Le buone storie trovano sempre la chiave. Ogni grande racconto ti bussa dentro, spalanca emozioni, si intrufola nei ricordi, si addentra in territori familiari. Ecco, Locke & Key è una di quelle storie che, prima o poi, trova qualche serratura aperta e si infila senza chiedere permesso. Per questo, quando abbiamo saputo che l'apprezzato fumetto di Joe Hill e Gabriel Rodriguez sarebbe diventato una serie Netflix, non ci siamo sorpresi nell'immaginare quelle tavole prendere vita sul piccolo schermo. Perché Locke & Key tra le vignette di un fumetto ci è sempre stato stretto. Il disturbante dramma familiare immaginato da Hill (figlio di Stephen King e quindi cresciuto a pane e terrore) ha subito dimostrato un potere immaginifico enorme, fatto di incubi, pentimenti, rimorsi e un passato oscuro. Visionario senza perdere mai il contatto con la realtà, Locke & Key è un viaggio nei segreti di una famiglia segnata dal lutto. Un fumetto cupo, sporco e adulto, che ha sempre flirtato con l'audiovisivo. Sì, perché dopo la sua pubblicazione nel 2008, Locke & Key sarebbe dovuta diventare una trilogia cinematografica (per Universal), poi una serie tv per Fox (fu girato anche un pilot destinato a non avere un seguito) e, infine, sempre una serie per Hulu, ma la chiave si inceppava ogni volta.
Ad aprire davvero la porta è stata Netflix che il 7 febbraio renderà disponibile la prima stagione di Locke & Key, per un totale di 10 episodi. Prima di varcare la soglia dell'inquietante Keyhouse, ci è sembrato giusto fare gli onori di casa e farvi orientare nel torbido immaginario dello show partendo proprio dai meriti del fumetto. Dunque, entrate pure. Anzi, preparatevi ad accogliere Locke & Key. Le belle storie trovano sempre la chiave.
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1. Il dolore come collante
Un padre ammazzato, una moglie spaesata, tre figli con un vuoto da riempire insieme. Una vita si spezza e altre quattro vanno aggiustate. Locke & Key trova nel dolore la sua chiave di volta e nel lutto la molla da cui tutto parte e si smuove. Dopo il cruento omicidio del loro papà (a cui hanno assistito), i tre fratelli Locke si trasferiscono nella misteriosa magione di famiglia per ricominciare da zero. Allontanarsi da quel buco nero e ritrovare ossigeno. Però, se la cittadina in cui rinascere si chiama Lovecraft, è facile immaginare che qualcosa andrà storto. E che il Male troverà presto un modo per rientrare nelle vite della famiglia Locke. Ecco, uno dei grandi meriti di Locke & Key è il modo naturale (e brutale, proprio come sa essere la vita) di catapultare il lettore nel bel mezzo di un dramma familiare in cui, nonostante le derive fantastiche, è facile riconoscere dinamiche e sentimenti sempre verosimili. Senza risultare mai retorico o ricattatorio, Locke & Key si insinua dentro una serie di sensazioni contrastanti, vissute sulla pelle dei tre fratelli Locke.
Attraverso l'intricata elaborazione del lutto di Tyler, Kinsey e Bode, Hill ha dato voce al senso di colpa, all'impotenza, alla rabbia e persino al desiderio di rimozione. Modi diversi per cercare un modo di andare avanti e continuare a vivere dopo una perdita così violenta e (almeno in apparenza) insensata. Nonostante vari modi di reagire dinanzi alla morte e a contrasti intestini, Locke & Key trasforma il dolore in un collante, in un motivo per stringersi ancora più forte e sentirsi più famiglia di prima. Per quanto possa sembrare azzardato, Hill ha avuto il coraggio di trasformare il dolore e il lutto in due motivazioni, in occasioni per crescere, mettersi in discussione e acquisire nuove consapevolezze. Ecco perché, col passare dei numeri, Locke & Key assume la forma di un grande romanzo di formazione in cui, per evolvere, bisognare sporcarsi le mani con il Male.
2. Una casa come protagonista
Ci sono luoghi che non si accontentano del ruolo di palcoscenico. Ci sono posti che non possono essere soltanto un anonimo sfondo, un semplice contesto. Keyhouse, la grande magione di famiglia in cui i Locke si rifugiano per cominciare una nuova vita, fa parte di questa scuola di pensiero. Lampioni che sembrano usciti da un romanzo di Sherlock Holmes, architetture vagamente neogotiche, stanze labirintiche, pozzi maledetti e giardini isolati: Keyhouse ha tutte le carte in regola per ospitare storie inquietanti e partorire incubi. Se Locke & Key ci ha ammaliato durante la lettura, è anche merito delle atmosfere cupe ricreate dal tratto deciso di Gabriel Rodriguez, capace di rendere la lettura altamente coinvolgente e immersiva anche grazie al carattere di questa villa maledetta. Si capisce subito che Keyhouse non è una casa normale, ma un luogo oscuro, mistico e misterioso, in cui segreti e traumi si celano nel buio. Locke & Key ha la grande capacità di trasformare un luogo in un personaggio, con Keyhouse subito eletta a co-protagonista della storia. Una villa ammaliante che respira, nasconde e suggerisce tra echi, sussurri e porte magiche tutte da varcare.
3. La porta verso il fantastico
E adesso arriviamo alle altre grandi protagoniste silenziose della storia: le chiavi magiche di Keyhouse. Prima di tutto, però, concedeteci un passo indietro. Perché le chiavi ci permettono di soffermarci sul bellissimo gioco di parole sottinteso nel titolo di Locke & Key, dove il cognome della famiglia protagonista lascia intendere un senso di chiusura (locked) subito scardinato dalla presenza di queste chiavi che aprono volta per volta nuove verità. La presenza di una miriade di chiavi diverse sparse negli anfratti di Keyhouse (sono quasi una ventina) rappresenta un elemento imprevedibile che irrompe di prepotenza nelle vite dei protagonisti, mettendoli sempre più a stretto contatto con lo straordinario. Dopo una fase iniziale di inevitabile scetticismo, i fratelli Locke capiscono una cosa: non si può più tornare alla normalità di una volta. E così i nostri abbracciano l'assurda presenza di queste chiavi che aprono porte fantastiche. Lasciapassare per possibilità incredibili e altrimenti impensabili: trasformare uomini in donne (e viceversa), diventare un fantasma, entrare letteralmente nella testa di qualcuno, tornare indietro nel tempo e tanto, tanto altro ancora. In Locke & Key l'irrompere del fantastico è tanto graduale quanto inarrestabile. Un cambio di rotta gestito con grande maestria da Hill, abile nell'abbassare poco per volta le resistenze del lettore, portandolo a sospendere senza alcuna fatica la sua incredulità.
4. Dare forma all'incubo
Viviamo in un'epoca in cui vige la dittatura del "cosa si racconta". Un periodo in cui il "come si racconta" passa spesso in secondo piano. Ingiustamente. La paura dello spoiler e il dominio delle teorie dei fan sono lì a dimostrarcelo, e noi siamo molto in disaccordo. Per questo, nel raccontarvi perché il fumetto di Locke & Key ci ha conquistato senza fatica, non possiamo che soffermarci sullo storytelling e sul tratto inconfondibile di Gabriel Rodriguez. Strizzando l'occhio allo stile molto espressivo di John Romita Jr., Rodriguez ha ideato un character design in cui le personalità dei personaggi emergono con prepotenza e immediatezza. Tutto merito dei suoi occhi grandi e acquosi, in cui si possono intravedere il terrore, la paura, la gioia e lo spaesamento di una famiglia intera. Oltre a queste espressioni così curate nei minimi dettagli, Rodriguez ha subito dimostrato una propensione naturale per una messa in scena molto cinematografica. Senza risparmiarsi mai, il disegnatore cileno riesce a dare varietà al contesto domestico variando di continuo le inquadrature, cercando prospettive ardite e dando grande respiro alle tavole anche quando ci si trova dentro una stanza. E se Locke & Key ha scardinato le porte della nostra immaginazione, è soprattutto merito dei suoi disegni evocativi e taglienti, il cui l'elemento fantastico sembra quasi venir fuori dalle vignette per travolgere il lettore e catapultarlo in quel posto scomodo chiamato Keyhouse.
5. Un mix di generi
La serie tv Locke & Key solletica la nostra curiosità e i nostri desideri per una degna trasposizione. Questo accade perché Hill ha creato una storia corale molto complessa (ma non complicata) in cui tanti generi riescono a convivere con grande equilibrio, senza che uno soffochi l'altro. Come un abile alchimista, Hill ha dato vita a un riuscito miscuglio di atmosfere in cui il dramma familiare molto realistico (e in cui è facile riconoscersi) abbraccia atmosfere decisamente horror, piene di momenti raccapriccianti e pura tensione. E come dimenticare il percorso di crescita dei fratelli Locke (due adolescenti e un bambino) che porta la storia nei territori del teen drama? Senza mai sembrare caotico o forzato nel connettere i vari registri, Locke & Key (come detto) è attraversato dalla costante sensazione che qualcosa di straordinario stia per sfondare la porta di Keyhouse. Un presentimento più che fondato perché Hill ha seminato la sua storia di elementi fantastici molto stratificati, prima nascosti e poi sempre più evidenti. È come se il figlio di Stephen King consegni una pala nelle mani del lettore, spingendolo poi a scavare dentro una mondo fantastico da cui sgorgano oggetti magici, portali, creature tremende e poteri allucinanti. Locke & Key è come un grande depistaggio: parte in una situazione molto ordinaria per poi scoperchiare una mitologia fantastica in cui è necessario perdersi per ritrovarsi. Per questo crediamo che Netflix abbia appena preso in mano le chiavi di una serie dal grande potenziale. E per questo non vediamo l'ora di bussare alla sua porta.