Masters of the Universe - Revolution, la recensione: il ritorno di He-Man in una serie animata che funziona

La recensione di Masters of the Universe: Revolution, la sfavillante animazione 2D, la scrittura di Kevin Smith e l'effetto nostalgia per il grande ritorno di He-Man su Netflix.

Masters of the Universe - Revolution, la recensione: il ritorno di He-Man in una serie animata che funziona

Una serie che ammicca al nostro passato (non così recente, ormai), e una serie che, sotto la scrittura pop, riflette sul valore delle nostre scelte. Un storia di eredità, e di responsabilità. Perché un vero Re non può prescindere dal suo popolo. Forza e valore, ma anche umanità, emotività, confusione. Una strada segnata dal destino e dai desideri, in cui il vero potere, come recita il titolo, è la rivoluzione. Insomma, rieccoci: tra nuovi spettatori e vecchi fan, tra intuizioni e fanservice (oculato, ma fondamentale visto il tono), Netflix ritrova il mondo di He-Man nella serie Masters of the Universe: Revolution, che segue Masters of the Universe: Revelation del 2021.

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Masters of the Universe: Revolution, il principe Adam

Qui, il primo chiarimento: la serie, prodotta da Powerhouse Animation Studios, e ovviamente tratta dai personaggi creati da Roger Sweet per Mattel, è sì una sorta di sequel ma, anche, una sorta di ripartenza, concentrata (molto concentrata) in cinque episodi che mixano le chiavi ben note di He-Man alias Principe Adam, tra azione, umorismo, epica, commozione. Sì, commozione: perché l'universo di He-Man, a rivedere quei colori e quei tratti, (ri)porta indietro i ricordi, immersi in un immaginario che, dal 1981, ha mischiato il fantasy, il norreno, il carolingio, il bretone per uno dei più influenti franchise radicati nella cultura pop. Giocattoli, fumetti, videogiochi e la famosa serie animata del 1983, ovvero He-Man e i dominatori dell'universo della Filmation (o il re-avvio del 1990, Le nuove avventure di He-Man, appartenente ad una seconda generazione). Da qui, chiaramente, lo spunto di Kevin Smith, tornano (e ci mancherebbe!) come story editor nonché autore del primo e dell'ultimo episodio. Tutti, nel segno della mitica Spada del Potere.

Masters of the Universe: Revolution, la trama: una scelta da compiere

Masters Of The Universe Revolution Recensione
Masters of the Universe: Revolution: He-Man e Orko

Ma se Eternia ha bisogno di un nuovo Re, bisogna utilizzare il cuore e non la spada. In questo senso, il Regno è in bilico e il futuro è in discussione. La serie, nei primi due episodi, sono cinque in totale, si apre con un'ardua scelta: il Prince Adam dovrà decidere tra il trono o la battaglia. Del resto, se il giovane Adam è destinato ad essere Re, come recita l'incipit "ad ogni rivelazione segue una rivoluzione". Quella di Masters of the Universe: Revolution, in questo senso, è stritolata dalla pace messa in discussione.

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Masters of the Universe: Revolution: He-Man è tornato

Se Teela è la nuova maga protettrice di Grayskull, la flotta dell'Orda Infernale, capitanata da Hordak, punta ad impadronirsi di Eternia, minacciata e sguarnita di un Sovrano. Cosa dovrà fare, quindi, Adam? Accettare lo scettro, o continuare ad essere He-Man? Il pericolo è esistenziale, anche perché l'intero universo sta per essere infettato da un tech-virus di Scheda Madre (o se volete Motherboard), alleatasi con Skeletor. Tuttavia, i piani de terribile e storico villain di He-Man sono ancora più spietati. Anche perché, "chi domina la tecnologia, domina l'universo". E non c'è nulla di più pericoloso di una "sintesi tra magia e tecnologia".

Nostalgia e futuro

La cosa migliore di Masters of the Universe: Revolution? Senza dubbio, la costanza e la velocità con cui viene raccontata la storia, densa ma lineare, adulta nei toni e nei temi. Immediatamente, entriamo nel climax; immediatamente, siamo al fianco di He-Man alias Adam, seguendolo lungo i cliffhanger che chiudono le cinque puntate, fino all'epilogo che, senza raccontarvelo, vale l'intera visione della serie. Una scrittura velocissima, quindi, e l'azione ben mixata, tra i personaggi e i colori saturi di un comparto visivo semplicemente perfetto. Qui, una dovuta parentesi: l'animazione di Masters of the Universe: Revolution riesce ad essere tanto "nostalgica" quanto moderna, in uno sfavillante 2D.

Masters Of The Universe Revolution Recensione 2
Il terribile Skeletor

Un'unione di intenti che, come detto, funziona sia verso le nuove generazioni, che grazie a Netflix hanno scoperto He-Man, sia verso gli appassionati, cresciuti con i giocattoli della Mattel (con tanto di ammiccamento da parte di Skeleton, "se rompi i nuovi giocattoli dovrai giocare con quelli vecchi"). Dunque, fa un certo effetto ritrovare il mitico Castello di Grayskull, inserito in un contesto seriale ben curato, segnato (e si vede) dallo spirito appassionato di Kevin Smith, adepto di una contro-cultura Nerd ormai sdoganata e legittimata proprio in quella chiave nostalgica, non più ancorata al passato ma proiettata, in un certo senso, verso il futuro. E il finale, coraggioso e attualissimo, ne è un palese esempio. È ancora tempo di rivoluzioni, è ancora tempo di He-Man.

Conclusioni

Sì, il ritorno di He-Man su Netflix funziona. Come scritto nella recensione, Masters of the Universe: Revolution riesce a fare da tramite tra i fan e i nuovi spettatori, calcando un mondo epico enfatizzato da un'ottima animazione 2D. La nostalgia c'è, ma la serie è proiettata verso il futuro. Il motivo? Da rintracciare nel finale. Bellissimo e attuale.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • L'universo di Eternia!
  • Il finale.
  • Una serie accessibile a tutti.
  • L'animazione.

Cosa non va

  • Una serie corale, dove He-Man è centrale, ma non centralissimo.