Era la metà degli anni '60 e la televisione americana stava per conoscere una serie che ne avrebbe rivoluzionato la storia affrontando con coraggio temi importanti ed abbattendo diversi muri e taboo. Parliamo ovviamente di Star Trek, ma l'anno precedente la serie di Gene Rodenberry un altro show di genere fantascientifico aveva iniziato il suo percorso triennale dalle frequenze della CBS: Lost in Space, nata dalla mente di Irwin Allen e dall'approccio totalmente opposto a quello della serie trasmessa dalla NBC.
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Seguita ed apprezzata sia alla sua prima trasmissione che negli anni a venire, non sorprende che si sia tentato di riproporne storia e presupposti, sia con un film per il grande schermo datato 1998, sia con un pilot del 2003 mai diventato serie, fino ad arrivare allo show prodotto da Netflix ed aggiunto al catalogo del canale streaming il 13 aprile 2018. Una serie che si dimostra più tradizionale e per famiglie rispetto ad altre proposte della popolare piattaforma, che arriva al pubblico con una stagione da 10 episodi che riesce ad assicurare leggerezza e avventura per un pubblico ampio.
Verso il Paradiso
La storia di Lost in Space si rifà a quella dell'originale e racconta di una famiglia dispersa su un pianeta sconosciuto in seguito ad un incidente alla nave spaziale che li avrebbe dovuto portare verso Alpha Centauri. Si tratta dei Robinson, scelti insieme ad altre famiglie per andare a popolare un pianete abitabile nel sistema di questa stella dopo che la Terra ha subito un evento cataclismatico, un nucleo familiare composto da madre, padre e tre giovani figli: mamma Maureen è un brillante scienziato aerospaziale, vera mente della spedizione, mentre suo marito John ha carattere e formazione da soldato e ne rappresenta il braccio; i tre ragazzi sono invece l'aspirante medico Judy, la saggia Penny ed il piccolo Will, intelligente ma in difficoltà sotto pressione.
La loro (dis)avventura su quella che sarà la loro nuova casa non inizia nel migliore dei modi e da subito sono costretti ad affrontare le difficoltà di un mondo non dissimile visivamente dal nostro e popolato dalla fauna ricreata in efficace CGI, impegnandosi per risolvere uno dopo l'altro i problemi che gli si presentano, dalla nave spaziale bloccata tra i ghiacci a vermoni che si nutrono del loro carburante. Scoprono, però, presto di non essere i soli superstiti del disastro della nave spaziale Resolute ed incontreranno il meccanico, e trafficante, Don West, oltre all'enigmatica Dottoressa Smith, che non è quella che dice di essere, e un robot che diventa il miglior amico, nonché protettore, del piccolo Will.
Lost... nello spazio
Il remake firmato da Matt Sazama e Burk Sharpless ci porta subito nel vivo dell'azione e del naufragio spaziale dei Robinson, per poi proporci, con dei brevi flashback, dettagli di quanto accaduto in precedenza, per aggiungere dettagli al background dei personaggi, ma anche mostrare retroscena che forniscono allo spettatore informazioni in più rispetto a quelle in possesso dei protagonisti. È, in misura minore, quello che faceva Lost con i suoi corposi racconti del passato dedicati ai singoli personaggi della storia, che funziona anche in questo caso nell'aggiungere sfumature e accrescere la tensione in particolari momenti della storia. In particolare quando si tratta di raccontarci la dottoressa Smith di Parker Posey, che al netto di una scrittura non particolarmente ispirata, funziona come elemento destabilizzante della storia.
Space Family Drama
Una storia che mette comunque al centro le dinamiche familiari dei Robinson e si pone come un Family Drama di ambientazione spaziale che evita la profondità della grande fantascienza e sceglie volontariamente di rivolgersi ad un pubblico ampio, da perfetta serie per famiglie: niente dilemmi morali o riflessioni sul futuro, nonostante si accenni alla condizione della Terra ed altre incognite del futuro che avrebbero meritato un approfondimento; nessuna allegoria della condizione attuale del nostro pianeta; nessuna volgarità o turpiloquio nel linguaggio dei protagonisti. C'è però un percorso personale di alcuni dei personaggi principali, in particolare nelle dinamiche di coppia dei coniugi Robinson e di un paio di altri co-protagonisti, che potrà fungere da base per ulteriori sviluppi futuri in eventuali successive stagioni.
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C'è avventura, leggerezza e divertimento nello sviluppo rapido e ritmato di Lost in Space, che rappresenta il contraltare di un titolo come Annientamento, un'altra forma di fantascienza vista di recente proprio su Netflix e che dimostra la volontà del canale streaming di fornire un catalogo variegato e per ogni tipo di pubblico.
Movieplayer.it
3.5/5