Lino Banfi e il ritorno di Oronzo Canà

Un emozionato Banfi ha incontrato la stampa romana per presentare l'atteso sequel della storica commedia L'allenatore nel pallone.

Oronzo Canà torna a parlare con la stampa. Ma in questo caso non stiamo parlando del pittoresco allenatore della Longobarda, ma del suo interprete, quel Lino Banfi che ritorna sul grande schermo a più di vent'anni dalla sua ultima interpretazione cinematografica con L'allenatore nel pallone 2.
"Sono ormai vent'anni che non facevo più cinema, avevo una gran voglia di tornare in sala, ma per un motivo o per l'altro il mondo della televisione mi ha sempre trattenuto - si confessa nonno Libero - Il mio futuro al cinema? Beh, di certo è legato al successo di questo film, a quanto il pubblico pagante abbia ancora la voglia di rivedermi. Ma a me piace troppo questo mestiere, almeno un altro lo voglio fare!"

L'immediato paragone con il primo capitolo della saga, ormai entrato nell'immaginario collettivo di intere generazioni, non spaventa gli interpreti che si sono ritrovati a lavorare a distanza di anni sullo stesso soggetto. "Non si possono proprio fare confronti tra i due film - sostiene ad esempio Andrea Roncato - Il secondo è proprio una storia diversa nonostante attinga dallo stesso soggetto, è proprio un altro film. Non ho paura di un confronto con il film precedente".

Anche Lino Banfi cavalca la stessa tesi: "Ma no, a me non importa dell'opinione della stampa e dei critici, io sono convinto di avere fatto un buon lavoro, differente da quello precedente, ma sono convinto che la gente sarà dalla mia parte alla fine".
Un discorso molto simile lo fa il regista di entrambi i film, Sergio Martino, che sottolinea come "si siano evitate facili gag visive e volgari, avevamo l'intenzione di fare un film per bambini, e credo che ci siamo riusciti. Poi ovviamente i tempi sono diversi, e il giudizio della gente è relativo. L'obiettivo era di costruire un film molto garbato, che non puntasse solo su una comicità immediata, ma che puntasse maggiormente sulla storia".

Fondamentale nel coinvolgere un numero così elevato di calciatori di primo piano è stata la benevola intercessione del capitano della Roma, Francesco Totti: "Francesco è stato il promotore dell'iniziativa - ammette Banfi - è un mio caro amico, e ha convinto tantissimi calciatori e personaggi che lavorano nel mondo del calcio. Per esempio Lotito: noi eravamo convinti che si incazzasse quando abbiamo girato la sequenza con lui, perché lo prendevamo troppo in giro. Invece si è dimostrato una persona molto intelligente, ed è stato al gioco fino all'ultimo".

La vera rivelazione è sulla annunciata, e poi smentita più volte, presenza di Luciano Moggi nel film, a proposito della quale lo stesso Banfi confessa: "All'inizio la cosa era nata per caso, lo avevamo incontrato e lui stesso si era proposto per autoimitarsi. Poi la cosa si è gonfiata un po' troppo, destava troppo clamore, e insieme abbiamo deciso di non procedere, e di limitarci ad una breve imitazione nella scena del capostazione".