Luke Skywalker, Wolfgang Amadeus Mozart, il Joker, Hans Christian Andersen... Che cos'hanno in comune? L'attore Mark Hamill, noto ai più (quasi) esclusivamente per essere stato il protagonista della prima trilogia di Star Wars, pur avendo una carriera ricca e curiosa che, per certi versi, non ha nulla da invidiare al percorso artistico del collega Harrison Ford. Una carriera che noi ci sentiamo in dovere di ripercorrere in onore di ciò che, in un certo senso, è l'anno di Hamill, tra Kingsman: Secret Service, The Flash e il ritorno di Luke in Star Wars: Il risveglio della forza.
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Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...
Dopo qualche piccolo ruolo in televisione, la carriera sullo schermo di Hamill fa il salto di qualità grazie a Guerre stellari, il film che rimarrà per sempre legato al nome dell'attore. Dal 1977 al 1983 il volto di Hamill è inscindibile da quello di Luke Skywalker, che interpreta nei tre episodi della prima trilogia di Star Wars e nel famigerato Holiday Special andato in onda nel 1978. Inoltre presta la voce al personaggio nelle trasposizioni radiofoniche di Guerre stellari e L'impero colpisce ancora.
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Nel tentativo di evitare di rimanere intrappolato in quella parte, Hamill cerca altri ruoli al cinema, recitando ne Il grande uno rosso di Samuel Fuller, e sul palcoscenico, conquistando il pubblico di Broadway. La sua fama "stellare" gioca comunque a suo sfavore quando viene girato Amadeus: Hamill sostiene il provino per interpretare Mozart, al quale ha già prestato il corpo a teatro, ma viene scartato perché le alte sfere di Hollywood non vogliono Luke Skywalker in un progetto simile. Per fortuna, esiste un ambiente dove il nesso tra l'attore e il franchise non sarà mai un ostacolo...
La voce dei cattivi
Da sempre un fan sfegatato di fumetti ed animazione, Hamill accetta con piacere un ruolo minore in Batman, nell'episodio imperniato sull'origine di Mr. Freeze. Successivamente sostiene il provino per la voce del Joker - la prima scelta, Tim Curry, incuteva troppo timore - e si ritrova con un ruolo epocale, che continuerà ad interpretare per anni, sia nei prodotti animati che nei videogiochi. Da qui scaturisce una nuova carriera come doppiatore, che include partecipazioni a progetti come Regular Show, Adventure Time, Avatar - La leggenda di Aang, I Simpson e Robot Chicken. Nel 2014, in attesa di ritornare al cinema nei panni di Luke Skywalker, rivisita l'universo di George Lucas nella stagione finale di Star Wars: le guerre dei Cloni, prestando la voce al temibile Darth Bane.
Regia da nerd
Nel 2002, Hamill firma il suo unico film da regista (per ora), Comic Book: The Movie. Girato quasi interamente al Comic-Con di San Diego, questo prodotto curioso e divertente è incentrato sul fenomeno del fandom, con Hamill stesso nei panni di un appassionato di fumetti in guerra contro chi cerca di portare sullo schermo il suo supereroe preferito. Il novello regista indirizza anche qualche sfottò alla moda di affidare parti importanti nei film d'animazione a star del cinema, scritturando quasi solo colleghi doppiatori nei ruoli più significativi in un film live-action. Inevitabile il cameo di Kevin Smith, che in Jay & Silent Bob... Fermate Hollywood! aveva regalato ad Hamill una bellissima scena autoironica.
Il ritorno in carne ed ossa
Dal 2012, Hamill ricomincia ad apparire con una certa regolarità sugli schermi, in carne ed ossa, tendenzialmente in ruoli da villain. Al cinema lo abbiamo potuto vedere in Kingsman: Secret Service, mentre in televisione ha impreziosito con la sua presenza programmi come Chuck, Criminal Minds e The Flash. Quest'ultimo esempio è forse il più notevole, poiché il ruolo del Trickster - già interpretato in altre occasioni - consente all'attore di ricollegarsi ai due universi per i quali è noto, riesumando la voce del Joker e una delle battute più famose della saga di Star Wars...
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Ed è proprio con Star Wars che si chiude il cerchio, poiché Luke ritorna ne Il risveglio della forza, dopo varie teorie sulla sua partecipazione o meno, anche per via dei trailer che praticamente non lo mostrano. E in effetti il suo contributo è sostanzialmente un cameo, intriso però di ambiguità. Talmente tanta da farci già aspettare con ansia Star Wars: Episode VIII, e nel frattempo siamo certi che Hamill farà capolino, fisicamente o vocalmente, in altri progetti che faranno contenti i suoi tanti fan.
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