Il musicista e attore francese, al suo esordio cinematografico, Louis-Ronan Choisy ci parla del film Le refuge, in cui il regista François Ozon l'ha voluto come protagonista, al fianco di Isabelle Carré. La storia di Ozon è un dramma materno e paterno che trova nella gravidanza, nel parto e nella nascita un riflesso di luce, seppure macchiato da un dolore che non lascia scampo. Ancora una volta il regista di Gocce d'acqua su pietre roventi ha scelto di confrontarsi e analizzare tematiche di ampio respiro come la sessualità e la dipendenza da droghe, ma affrontandole in maniera delicata e senza indugiare con ostentazione sulle problematiche che affliggono i suoi personaggi. Choisy è riuscito a conciliare la sua professione anche con quest'esperienza attoriale, che ha trovato molto interessante, componendo le musiche e scrivendo i testi della colonna sonora del film. Con un sorriso gentile ci parla della sua amicizia con il regista e della lavorazione sul set, quando Ozon gli ha chiesto di svelare le proprie fragilità. La mimesi con il suo personaggio, Luois, ha segnato per Choisy un momento importante ed è stata anche un'occasione di crescita artistica per lui. Ma ha deciso di tornare alla sua vera passione: la musica.
Louis-Ronan Choisy com'è avvenuto il suo passaggio dalla musica al grande schermo?
Louis-Ronan Choisy: Avevo invitato François Ozon ad assistere a un mio concerto e lui in quel periodo stava già lavorando al film Le refuge e stava cercando un attore non professionista perché voleva qualcuno che avesse una purezza assoluta per incarnare il personaggio di Paul. François Ozon lavora sempre con uno sguardo analitico nei confronti dei personaggi e degli attori.
E' stata per me una grande fortuna perché ammiro molto la sua professionalità e ho potuto lavorare con una grande attrice come Isabelle Carré, generosa sia sul piano umano sia su quello professionale specialmente all'inizio quando mi sentivo a disagio sul set.
Louis-Ronan Choisy: Non sono d'accordo anche se c'è un'analogia nei percorsi esistenziali dei due protagonisti. Mousse non si sentiva accettata dalla famiglia di Louis e Paul non si sentiva accettato dai suoi familiari: entrambi sono personaggi che fanno fatica a essere accettati e a farsi accettare per come sono e in questa condivisione riescono a incontrarsi e a cambiare. Paul in particolare cambia completamente e trova il coraggio di una propria autonomia e di un'indipendenza dalla sua famiglia.
Il regista Ozon ha dichiarato che questo film avrebbe avuto un piglio documentaristico. Com'è stato lavorare in un film del genere?
Louis-Ronan Choisy: Credo che Ozon si riferisse al fatto che desiderava descrivere il più possibile e mettere a nudo le sensazioni della gravidanza e quindi il suo stile documentaristico era rivolto più al personaggio interpretato da Isabelle Carré che in generale. In realtà c'è stato uno sfasamento tra il personaggio e l'attrice perché Mousse è molto diversa da Isabelle nella realtà e mentre per il personaggio portare avanti la gravidanza era un modo di tenere in vita il rapporto con il suo compagno, anche se alla fine non accetta subito la sua bambina, per Isabelle, che era incinta proprio durante la lavorazione del film, è stato diverso. Questo ha permesso comunque al regista di avere uno sguardo molto più realistico sulla gravidanza.
La sequenza finale del film ricorda molto quella di Panico a Needle Park, del regista della New Hollywood Jerry Schatzberg, un film sulla dipendenza dalla droga in cui Al Pacino ebbe il suo primo ruolo da protagonista. Crede che sia una citazione del regista o in qualche modo un riflesso cinematografico?
Louis-Ronan Choisy: Personalmente non ho visto quel film, ma posso dire di aver giocato molto spesso a Trivial Pursuit con François Ozon, che cerca sempre di rispondere alle domande sul cinema perché le conosce tutte! Credo che lui probabilmente l'abbia visto, ma non penso che il finale del film sia in realtà giocato in quella scena precisa, ma nel gesto d'abbandono che compie Mousse, che non era prevista dal regista né lo sarà dal pubblico. La fine è in quel momento: Mousse fino ad allora non si era mai misurata con se stessa e ora in questo abbandono-non abbandono c'è la voglia di vivere.
Ci sono dei tratti del suo personaggio con cui s'identifica?Louis-Ronan Choisy: La mia biografia e la mia storia sono diverse da quelle di Paul. Penso che Ozon abbia visto in me, quando mi ha scelto, una certa fragilità e lo smarrimento che traspaiono da me. Mi è piaciuta molto quest'esperienza, è stata molto interessante, ma ora torno alla mia vita!!
In un certo senso al personaggio di Paul viene fatto da Mousse il dono della paternità. E' d'accordo?
Louis-Ronan Choisy: Sicuramente è così. Nel film vediamo che Paul ha più istinto paterno di quanto istinto materno abbia Mousse. Credo che Mousse decida di fargli questo dono anche perché è stato l'unico a restarle vicino in un momento difficile e perché l'ha accompagnata durante la sua gravidanza. Mi è piaciuta personalmente l'eleganza con cui questa tematica diventa quasi sineddotica e non viene espressa con insistenza.
Com'è stato lavorare sul set con François Ozon?
Louis-Ronan Choisy: Ozon ti fa sentire naturalmente bene sul set! Ha fatto in modo che non provassi alcuna paura e mi ha dato sicurezza perché riuscissi a mostrare le mie fragilità e ogni volta che ho sbagliato, me l'ha fatto notare senza mettermi mai a disagio.
Lui poi arriva a filmare con lo stesso respiro degli attori nelle scene clou, vive con noi ed esprime la sua sensibilità compenetrandola con quella degli attori.
Lei ha anche scritto le musiche per il film. Come ha conciliato i suoi due apporti?
Louis-Ronan Choisy: Non è stato per niente facile, ma è stato un aspetto che mi è piaciuto molto. Amo particolarmente esprimermi attraverso la musica e all'inizio pensavo che avrei composto il tema musicale del film alla fine delle riprese giornaliere, Isabelle mi aveva avvertito sulla stanchezza e il mio piano così è saltato. Ma Ozon mi ha aiutato moltissimo dandomi il clima cui dovevo ispirarmi: malinconico ma anche una nanna per i bambini. Anche Isabelle Carré mi ha aiutato, con il testo. Il tema, che ci ha accompagnato per tutto il film, ha qualcosa di onirico ed è come un'onda non meglio precisata, come le canzoni per bambini.
La vedremo ancora sul grande schermo?
Louis-Ronan Choisy: Il mio vero mestiere è il musicista. Quest'esperienza è stata per me molto interessante. Io pensavo che recitare volesse dire riuscire comunque a separare se stessi dal proprio ruolo, senza che l'uno entrasse nella vita dell'altro, ma mi sono reso conto che non era così: ho fatto così un'esperienza diversa attraverso la quale ho potuto approcciare in un modo per me nuovo anche a livello del movimento.