Con Lontano lontano, Gianni Di Gregorio prosegue l'esplorazione della sua "esistenza cinematografica". Dopo il rapporto con la madre e con le donne, stavolta il regista imbastisce una storia di amicizia maschile tra pensionati in fuga, almeno sulla carta, dalle difficoltà dell'Italia di oggi. Grazie al contributo di Giorgio Colangeli ed Ennio Fantastichini, qui nel suo ultimo ruolo, il regista racconta con garbo e leggerezza la storia di tre amici pensionati che sognano di lasciare l'Italia per emigrare in un luogo migliore. L'impresa si rivelerà più ardua del previsto.
Gianni Di Gregorio ha modellato su di sé il ruolo del Professore, docente di italiano e latino in pensione che ama i libri e le parole. Come ammette lui stesso, "il Professore sono io, sono vigliacco e spaventato da tutto. Nella vita temo i viaggi, ogni volta che devo prendere un treno entro in agitazione". Giorgio Colangeli interpreta Giorgetto, lo spaccone fintamente sicuro di sé che ha poca voglia di lavorare e non è si è mai mosso da Roma, ma nasconde un cuore d'oro, mentre Ennio Fantastichini è Attilio, il vero viaggiatore, l'unico che ha visto un po' di mondo ed è in grado di guidare gli amici nella loro missione impossibile.
Partire è un po' morire
Lontano lontano è in uscita al cinema il 5 dicembre con Parthénos. Gianni Di Gregorio racconta l'impegno profuso in un film che ha oltre 100 location e mostra una Roma inedita, periferica, lontana dalla città turistica da cartolina. "Il viaggio dei miei personaggi è soprattutto mentale, ma abbiamo girato in lungo e in largo la città. Abbiamo fatto le corse per Roma, immaginate il caos della troupe. Alla fine eravamo stremati. Mentre ripetevamo la scena della passeggiata sotto il sole a Giorgio si sono scollate le suole delle scarpe. E' stato un film impegnativo".
Il professore, Giorgetto e Attilio vedono nel trasferimento un modo per sfuggire alle tasse, alla povertà e alle difficoltà, ma il loro sogno è davvero quello di lasciare l'Italia? Secondo Giorgio Colangeli, "il nostro è un viaggio senza navigatori. Oggi il viaggio non ha più senso, è impossibile perdersi, ma per noi questo viaggio è il viaggio in quanto viaggio. La meta ci sfugge, non andiamo alle Azzorre come previsto, ma otteniamo l'obiettivo inconsapevole di mettere in condizione un giovane di andare al nostro posto. E' più importante che sia un giovane a realizzare il suo progetto di vita piuttosto che noi che la vita ce l'abbiamo alle spalle". Riflettendo se richieda più coraggio lasciare tutto e rifarsi una vita altrove o restare e affrontare i problemi, Gianni Di Gregorio punta sul restare: "Tanta gente se ne va. Ma io penso che sia meglio restare e migliorare". Giorgio Colangeli puntualizza però che il film "non è mai così realistico da dare indicazioni di vita, la nostra è solo un'indicazione ideale. L'obiettivo dei personaggi è migliorare la propria vita e ci riescono. Questo è ciò che conta".
Lontano lontano, la recensione: partire, sì, ma per dove?
Alla scoperta di Roma spogliata
Il viaggio di Lontano lontano si consuma all'interno di Roma partendo proprio dalla Trastevere in cui Gianni Di Gregorio è nato e cresciuto: "I bar sono quelli che ho sempre frequentato. L'idea era quella di andare nelle periferie storiche, Centocelle Tor Tre Teste, Tuscolano, arrivando a vedere il litorale. Almeno al mare i miei tre personaggi ci arrivano. Per me Roma è una metafora. Sono riuscito a conservare la casa a Trastevere, il resto del palazzo è tutto B&B, volevo partire dal film per arrivare nelle periferie". Al di là della fatica e dell'impegno fisico, il set di Lontano lontano si è rivelato decisamente stimolante per Di Gregorio grazie alla collaborazione con due attori straordinari come Colangeli e Fantastichini: "Avevamo un copione di ferro, ma loro sono due mostri. Ennio e Giorgio si inventavano battute micidiali e mi veniva da ridere in scena perché non lo sapevo. L'alchimia tra noi era incredibile. Non conoscevo Ennio, ma quando ci siamo visti sembravamo amici da 35 anni. L'empatia è stata immediata. Sul set mi dimenticavo di dare lo stop perché avrei voluto vederli all'infinito".
La conferenza si conclude con un contributo video che contiene un'intervista dal set di Ennio Fantastichini, che trovate di seguito.