Love Life è uno dei film che ci ha colpiti alla recente Mostra del Cinema di Venezia, distribuito in sala da Teodora subito dopo la presentazione al Lido, lo scorso 8 settembre. In occasione dell'evento abbiamo avuto modo di parlare anche con il regista Kōji Fukada e la sua protagonista Fumino Kimura, interprete di Taeko, che ci hanno parlato di una storia che riesce a comunicare l'imprevedibilità della vita, ma soprattutto la solitudine che si prova nel non riuscire a condividere il dolore, più che della sofferenza stessa. Si tratta del primo film distribuito in Italia per Fukada, considerato tra i maggiori rappresentanti dl cinema giapponese, formato come allievo di Kiyoshi Kurosawa e già premiato anche a Cannes per Harmonium, e non possiamo che essere lieti di vedergli iniziare un cammino distributivo anche nel nostro paese.
La video intervista a Kōji Fukada e Fumino Kimura
Tutto nasce da una canzone
Abbiamo chiesto a Kōji Fukada dell'ispirazione per il suo lavoro, il cui titolo riprende una canzone di Akiko Yano, che "ho sentito per la prima volta quando avevo vent'anni. Più l'ascoltavo, più alcune immagini si espandevano nella mia mente, in particolare il passaggio che dice 'io ti amerò qualunque sia la distanza tra di noi.". Il regista ci ha spiegato come sia sempre stato molto colpito dal testo e i suoi concetti, "quel passaggio a prima impressione sembra una forma affermativa di amore, ma se ci si fa attenzione vuol dire che il punto di partenza è la distanza tra di loro. Il punto di partenza è stato quindi la distanza tra due esseri umani." Per il regista questo concetto non si limita solo alla distanza tra un uomo e una donna, ma in generale tra esseri umani, anche "la distanza tra qualcuno che è ancora in vita e qualcuno che è trapassato." Ma la canzone Love Life non si è limitata a essere ispirazione iniziale, ma anche guida in fase di scrittura.
Love Life, la recensione: il canto della solitudine
"Da quando ho scritto le prime battute della sceneggiatura sono passati circa vent'anni. Ho tenuto in mano questo progetto per tutto questo tempo e finalmente sono riuscito a dargli vita. Volevo creare il tempismo perfetto affinché questa canzone potesse risuonare nelle sale cinematografiche nella miglior forma possibile." Nel frattempo la canzone e il suo tema hanno acquisito anche un valore ulteriore, perché con la pandemia è aumentata la distanza sociale, ma anche la distanza tra nazioni, "quindi queste parole hanno preso una nuova accezione contemporanea." Una guida anche per il cast, come ci ha raccontato Fumino Kimura, che ha ascoltato la canzone sin dal loro primo incontro e ha continuato ad ascoltarla ogni mattina durante i preparativi, perché "agli attori serve sempre quell'elemento per darsi una spinta". "Mi sono chiesta come saremmo riusciti a creare quella splendida scena finale, data l'intenzione iniziale di voler costruire il momento perfetto per far risuonare la canzone nella sala cinematografica" ci ha spiegato l'attrice e dopo aver visto il film non possiamo che confermare che ci sono riusciti.