Loot - Una fortuna, la recensione: love don't cost a thing

La recensione di Loot - Una fortuna, la serie disponibile su Apple TV+ è un viaggio sull'indipendenza femminile e personale, dove i soldi sono solo un pretesto per aprirsi al mondo.

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Loot - Una fortuna: Maya Rudolph in un'immagine della serie

Correva l'anno 2000. Su MTV Jennifer Lopez si spogliava dei suoi beni di lusso cantando nell'iconico video musicale che Love don't cost a thing, l'amore non costa nulla. Chissà se frammenti di questi ricordi audio-visivi abbiano giocato una forza più o meno impattante in Loot, Una fortuna, nuova serie creata da Matt Hubbard e Alan Yang, e con protagonista Maya Rudolph disponibile su Apple TV+. In ogni puntata la ricchezza non viene celata, ma mostrata, a volte addirittura ostentata, sebbene in maniera ingenua, fino a perdere, minuto dopo minuto, sempre più importanza a favore di emozioni e sentimenti che non possono essere comprati, come l'amore l'indipendenza femminile, o l'amicizia.

E allora, come sottolineeremo in questa nostra recensione di Loot - una fortuna, i soldi sono solo un pretesto per scendere a patti con se stessi, conoscersi, affrontare fragilità una volta nascosti dietro i vizi e i capricci da soddisfare. Incapace di suscitare astio, o insofferenza, la Molly di Maya Rudolph buca lo schermo come una stella senza cielo, bruciante ma con il tempo spentasi dietro personalità altrui, che l'hanno riempita di banconote, togliendole il sorriso. Ed è proprio con l'incontro con universi a lei opposti e dicotomici che, senza arrivare mai veramente allo scontro frontale, la sua armatura viene comunque scheggiata, toccata, mutando e recuperando un universo interiore che l'avevano resa più robotica e meno umana.

THE LOOT: LA TRAMA

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Loot - Una fortuna: una scena della serie

La vita di Molly Novak (Maya Rudolph) sembra essere uscita dalle pagine di una fiaba. Moglie fedele per vent'anni di un perfetto self-made man americano (Adam Scott), che dal garage di casa è arrivato a costruire un impero milionario, la donna vive nel lusso più sfrenato. Servita e riverita da chef e maggiordomi 24 ore al giorno in una villa affacciata sul lato più bello di Los Angeles, tra yacht, jet, vestiti alla moda, il suo è un matrimonio da sogno. Peccato che un l'incantesimo si rompe dopo aver scoperto del tradimento del marito. Da quella brusca caduta si aprirà per la donna un'occasione più unica che rara: dopo aver saputo di essere a capo di una fondazione benefica, Molly si pone alla ricerca di se stessa e di un proprio ruolo nel mondo, complice l'aiuto dell'amico di sempre e della sua collega/nemica Sofia.

CAN'T BUY ME LOVE

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Locandina di Loot - Una fortuna

Cinque minuti; tanto basta per immergere lo spettatore nel cuore di Loot - Una fortuna. Un'immersione totale, naturale, e mai forzata, sostenuta da un incipit in cui nello spazio di poche inquadrature il personaggio di Maya Rudolph viene colpito, ma non affondato. Cinque minuti: tanto basta per fare la conoscenza di Molly, inserirla nella struttura sociale, e comprendere la sua fragilità d'animo. Al resto ci pensano dieci puntate scritte con geniale ironia, e sagace sarcasmo. La protagonista è modellata e costruita in maniera realistica, tanto da illudere il pubblico della sua diretta appartenenza al mondo reale, per quel suo essere tanto umana, quanto psicologicamente complessa. Molly si fa guida privilegiata in un mondo dove il capriccio lascia spazio all'ingenuità e a una scia di errori compiuti a cuor leggero, nati in seno a una conoscenza limitata del mondo, quello vero, quello ignorato, ai margini della società, filtrato da una ricchezza che ha censurato la sofferenza altrui. Lontano dai giochi di potere e ai tradimenti familiari di Succession, Loot propone un altro punto di vista della ricchezza. Molly non ha paura di mostrare il lusso che la circonda; in lei batte però un cuore che metterà la propria ricchezza a beneficio degli altri. Sbaglierà, cadrà, si farà zimbello di spettatori colmi di pregiudizi, e vittima delle sue stesse insicurezze, eppure ogni volta la donna riuscirà a uscirne vittoriosa, perché vera, reale, fragile e per questo umana. Lo sceneggiatore prende per mano lo spettatore e, trascinandolo tra cadute e risalite, lo conduce lungo un percorso mai dissestato o lacunoso. La strada di The Loot è lineare, semplice a volte prevedibile, e per questo coinvolgente e immersiva. Reduplicando la psicologia della propria protagonista, senza tante pretese, chiede solo di essere compresa e seguita, lasciandosi apprezzare tra alti e bassi, in una montagna russa dove la ricchezza non è un ostacolo o una barriera, ma un ponte da attraversare per abbracciare un universo narrativo e umano tutto da scoprire, interiorizzare, fare proprio.

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IF I WAS A RICH GIRL

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Loot - Una fortuna: un'immagine della serie

Se Loot fosse un castello dorato, Maya Rudolph ne sarebbe la sua degna regina. Ogni inquadratura vive della sua presenza; anche quando assente, o lontana dall'obiettivo della macchina da presa, la sua aura investe lo schermo, investendolo di positività e alacre (auto)ironia. Divertente, ma mai volgare, la sua Molly si pone come pedina di un mondo benestante che non ha paura di schernire, con battute circa colleghi e celebrità reali e riconoscibili al pubblico da casa. Per mezzo di una performance giocata in sottrazione dal punto di vista fisico, ma tutta improntata sulla forza di occhi espressivi e su sguardi parlanti sui quali l'attrice ha impostato tutta la propria carriera, Molly si candida a tramutarsi da antagonista di se stessa, a eroina televisiva tutta da scoprire, rivalutare e amare. Puzzle composto di tante e diverse tessere caratteriali, a completare la sua personalità sono esistenze a lei opposte e divergenti, che nel momento dell'incontro-scontro, le permettono di tracciare una psicologia complessa e convincente. Per vivere sullo schermo e diventare reale, Molly ha bisogno cioè di personaggi come Howard (Ron Funches), Nicholas (Joel Kim Booster) e Arthur (Nat Faxon). Colleghi, amici, confidenti e parti integranti di una famiglia che si è scelta, è dallo scarto di queste fratture caratteriale che ogni personaggio apre un canale privilegiato con il proprio pubblico, azionando l'illusione di realtà e il processo di immedesimazione spettatoriale. Un processo che non avrebbe avuto modo di sussistere senza il talento di attori del calibro di Funches, Faxon e Booster, come abili sarti, hanno saputo cogliere fragilità e virtù, difetti e pregi dei propri personaggi, tramutando in gesto, o semplice gioco di sguardo in realtà. Perfetto contraltare caratteriale, psicologico e sociale di Molly c'è Sofia, interpretata da una convincente Michaela Jaé Rodriguez. La donna, titolare della società di beneficienza di proprietà di Molly, è lo Yang della protagonista: è l'ombra che non vuole oscurare la sua luce, ma compensarla, arricchendosi a vicenda. È dallo scontro tra le due che la matassa caratteriale si fa più vera, realistica e coinvolgente, stratificando una riabilitazione sociale e una realizzazione personale che toccherà le due rendendole la parte migliore di se stesse. Un arricchimento interiore a cui i soldi non possono accedere o compensare. Tantomeno comprare.

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ILLUMINAMI DI RICCHEZZA

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Loot - Una fortuna: un momento della serie

Quello di Loot è un labirinto dove tutto è da scoprire, e dove ogni vicolo è un aspetto della vita da interiorizzare e conoscere. Dal momento del tradimento, Molly è chiamata a compiere un passo dopo l'altro per elevarsi a donna indipendente e sicura di sé. Ecco perché tutto è illuminato, acceso, colorato, così da permettere alla sua protagonista di indagare e compiere il suo battesimo alla vita senza ostacoli o barriere. Ecco quindi che le campagne francesi e i quartieri di Los Angeles, dalle spiagge di Venice Beach, alle strade desolate e povere di Skid Row, diventano perfetti corrispettivi urbani degli umori e dei momenti di passaggio che investono e costruiscono il percorso intrapreso da Molly. Un braccio di ferro giocato da una ricchezza acquisita e una deprivazione cosciente a favore di un senso di comunità che negli ultimi anni si è sempre più indebolito, raffreddato al grado 0, in favore di un egocentrismo marcato e una solitudine nascosta dietro sorrisi forzati e paura di aprirsi agli altri.

ESSERE SE STESSI

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Loot - Una fortuna: Maya Rudolph in una scena della serie

Nulla è lasciato al caso in Loot. In questo viaggio di spoliazione lungo dieci episodi, dove il verde del denaro lascia spazio al rosso di un cuore che batte e di guance che arrossiscono, tutto risponde a una precisa intenzione narrativa. Ogni dettaglio è perfettamente incastrato così da rafforzare una struttura solida, e mai banale. Loot inizia, si sviluppa e si conclude in maniera compatta, grazie anche a una forza interpretativa e registica che si riversa in una storia di rinascita ed emancipazione personale. Dal ruolo di "semplice moglie di", Molly riesce a strapparsi una propria identità. In questa ricerca di se stessa all'interno del mondo, la regia si limita a inseguire la propria protagonista, immortalandola a debita distanza, alternando riprese ad ampio respiro, capaci di avvicinare e includere Molly al fianco dei propri compagni di avventura, a inquadrature più ristrette, con le quali indagare e tradurre in linguaggio visivo uno tsunami di emozioni altrimenti relegate al non detto e all'omertà della paura.

I soldi non fanno la felicità, ma sicuramente possono stabilire rapporti o tranciarli in tronco. Loot - Una fortuna non ha di certo la presunzione di elevarsi a saggio sociale sull'aridità dell'anima a discapito dell'ascesa al potere. La serie di Matt Hubbard e Alan Yang non è Quarto Potere, e non ha intenzione di esserlo. Si limita a presentarsi come sguardo sui diversi e difficili rapporti di amicizia, di affrontare il mondo reale per chi ha vissuto una vita all'interno di una gabbia dorata. Dotandosi di ironia, intrattenimento e una comicità a metà strada tra le commedie di Paul Feig e quelle di Gregg Daniels, Loot è un universo televisivo dove i soldi sono un pretesto, e le risate uno strumento per stabilire un rapporto di affetto spettatoriale e immedesimazione diretta con personaggi quasi reali, tangibili, veri, come sentimenti ed emozioni che i soldi non possono comprare. Proprio come cantava Jennifer Lopez; proprio come Molly ha imparato ad accettare sulla sua pelle.

Conclusioni

Concludiamo questa recensione di Loot - Una fortuna, sottolineando come la serie con protagonista Maya Rudolph si presenti come un viaggio tutto da scoprire e in cui immergersi senza pretese, così da apprezzare appieno l'arco evolutivo della sua protagonista. Da donna sposata, Molly si eleverà a donna indipendente, pronta a disfarsi della propria ricchezza pur di aprirsi al mondo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • La performance di Maya Rudolph.
  • L'uso degli ambienti.
  • Le interpretazioni impeccabili dei comprimari.
  • L'evoluzione del personaggio di Molly.

Cosa non va

  • Il rischio di una certa prevedibilità nel corso della storia.
  • Un leggero calo al livello della quinta puntata.