Accogliamo volentieri la sfida che ci ha lanciato Massimiliano Bruno nel suo nuovo film, Confusi e felici, in sala in 450 copie dal 30 ottobre grazie a 01 e proviamo a metterci nei panni del protagonista del film, uno psicanalista in crisi depressiva, orma annoiato dalla sua professione, che decide di mollare il lavoro in seguito alla scoperta di una malattia fisica molto grave, una progressiva cecità. Tecnicamente, anche se il concetto è di per sé rivoluzionario, l'analista dovrebbe essere sempre sano, altrimenti come farebbe a curare i suoi pazienti? Eppure il regista capitolino, al terzo lungometraggio, ribalta la questione e il punto di vista raccontandoci come i pazienti, con la collaborazione di un terapeuta illuminato, riescano a guarire il proprio medico.
Marcello, interpretato da Claudio Bisio, viene quindi aiutato a risalire la china dai suoi "ragazzi", uno spacciatore con attacchi di panico, a cui presta il volto l'iconico Marco Giallini, un mammone, e qui troviamo lo stesso Massimiliano Bruno, una ninfomane certificata, la galattica Paola Minaccioni, una coppia in crisi, Pietro Sermonti e Caterina Guzzanti, e un telecronista sportivo rancoroso verso tutti i tedeschi dopo che la moglie lo ha tradito con un teutonico, interpretato dall'instabile Rocco Papaleo. Tutti vengono radunati dalla segretaria del dottore, Silvia, una luminosa Anna Foglietta, figura femminile piena di passione e fantasia che supporterà Marcello nel momento più difficile della vita.
La nascita dell'idea
Per il terzo film da regista Bruno si è messo alla prova con un argomento delicato, che gli sta particolarmente a cuore. "Conosco tante persone con problemi di salute e mi ha sempre molto colpito il modo in cui li affrontano - ha spiegato -, poi mi faceva divertire l'idea che i pazienti aiutano lo psicanalista ad uscire dal problema. Ho letto un po' di cose, mi sono informato, sono in terapia da quindici anni. Poi, una volta ideata la sceneggiatura ho pensato agli attori, li ho aspettati tutti per otto mesi ma alla fine ho voluto che quelli che volevo, tranne in un caso, quello del personaggio che ho interpretato io perché Lillo, ovvero Pasquale Petrolo mi ha dato buca all'ultimo momento".
A ogni attore il ruolo giusto
A giudicare dalle dichiarazioni degli interpreti, l'avventura sul set con Massimiliamo Bruno è stata quanto mai fruttuosa. "Voi parlate di storia originale, ma a me sembra che ogni film dovrebbe essere così - ha spiegato Claudio Bisio -, Massimiliano è stato davvero molto insistente, ma la storia era bella e la sceneggiatura mi sembrava ben scritta, anzi, era una delle migliori di questi ultimi anni. E poi lavorare con questi attori, tutti, è stata una gioia".
Per Anna Foglietta, Confusi e felici è prima di tutto un film con un'anima e un cuore. "E' bello il ribaltamento dei personaggi, è bello che tutti loro si siano messi in gioco godendosi il viaggio, non l'arrivo". Nei panni di una simpatica stalker, innamorata del suo analista, Paola Minaccioni ha scoperto una nuova femminilità. "Massimiliano mi ha regalato un personaggio divertente, anzi, quando me lo ha proposto ha ribadito più di una volta che si sarebbe trattato di una stra figa (ride), per questo mi sono sottoposta a sedute di trucco di quattro ore. A parte gli scherzi, Massimiliano ha la qualità di saper puntare l'obiettivo e andare avanti fino in fondo, ogni personaggio ha la cifra comica, ma tutti sono scritti in maniera "dritta", la freccia è arrivata al centro, insomma".
Coppia in crisi, Caterina Guzzanti e Pietro Sermonti parlano così dei rispettivi personaggi. "Il mio è un personaggio che viaggia tre metri sopra le righe - ha raccontato la Guzzanti -, mi fa ridere che parli del marito come se non ci fosse, invece è lì, come un trolley; sono molto felice perché abbiamo trovato una chiave giusta per renderlo al meglio". "Io invece sono il trolley - ha detto Sermonti -, il mio ruolo è quello di un adolescente di 43 anni, uno sdraiato tardivo che ha subito un infeltrimento del suo desiderio, a causa social network".
Manuale di psicopatologia quotidiana
In quindici anni di terapia, il regista ha avuto modo di incontrare alcuni pazienti che lo hanno ispirato. "Beh sì, se ne incontrano di cotte e di crude, c'è la "stalker", il mammone, il vergine, quello con gli attacchi di panico, e tante, tantissime coppie in crisi. Un sacco di miei amici mi ha confessato di essere andati in terapia di coppia, mi sono sempre chiesto perché non si lasciassero (ride). Per tutti loro, comunque, la concomitanza della svolta è il rapporto umano, quel ritrovare sé stessi nell'amicizia o nel rapporto con una donna, il calore umano fa guarire tutti".
E il discorso arriva alla contrapposizione, nel film, tra lo psicanalista in crisi, Bisio appunto, e quello che cura con la terapia di gruppo, Gioele Dix, riportando il protagonista sui giusti binari. "Quello è un momento del film a cui tengo molto - ha confessato -, dico in sostanza che la psicanalisi freudiana non funziona e non funzionato, né ha mai funzionato, perché fa assistenza e non cura. L'analista ti mette una mano sulla spalla e dice, vedrai che passa tutto. Forse è il caso di affidarsi a dottori che ti fanno guarire, vanno cercati bene perché sono pochi e quindi bisogna informarsi".
Il segreto di uno script
Chiamato a rispondere ad una domanda sulla capacità di far ridere di una battua, Massimiliano Bruno ha parlato della scrittura della sceneggiatura assieme a Edoardo Falcone. "Con Edoardo noi abbiamo lavorato e scritto diversi film insieme e ormai ci fidiamo del nostro saper fare - ha spiegato,- puoi scrivere una battuta che funziona o meno, certo, poi ci sono diverse variabili, lo stato di forma degli attori, il montaggio, l'inquadratura. A volte mi è capitato di far ridere con una battuta che non immaginavo potesse far ridere. E' difficile scrivere una sceneggiatura che provoca il divertimento, ecco perché ci mettiamo otto o dieci mesi per completarla. Calcolando che siamo umani, poi, capita di non essere brillanti. Ecco, ci vuole dedizione".
E magari, l'arrivo sul set di un amico speciale come Daniele Silvestri che assieme a Max Gazzè e Niccolò Fabi ha partecipato alla divertente sequenza della serenata di Claudio Bisio ad Anna Foglietta. "Due giorni prima che finissero le riprese ho capito che avevo bisogno di qualcosa di diverso e ho chiamato Daniele - ha raccontato Bruno -, mi è venuta in mente una cosa, ti andrebbe di farla? gli ho detto e lui, con la solita voce di uno che si è appena svegliato, ha detto che avrebbe sentito gli altri due. Sono stati entusiasti di partecipare. A quel punto ho scritto la canzone di notte, ho chiamato Maurizio Filardo, l'autore della colonna sonora e poi sul set l'hanno provata".