I fratelli Manetti l'hanno fatto di nuovo: hanno preso il loro amore per il cinema, di ogni genere, e lo hanno mescolato, reinventato, esasperato e reso folle e colorato. Dopo vampiri, alieni e commissari, a quattro anni di distanza da Song 'e Napule i Manetti Bros. tornano a Napoli, questa volta con un musical sui generis, che unisce i film di arti marziali alle serie d'azione sui criminali che tanto hanno colpito l'immaginario collettivo negli ultimi anni, passando per la canzone neomelodica e il cinema action.
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Ammore e malavita, presentato in concorso alla 74esima edizione della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, nelle sale italiane dal 5 ottobre, è un concentrato folle di ironia e amore per la settima arte: ogni fotogramma della pellicola è pieno di soluzioni di regia originali e divertenti, in cui si sente tutta la passione di questi due fratelli che sembrano bambini che giocano con dinosauri di plastica e macchinine.
In particolare c'è un personaggio del film, Donna Maria, interpretata da Claudia Gerini, in cui i due si rispecchiano molto: moglie del boss Don Vincenzo Strozzalone (Carlo Buccirosso), è lei il primo mobile della vicenda. Appassionata di cinema, la donna fa progredire "l'azienda di famiglia" prendendo spunto dai film di James Bond e Bruce Lee, architettando piani diabolici e costringendo le sue guardie del corpo a studiare arti marziali. Ha perfino una collezione di modellini delle macchine più famose della storia del cinema!
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La fantasia al potere
Quando abbiamo intervistato i registi al Lido, ci hanno confermato tutta la loro simpatica per questo personaggio: "Potrebbe essere vista in una maniera grottesca, invece no: perché la moglie di un boss non può amare il cinema?" ci ha detto Antonio, seguito da Marco: "La particolarità di Donna Maria, rispetto alla passione per il cinema di alcuni mafiosi che è passata alla storia, è che lei non ama il cinema di mafia, non vuole essere Scarface, o un gangster rap. Lei ama proprio il cinema e cerca di mettere questa visione fantasiosa del mondo nella sua quotidianità. Sì, forse è un nostro alter ego, perché è la fantasia al potere. In fase di scrittura avevamo in mente proprio questo: la sua cosca è diventata più potente grazie a lei, perché ha cominciato a suggerire al marito delle cose che vedeva nei film: le arti marziali, i cecchini... ha inserito nella banda degli elementi dei film action. Non è la classica criminale che ama il cinema perché rende la sua figura ancora più spietata: lei rende tutto più fantasioso".
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