L'uomo del labirinto, dal libro al film un finale fin troppo ambizioso

L'uomo del labirinto, spiegazione e analisi del finale del film e di quello del romanzo, e del suo significato per la storia e per eventuali sequel.

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L'uomo del Labirinto: Valentina Bellè in una scena del film

Avete appena finito di vedere L'uomo del labirinto e siete confusi? Non preoccupatevi, non siete gli unici. Anzi, se la cosa può in qualche modo rassicurarvi, sappiate che anche i lettori di Donato Carrisi hanno avuto qualche iniziale difficoltà a comprendere il finale e quell'inaspettato colpo di scena e quello che comporta.

Il film - di cui abbiamo parlato anche nella nostra recensione de L'uomo del labirinto - in questo senso, è più chiaro e si prende un po' più di tempo nel dare qualche indicazione in più ai propri spettatori; d'altro canto, però, per i lettori più assidui dello scrittore la sorpresa finale acquista un valore completamente diverso. In ogni caso, visto che quella che segue è una vera e propria spiegazione del finale di L'uomo del labirinto, vi avvisiamo che, ovviamente, seguiranno spoiler .

Il colpo di scena finale: la verità su Bunny e Samantha Andretti

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L'uomo del Labirinto: Dustin Hoffman e Valentina Bellè in una scena del film

Cominciamo, ovviamente, dalla rivelazione finale: la ragazza che abbiamo visto prigioniera per tutta la durata del film/libro non è in realtà Samantha Andretti, ma l'investigatrice Mila Vasquez. Su quest'ultima torneremo poi, nel frattempo quello che ci interessa sapere è che la vera Samantha, dopo essere fuggita dal labirinto ed essere stata ritrovata nella palude, è in realtà in uno stato di coma nell'ospedale, con il "vero" Dott. Green (nel libro una donna, nel film un dottore molto giovane) che sta davvero provando, ma senza successo, a recuperare informazioni su di lei e sul suo rapitore. Nel frattempo però tutto quello che abbiamo visto al di fuori del labirinto è vero e quindi il colpevole, il Bunny di Samantha Andretti, è davvero il dentista. Smascherato e catturato solo grazie all'indagine del povero Genko (Toni Servillo), morto poco dopo aver provvidenzialmente consegnato il nastro alla polizia.

Due storyline, due linee temporali diverse

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L'uomo del labirinto: la prima foto del film con Dustin Hoffman e Toni Servillo

Quello che è molto importante capire è che nel film/romanzo esistono due linee temporali ben precise: la prima è, appunto, quella legata a Genko e la "vera" Samantha; l'altra invece è quella dei due personaggi che "intepretano" Sam e il Dott. Green. La prima storyline è precedente alla seconda di poco più di un anno, questo lo capiamo con chiarezza nel film. E, sempre dal film e in particolare dall'ultimissima scena scritta ad hoc per il grande schermo, sappiamo che il rapitore interpretato da Dustin Hoffman ha già catturato Mila nel momento in cui è stata ritrovata la povera Samantha.

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L'uomo del Labirinto: Dustin Hoffman sul set

Questo rapitore senza nome è forse un nuovo Bunny? Non ci è dato saperlo in realtà, di sicuro gli piace giocare e di certo ha una discreta conoscenza di quanto sia realmente accaduto a Samantha Andretti, visto che il suo nuovo gioco consiste nel far credere a Mila di essere proprio la ragazzina scomparsa molto prima. Ovvio che le droghe contribuiscano in maniera significativa alla riuscita del suo "gioco", ma la sua interpretazione del Dottor Green così come il lavaggio del cervello di Mila funzionano solo perché ha avuto accesso (forse privilegiato) al caso della Andretti.

I due rapimenti sono quindi collegati? Anche questo non lo sapremo mai probabilmente, ma non ha poi tutta questa importanza. Il senso del romanzo (e questo forse nel libro si percepisce molto meno) è che di Bunny ce ne sono stati tanti e ce ne saranno sempre, perché il loro scopo non è solo abusare delle vittime ma cercare un nuovo erede tra i "figli del buio", qualcuno che possa portare avanti la loro orripilante "tradizione".

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L'uomo del Labirinto: una scena del film

L'importanza di chiamarsi Mila Vasquez

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L'uomo del Labirinto: Donato Carrisi e Valetina Bellè sul set

Veniamo quindi a Mila Vasquez: alla fine del romanzo capiamo che la protagonista femminile è in realtà una vecchia conoscenza dei lettori di Carrisi e non un personaggio nuovo. È un colpo di scena non da poco che infatti ha entusiasmato e fatto imbestialire i lettori in egual misura. È anche il motivo, a detta dello stesso autore, per cui subito dopo La ragazza della nebbia (romanzo slegato da tutto il resto della sua bibliografia) ha scelto di portare sullo schermo proprio questo libro: perché, ovviamente, se avesse scelto di adattare le storie precedenti (tipo Il suggeritore, che comunque nell'ultima scena del film viene citato in modo esplicito) tutti gli spettatori avrebbero già conosciuto il volto di Mila Vasquez e il twist sarebbe stato impossibile. Nei libri ovviamente il segreto lo puoi tenere fino all'ultima pagina, nel film no, a meno che il personaggio (e anche il casting) non sia ancora noto.

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L'uomo del Labirinto: una scena del film con Valentina Bellè

Cosa vuol dire questo, che dovremo aspettarci dei film sul ciclo di Mila Vasquez? E che Valentina Bellè sarà ufficialmente l'investigatrice anche per il futuro? Noi scommettiamo di sì, ma ovviamente tutto dipenderà anche dal successo al botteghino di questo L'uomo del labirinto e da come, gli spettatori cinematografici, prenderanno questo finale a sorpresa, forse perfino troppo ambizioso.