Mad Men - Stagione 2: aspettando il nuovomondo

Non si fa neanche in tempo a sentirsi dolcemente a casa, pronti a accogliere la seconda stagione della più bella serie prodotta l'anno passato, che siamo investiti dal cambiamento, che fa capolino silenzioso ma irreversibile

For those who think young, ovvero il ritorno di Mad Men. L'attesa è terminata, per fortuna in anticipo coi tempi della serializzazione televisiva americana standard. Ma non si fa neanche in tempo a sentirsi dolcemente a casa, pronti a accogliere la seconda stagione della più bella serie prodotta l'anno passato, che siamo investiti dal cambiamento. Che fa capolino silenzioso ma irreversibile. In punta di piedi e di penna a confermare che la serie ha preservato miracolosamente una finezza di scrittura esemplare.
Dal giorno del ringraziamento '60 al San Valentino'62: quindici mesi che sembrano un'eternità e segnano uno scarto decisivo. E' l'apertura di una nuova società che spinge dal basso e impone dei mutamenti che infrangeranno anche la percezione del tempo. Non c'è più tempo per guardare indietro, se non attraverso lo sguardo nostalgico, incarnato da Don Draper pubblicitario illuminato e pessimo marito, travolto dal suo passato burrascoso e dalla ricerca del senso delle cose.

Non è un caso allora che si salti in avanti, affidando tutto al fuori campo, suggerendo i nuovi assetti giusto con qualche rapida pennellata o con qualche segno di disagio nel duro volto dell'imperscrutabile Don. E il nuovomondo ancora apparentemente sotterraneo è già in superficie, pronto a mostrarsi a chi ha occhio e cuore per coglierne le nuove esigenze.
Troneggia al centro dell'open-space della Sterling & Cooper una fotocopiatrice, enorme e ingombrante come il suo peso simbolico, appariscente perfino più delle suadenti curve di Joan. Inferiore solo al più grande dei mutamenti in atto: la comparsa della donna. Diffidate dall'ancor rigida divisione dei ruoli; dalle riunioni testosteroniche, dai siparietti a base di pettegolezzi. Le abitudini sono dure a morire, ma nella sostanza una nuova donna sta per fare il suo ingresso nella società americana. Non è un caso, ancora una volta, che sia The New Girl, il titolo del quinto episodio di questa seconda stagione. Il più bello e il più significativo.
La nuova ragazza non è solo la nuova segretaria di Don Draper ma molto di più. E' sua moglie Betty che toglie il sale al marito e lo rimprovera - e che decide di non tradirlo solo per confermare un'immagine ipocrita di sé stessa, non perchè non sia venuto il tempo - è Joan diretta autonomamente verso la sua felicità, è la nuova fiamma di Don che lo desidera e se lo prende, ma è soprattutto Peggy.

L'ex segretaria, talmente presa dal lavoro che incapace di scoprirsi gravida, ricompare come copywriter e diventa con i suoi atteggiamenti, i suoi sguardi, la sua fermezza, il simbolo del nuovo corso. Difficile farsela piacere. Difficile perfino comprenderla a volte, ma è indubbio che sia lei la vera nuova antagonista di Don, l'unica a meritarsi un flashback di grande pregnanza. Perché il futuro è alle porte e lei lo incarna alla perfezione, con tutti i suoi limiti e le sue contraddizioni. D'altronde l'unico modo per sopravvivere, dice lo stesso Don è guardare avanti. Ask not about Cuba, ask not about the bomb. We're going to the moon è la sua soluzione alla più difficile sfida professionale che gli si pone (coercitivamente) di fronte: quella di pubblicizzare una compagnia aerea appena macchiatasi di un tragico incidente. Non passerà l'idea di Don, ma è indubbiamente il manifesto di un'epoca pronta a tutto pur di mantenere il suo diseguale, scintillante splendore. Ma durerà ancora per poco.