fare un burattino in movimento. Comencini fece dei tentativi, con Carlo Rambaldi, ma non andarono a buon fine. Alla fine il protagonista del Pinocchio di Comencini era un bambino. È una sorta di tradimento, ma dovuto a motivi di budget. Ho grande ammirazione per il capolavoro di Comencini, ma il nostro Pinocchio è diverso, ha avuto l'apporto di nuove tecnologie".
Federico Ielapi e il trucco prostetico
Matteo Garrone ha utilizzato un bambino, Federico Ielapi, che si è sottoposto per giorni a sedute di trucco prostetico. "Non cercavo solo un bambino che sapesse recitare, ma un bambino bionico" commenta il regista. "Federico era sempre in scena, per tre mesi, facendo quattro ore di trucco tutte le mattine prima di andare sul set, per diventare di legno. Sarebbe stata dura per chiunque, e ha avuto una disciplina enorme. È l'opposto di Pinocchio". A proposito, Garrone svela anche un momento difficile durante la lavorazione. "Federico, dopo un paio di mesi, ha cominciato ad avere un po' di irritazione alla pelle, perché il trucco prostetico usa delle colle" svela il regista. "Ci siamo dovuti fermare un paio di settimane. Sono stato anche fortunato, ho girato nel maggio dello scorso anno, ed è stato il maggio più freddo degli ultimi sessant'anni, altrimenti non avremmo finito il film. Il trucco prostetico con il caldo non funziona, a giugno già non si riusciva quasi più a girare". A margine dell'incontro con il pubblico, Movieplayer ha scambiato qualche battuta con Matteo Garrone. Cinevillage è organizzato da AGIS Lazio Srl, in collaborazione con ANEC Lazio, e patrocinato da Confcommercio, il Municipio Roma III, in collaborazione con CONI Lazio e con il supporto di CNB Comunicazione e Impreme Spa.
Matteo Garrone e la fiaba
A qualche mese dell'uscita, qual è il bilancio di questo Pinocchio?
Sono molto felice e orgoglioso di aver fatto questo film con la squadra di collaboratori che hanno lavorato a questo progetto. È un film per un pubblico trasversale, piccoli e grandi.
Qual è il messaggio che arriva ai bambini?
Dovresti chiederlo ai bambini... Il messaggio che c'è dietro al racconto è legato al mettere in guardia i piccoli dai pericoli del mondo circostante, dalla violenza che c'è intorno. È una sorta di monito a fare attenzione.
La fiaba è sempre stata presente nei suoi film. Qual è il suo rapporto con questo genere?
Il racconto dei racconti è una fiaba, è stata una delle prime fiabe, scritta nel 1600. Ma anche L'imbalsamatore, per me, è una fiaba nera. Credo che il fiabesco sia presente in tutti i miei film. il giorno in cui vedrete un mio film con due persone dentro una stanza, allora sarà un film molto diverso. Ma finché esploro un mondo visionario, fatto di personaggi legati al reale, ma che hanno anche una dimensione fantastica, finché cerco di interpretare la realtà contemporanea trasfigurandola in una dimensione più fiabesca sono nella mia idea di cinema. Pinocchio mette in guardia i piccoli dai pericoli del mondo. Gomorra è la storia di alcuni bambini che, senza saperlo, finiscono dentro delle dinamiche di violenza. Anche Gomorra lo considero un film che ha a che fare con la fiaba nera....
CineVillage Talenti 2020: il programma dal 27 luglio al 2 agosto
La new edition di Gomorra e il corto per Dior
È in uscita una new edition di Gomorra che verrà presentata a Bologna il 21 agosto. Che film sarà?
Rivedendo Gomorra, dopo tanti anni, con mio figlio, mi sono accorto che c'erano tante cose che non erano del tutto comprensibili, e che potevano essere chiarite. Siccome è vero che è importante poter vedere un film senza dover necessariamente conoscere il libro da cui è tratto, mi sono accorto che c'era la possibilità di chiarire dei passaggi senza togliere nulla al film. Gomorra è rimasto quello, soltanto che sono più chiari alcuni nodi drammaturgici e quindi lo spettatore, indipendentemente dal fatto che sia piccolo, grande, italiano o straniero, potrà capire meglio il racconto. Per me è stata una grande occasione di poter risistemare alcune cose che sognavo di fare da 10 anni.
La dimensione fiabesca di cui stiamo parlando la ritroviamo anche nell'ultimo corto che ha girato per Dior. Come è nato il progetto?
È un lavoro su commissione. Maria Grazia Chiuri (la direttrice artistica di Dior, ndr) mi ha chiamato e mi ha proposto di fare questo corto. È stata una sfida, l'ho fatto in 20 giorni. Mi sono divertito a esplorare un mondo legato alla mitologia greca: in quel periodo stavo leggendo Le Metamorfosi di Ovidio e mi ha dato questo spunto. Sono molto contento del risultato. A volte le cose fatte di getto sono fortunate.
Ha già in mente il suo prossimo film?
No, sono ancora in una fase di studio...
La fase in cui un regista sceglie quale sarà la sua prossima storia è delicata e affascinante. Lei come la vive?
Io amo il lavoro che faccio. E quando sono innamorato di una storia sono felice. La fase di ricerca mi mette sempre un po' di ansia perché non so quanto durerà. È come quando aspetti di innamorarti. Speriamo che questa fase duri poco....
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