Lupin - Parte 3, la recensione: torna il ladro gentiluomo della serie Netflix

La recensione di Lupin 3, dal 5 ottobre su Netflix, una sorta di reboot della storia che aggiunge una ladra all'equazione, ovvero la madre estraniata di Assane. Ne ruberemo delle belle.

Lupin - Parte 3, la recensione: torna il ladro gentiluomo della serie Netflix

Ha utilizzato tutte le carte nella propria mano, più qualche bonus truffaldino aggiuntivo nascosto nella manica, Lupin, la serie Netflix che torna con la parte 3 dal 5 ottobre sulla piattaforma. Proprio come il suo protagonista Assane Diop, mago dell'inganno interpretato dal carismatico Omar Sy che questa volta vorrà provare a ricominciare lontano la propria vita ma il passato tornerà a bussare alla sua porta. Un ritorno alle origini che è sia un miglioramento rispetto alla parte 2 sia una struttura un po' ripetitiva e oramai rodata, come spiegheremo nella recensione di Lupin - Parte 3. Ma d'altronde squadra che vince non si cambia, a partire dalla scrittura di George Kay in collaborazione con François Uzan e la regia di Ludovic Bernard, Podz e Xavier Gens, prodotti da Gaumont.

Ladro gentiluomo

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Omar Sy in un momento della terza parte di Lupin

Lupin riprende gli stilemi e le caratteristiche che finora hanno fatto la fortuna della serie Netflix. Dopo gli aventi del precedente finale di stagione, Assane si ritrova a vivere in clandestinità, ricercato per quanto successo alla raccolta fondi. Lontano dalla moglie Claire (Ludivine Sagnier), rancorosa nei suoi confronti, e dal figlio Raoul (Etan Simon), che prova sentimenti contrastanti verso il padre, non riesce a smettere di organizzare il colpo perfetto con cui salutare definitivamente tutti. Il ladro gentiluomo ha infatti un'idea che arriva, come da copione, dalla controparte cartacea che l'ha sempre ispirato: fingere la propria morte per poter ricominciare altrove insieme alla propria famiglia. Verranno così messe in atto tutte le sue strategie e arguzie, insieme all'amico fidato di sempre Benjamin (Antoine Gouy), antiquario e falsario, sciorinate davanti agli occhi dello spettatore con una serie di "spiegoni" finali - che rendono la serie estremamente generalista e per questo amata sulla piattaforma, che oramai sembra aver presto questa deriva editoriale. Una struttura narrativa a puzzle ma in fondo estremamente lineare, e in parte prevedibile, soprattutto ora che si conosce il modus operandi del protagonista.

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Figlio gentiluomo

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Lupin 3: un momento della serie

Questo era stato il maggior difetto della parte 2, che aveva tolto a Lupin di Netflix smalto e ritmo. In questa terza parte, composta eccezionalmente da sette episodi, quindi due in più rispetto ai precedenti capitoli, si prova a reboottare in un certo senso il serial truffaldino mettendo al centro non solo il colpo più importante della "carriera" di Assane ma anche la sua identità. O meglio la ricerca della stessa, dopo aver esplorato il suo passato familiare e il suo rapporto con il padre, accusato ingiustamente di furto dalla famiglia ricca per cui lavorava e per il quale il figlio aveva cercato molti anni dopo di scagionarlo agli occhi dell'opinione pubblica oltre che delle autorità. Ora passiamo al ramo materno, grazie al quale scopriamo che la donna che lo ha partorito era stata arrestata in Senegal quando lui era piccolo ed emigrato in Francia insieme a Babakar. Anche lei era una ladra - quindi forse l'abilità è, infine, genetica - e non aveva quindi abbandonato la famiglia in senso stretto. A questo punto l'uomo vuole recuperare i rapporti con lei, complice la morte ufficiosa che lo ha coinvolto, e come da tradizione dello show ci viene mostrato parallelamente quanto accaduto durante l'infanzia e l'adolescenza di Assane attraverso una serie di flashback per comprendere meglio il suo presente.

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Padre gentiluomo

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Lupin 3: un'immagine della serie

Omar Sy rimane il fiore all'occhiello della serie, grazie al suo carisma e ai suoi travestimenti e situazioni a volte davvero improbabili eppure perfettamente in tono scanzonato con la storia raccontata. Accanto a lui, oltre ai protagonisti di sempre già citati, ci sono ovviamente i fidati corrispettivi nella polizia che vogliono prenderlo a tutti i costi, ovvero i detective Youssef Guédira (Soufiane Guerrab) e Sofia Belkacem (Shirine Boutella). Il duo si troverà a provare un nuovo metodo di indagine, ora che la corruzione della polizia è uscita allo scoperto, coinvolgendo alcuni giornalisti, una in particolare, appassionata del Lupin letterario di Maurice Leblanc che ha liberamente ispirato questo show, che si ritroverà a collaborare con Guédira. Ma c'è un nuovo fattore nell'equazione, una variabile che non era stata prevista inizialmente, ovvero la madre di Assane, una donna di cui scopriremo il passato e il background e le sue conseguenze sulla vita del protagonista. La famiglia è ancora una volta il tema centrale del serial, insieme alla disparità sociale di cui Diop si fa portavoce radunando uno stuolo di appassionati e sostenitori. Una sorta di Robin Hood che ruba ai ricchi per dare ai poveri. Fino all'ultimo colpo.

Conclusioni

Alla fine della recensione di Lupin - Parte 3 ribadiamo come la serie migliori la ripetitività che aveva contraddistinto il secondo capitolo portando un sorta di reboot della storia attraverso la new entry della madre di Assane Diop, dopo aver esplorato il passato del protagonista insieme al padre. Si parla di istinto truffaldino genetico, eredità familiare e disparità sociale tenuti in piedi dal grande carisma del protagonista.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Il carisma di Omar Sy, generalmente amato da tutti.
  • La new entry ovvero la madre di Assane e il suo background da ladra.
  • La costruzione a puzzle della storia…

Cosa non va

  • … che pecca però di qualche spiegone di troppo.
  • L'improbabilità di alcune situazioni e travestimenti.