Si arrabbia Marco D'Amore quando, per l'ennesima volta, il solito giornalista che cerca la polemica facile gli chiede se sente la responsabilità di dare il cattivo esempio ai ragazzi con il ruolo di Ciro Di Marzio, braccio armato del clan Savastano, che ha affascinato tutti con il suo sguardo penetrante per poi colpire a tradimento lo spettatore con scelte criminali e atti di violenza estremi.
Leggi anche: Gomorra 3: vendette amare ed il peso dell'assenza
Alla presentazione della terza stagione di Gomorra - La Serie, a Roma, l'attore ha ribadito il suo pensiero: "Tutti noi che lavoriamo a questo progetto siamo alle prese con un racconto di morte: quando qualcuno attribuisce a noi la responsabilità mi viene da ridere. Noi siamo sul campo tutti i giorni, non ci nascondiamo dietro una scrivania a via Manzoni a scrivere un articolo sui ragazzini che imitano Gomorra e quindi sono cattivi. Mi fa arrabbiare perché è una menzogna e non mi piace che dei giornalisti dicano bugie a chi legge. Non è vero, perché allora io dico bandite 30 anni di cinema americano. Bandite Scorsese! Bandite Cimino, bandite Coppola. Via dai cinema e dalle televisioni italiane. Invece loro vengono osannati: come è giusto che sia. Io sono cresciuto dicendo: 'Ehi tu, ce l'hai con me? Stai parlando con me?', ma non per questo mi sono puntato una pistola alla testa a un certo punto. Quella è fascinazione, ma che ha a che fare con la narrativa: da lì a pensare che un ragazzino che guarda Gomorra decida di diventare un camorrista significa non avere i piedi nella realtà, soprattutto perché in certi contesti quei ragazzi non hanno bisogno di Gomorra, hanno, purtroppo, altri esempi".
Leggi anche:
-
Martin Scorsese: pallottole, sangue e pugni nell'età dell'innocenza perduta
-
Da Taxi Driver a Silence: gli antieroi di Martin Scorsese tra fede, redenzione e martirio
Gli occhi magnetici di Ciro stanno per tornare: Gomorra 3 sarà di nuovo in tv, su Sky Atlantic HD, dal 17 novembre, mentre due episodi, il primo e il terzo, sono andati in anteprima al cinema il 14 e il 15 novembre in 300 sale. Distrutto dalla morte della figlia, avvenuta per mano di Malamore (Fabio De Caro), Di Marzio cerca prima di vendicarsi, per poi espiare le sue colpe in Bulgaria. In un episodio a sé stante, il terzo, che sembra quasi uno spin-off, ritroviamo infatti Ciro in terra straniera, intento a parlare un'altra lingua e a farsi strada in una nuova famiglia di criminali, perché chi ha un'intelligenza viva e delle capacità fuori dal comune non riesce a nascondersi a lungo, anche se lavora in un contesto criminale: "Questa è la stessa identica fottuta domanda che mi faccio ogni anno quando giriamo Gomorra e mi trovo in quartieri completamente abbandonati dalle istituzioni e vedo dei ragazzini che per intelligenza, per capacità, per vitalità, per cazzimma, per voglia di vivere si mangerebbero il mondo, ma sono condannati a diventare completamente altro e a veder sprecate tutte quelle qualità che sono, purtroppo, messe al servizio di altro" ci ha detto l'attore commentando la versatilità del suo personaggio.
Leggi anche: Gomorra tra colpi di scena (e di pistola): le sequenze più belle della serie
"Fai la brava"
Nel suo personale cammino di penitenza, Ciro si allontana sempre più da ogni contatto umano e terreno, rinunciando ad alcol, sesso e qualsiasi altro piacere. Fino a quando non fa una carezza a un personaggio dicendole: "Fai la brava". Un momento altissimo, come ci ha confermato lo stesso D'Amore: "Senza fare spoiler: se ci sono grandi amanti di Gomorra dovrebbero capire che quella scena è un mio omaggio. Un mio omaggio a qualcosa che è stato già raccontato e che ho voluto fortemente: grazie alla comprensione di Claudio Capellini con cui l'abbiamo girata è stato possibile realizzarla. Quella frase, quel gesto, Ciro l'ha già fatto una ed una sola volta verso una persona precisa".
Leggi anche: Gomorra 3, Roberto Saviano: "Raccontiamo le Scampia d'Europa"