Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico: “Oggi manca la fame di Boris. E la comicità è ormai un meme"

Da Boris alla rabbia delle nuove generazioni, dal cinema italiano (senza umorismo) ai dieci anni di Ogni maldetto Natale, festeggiati al Tuscia Film Festival: quaranta minuti (a briglia sciolta e in esclusiva) con Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico.

Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo

Il primo a collegarsi su Zoom, per la nostra intervista esclusiva, è Luca Vendruscolo. Spacca il minuto, lo facciamo entrare nella nostra stanza virtuale, ci salutiamo e scambiamo qualche parola in attesa che si colleghi anche Giacomo Ciarrapico. Ci confessa che, poco prima, stavano chiacchierando via messaggi, scambiandosi idee per un prossimo progetto che non si può ancora rivelare. "Meglio non dire nulla, anche se non ho mai capito questo riserbo intorno ai nuovi progetti...", ci dice Vendruscolo che, insieme a Ciarrapico e Mattia Torre, forma il terzetto di geniali menti dietro la fuoriserie italiana per eccellenza, Boris. L'intervista con i due sceneggiatori, che definiremo fiume, incrociando le nuove e le vecchie tendenze narrative, ma anche il poco coraggio che ha il cinema italiano nei confronti della commedia e dell'umorismo, coincide con i dieci anni de Ogni Maledetto Natale, celebrato al Tuscia Film Festival.

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Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico, insieme a Mattia Torre, sul set di Boris

Dieci anni in cui è cambiato tutto, a cominciare dall'attenzione del pubblico, ormai sensibilmente scesa. "Continuiamo a raccontare storie che piacciono a noi. La scommessa è la stessa: far ridere", ci dice Giacomo Ciarrapico. "Siamo dei venditori di risate, le ricette cambiano, ma noi restiamo gli stessi. Se oggi qualcuno vede un film Anni Novanta magari lo trova lento, perché è cambiata la velocità di pensiero del pubblico. I ragazzi di oggi hanno una pazienza che non supera i 1,2 secondi. La comicità oggi sembra teatro da strada: hai poco tempo, e devi acchiappare subito. Tra l'altro, prima si preferiva la battuta, oggi si privilegia la situazione. Uno può fare delle battute fulminanti, ma la gente vuole vedere delle situazioni rocambolesche, e molte volte si sfruttano gli archetipi".

Sulla stessa linea, il pensiero di Luca Vendruscolo. "Ci sono delle commedie che resistono al tempo. Penso a Il paradiso può attendere, di una lentezza incredibile. E penso a I soliti ignoti, diametralmente opposto. Questo rende la commedia un genere affasciante, che rispecchia il valore di un determinato periodo storico. Certo, nessuno conosce il futuro del cinema. Chissà come lo godremo, chissà se studieremo a scuola le serie tv. Oggi interrogazione su Breaking Bad...".

Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, la nostra intervista

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Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo al Tuscia Film Festival per i 10 anni di Ogni maledetto Natale

Secondo Giacomo Ciarrapico, il film comico spartiacque è stato Non ci resta che piangere. "Ridi ogni venti secondi, è un film di battute, veloce, portato avanti da due comici geniali". Per Vendruscolo, "Non ci resta che piangere è pieno di poesia. Una poesia semplice e diretta". Un film che esalta il valore dello sketch, come ha poi fatto Boris e Ogni maledetto Natale. Titoli di situazioni, e di battute. Per Vendruscolo, "Quando abbiamo cominciato con Boris gli si attribuiva una natura situazionale che non era di moda. Ma non ci considero l'inizio di una tendenza. Avevamo casualmente imboccato una direzione".

Ogni maledetto Natale: foto di gruppo tratta dal film
Tutti i protagonisti di Ogni maledetto Natale

E aggiunge Ciarrapico: "In Boris c'era una rabbia circostante oggi assente. Invece di cominciare a sparare sul mostro, abbiamo deciso di amare profondamente i mostri per farli diventare ancora più mostruosi. E quindi diventavano quasi delle caricature realissime". La stessa rabbia che, adesso, appare svanita. Per lo sceneggiatore, "Vedo ragazzi arrabbiati, che non hanno voglia di divertirsi. Guardano con paura il proprio futuro e non si guardano intorno per vedere che tanti di loro sono sulla stessa barca. In Argentina, quando ci sono momenti di crisi, quindi sempre, fanno delle ottime commedie, cavalcano l'onda della rabbia, dell'incazzatura. I nostri ragazzi sono incazzati e spaventati. Quando mi ritrovo a tenere corsi di regia e sceneggiatura, mi rendo conto che sono bravi a girare, ma non hanno nessun senso della storia. La loro visione futura è distopica. Quando inventano storie, scrivono spesso di un futuro malvagio e angosciante. E non hanno voglia di fare commedia".

A proposito di rabbia, Luca Vendruscolo ci dice che "manca questo elemento. E poi mancano i film che hanno qualcosa da dire. Molte volte sono frutto di compromessi, anche rispetto a ciò che si deve dire. E i ragazzi impauriti dalla realtà non cercano di capirla, ma fuggono da essa attraverso le storie. È come se ci fosse un Covid permanente".

La comicità in Italia? Questione di... Meme

Giacomo Ciarrapico, poi, fa una veloce analisi dell'evoluzione della comicità in Italia, partendo dal grigiore sociale che, però, non trova il giusto sfogo al cinema. "Questa situazione generale, di grigiore, se tu la racconti, potrebbe essere fonte di commedia. Penso al primo Eros Puglielli, quello di Dorme. Oggi avrebbe fatto una grande commedia, parlando ai ragazzi, che si sarebbero riconosciuti. Purtroppo adesso si mette in risalto solo il lato oscuro. Assurdo, considerato che abbiamo avuto la commedia dell'arte, da Totò a Sordi. Gente che aveva fame. Poi la fame è finita, ed è arrivato il disagio di Troisi. Fabio De Luigi, per esempio, è figlio di quella maschera. Come Verdone, che ha smesso di fare i suoi personaggi, diventando l'inadeguato in mezzo agli altri. Forse un personaggio di rottura, come dimostrano gli incassi, è Checco Zalone. Ha intercettato tutti. Ma è comicità sul breve termine, una comicità da meme. I meme fanno ridere, ma non puoi fare un album fotografico di soli meme".

Sempre secondo Ciarrapico, in Italia non c'è il coraggio nello screditare la figura dei potenti "Prima di Boris abbiamo fatto Butta Fuori, serie con due buttafuori imbecilli che hanno il potere di decidere se puoi o non puoi entrare in discoteca. Secondo me, l'Italia ha anche smesso di raccontare bene chi ha potere. Perché non si racconta bene Sangiuliano? Perché quello che è straordinario di Sangiuliano è che si lancia. Si può fermare prima, invece lui ci tiene a farti sapere che le sa tutte". Un tema a cui risponde Vendruscolo: "Il tema del potere è centrale in Ogni maldetto Natale. Ed è un errore non prendere in giro il potere. Se lo prendessimo in giro, lo sconfiggeremmo".

La fame di Boris

Secondo l'opinione di Luca Vendruscolo, è tutta una questione di fame. "La fame rendeva i personaggi coraggiosi, facevano delle cose per nutrirsi che erano comiche, erano arrivisti, rubavano. E questo era il nostro schema per disegnare i nostri, di personaggi. Poi, è come se la nostra società non avesse trovato nuove cose su cui lottare. Si prende sempre una declinazione un po' buonista, e moralista. In Boris abbiamo messo questa fame, questi personaggi coraggiosi. Come alla saga di Smetto quando voglio di Sydney Sibilia. Una fotografia della società, persone con grandi competenze che l'Italia non riesce a dare loro spazio".

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Boris - Il film: Giorgio Tirabassi, Luca Vendruscolo, Mattia Torre, Giacomo Ciarrapico sul set

Uno spazio precluso anche agli artisti, che faticano ad essere considerati dei veri e propri lavoratori: "Rimaniamo un paese che pensa prima al pane. E quindi nel momento della crisi vera del 2008, c'era un ministro dell'Economia che disse che con la cultura non si mangia, dimenticando invece che il suo Presidente del Consiglio con la cultura, o pseudo cultura della tv e del cinema, ha guadagnato miliardi. Ma noi abbiamo comunque un approccio contadino, sembra un modo sbagliato dire, perché ho grande rispetto per i contadini, ma in Italia abbiamo sempre pensato prima a mangiare. Ancora ce ne vorrà del tempo prima che le categorie del cinema verranno rispettate per loro dignità professionale. Pensa, ho iniziato come stand-up comedian, ma mi dissero che non potevo farlo perché ero troppo piacente, avevo la faccia pulita. Se un ragazzo è mediamente bello, il pubblico non lo accetta. Il comico deve essere imbruttito, deve essere ingrugnito. Figuriamoci una ragazza. Se sei bella non hai diritto di fare la comica. Devi essere brutta e giocare sulla sfida sentimentale. È un cliché assurdo".