A meno di un anno dall'uscita di Nemiche per la pelle Luca Lucini torna dietro la macchina da presa per un film molto diverso dalle commedie a cui ci ha abituati. Un film sperimentale, indirizzato ai ragazzi e possibilmente alle loro intere famiglie, che mira ad introdurre un genere che in Italia abbiamo sempre amato ma mai adottato.
Il nuovo progetto, dal lungo titolo Come diventare grandi nonostante i genitori, è anzitutto un'ambiziosa produzione Disney che si avvale della vena comica di Gennaro Nunziante (regista e sceneggiatore dei film di Checco Zalone) e della grinta dei giovani protagonisti di Alex & Co supportati dal talento di Margherita Buye Giovanna Mezzogiorno. Il film racconta i sogni di gloria di un gruppo di adolescenti con la passione per la musica e i loro conflitti con il mondo degli adulti in uno scontro generazionale tutto da ridere. In occasione dell'uscita nelle sale del film (il 24 novembre) abbiamo incontrato il cast che ci ha raccontato le proprie esperienze di crescita, tra cinema e vita reale.
Un invito al cambiamento
Come mai avete scelto di accettare la sfida della Disney?
Luca Lucini: Non era facile. Questo è un genere che in Italia non esiste. Il punto di partenza era realizzare un film che fosse fedele alla Disney e alla sua qualità. Gennaro non era mai convinto della sceneggiatura, l'ha riscritta tre volte. Ma era destino: d'altronde la Disney ha adottato la nostra italianità dai tempi di Pinocchio! Sono anche contento di essere riuscito a coinvolgere attrici di grande livello e che tutti abbiano messo l'anima in questo progetto, dai ragazzi a chi non ha più niente da dimostrare. Sono soddisfatto del risultato di questa sfida e della novità che rappresenta.
Giovanna Mezzogiorno: Mi è piaciuta l'idea di fare un film più leggero del solito. Sono stata lontana dal set per qualche tempo dopo la nascita dei miei figli. Sono tornata a lavorare due anni fa ma il film di Ivano De Matteo non era esattamente una commedia. Anche in questo film c'è un lato drammatico ma non volevo farne un personaggio triste bensì sorridente e positivo. La mia Mary è una donna tenera, che cerca di tenere le redini di una famiglia dove il marito fatica ad affrontare il dolore per la perdita che subito.
Margherita Buy: Ho trovato invitante la possibilità di lavorare nuovamente con Luca dopo Nemiche per la pelle. Poi mia figlia sta uscendo proprio ora dalla fase Disney Channel dopo anni di dipendenza e mi divertiva l'idea di entrare a far parte di questo mondo. Poi mi piace molto la preside che interpreto.
I no che aiutano a crescere
Com'è stato condividere quest'esperienza con degli attori così giovani?
Giovanna Mezzogiorno: Mi affascina molto il mondo degli adolescenti perché ancora non lo conosco. I miei figli non hanno ancora quell'età. I ragazzi di Alex & Co. mi hanno colpito perché sono dei grandi professionisti, sono umili e simpatici. Sono stata poco sul set ma grazie alla loro grinta c'era una bellissima atmosfera. Li ho guardati estasiata. I ragazzi di oggi mi fanno tenerezza perché sono molto più maturi di quanto non fossi io alla loro età anche solo a causa dei social network che accelerano il processo di crescita. Allo stesso tempo però hanno un lato infantile tenerissimo. È stata una lezione per me far parte di questo film in loro compagnia.
Che adolescenti siete state?
Giovanna Mezzogiorno: Ho avuto una madre molto tollerante e un padre molto severo. Sono stata un'adolescente molto problematica perché andavo male a scuola e ho avuto una carriera scolastica a dir poco tragica. Non scherzo se dico che ho cominciato ad uscire di casa intorno ai 18-19 anni. I divieti creano molto rancore in un'adolescente ma poi diventano basi e strumenti per fare delle scelte più consapevoli da adulti.
Margherita Buy: Io ho ricevuto tanti no dalla mia famiglia, anche troppi. Per questo motivo forse con mia figlia faccio tutto il contrario. Dovrei evitarlo perché già essere figlia di un'attrice la rende una privilegiata, ma non è facile. Ora si beccherà tanti no dopo questo film (ride, n.d.r.).
Dal cinismo di Zalone ai buoni sentimenti
Gennaro questo è un film molto diverso rispetto a quelli che ha scritto con Zalone. Che impegno ha richiesto?
Gennaro Nunziante: Devo dire che avendo ricevuto il compenso in anticipo mi sono sentito immediatamente più stimolato (ride, n.d.r.). A parte gli scherzi, l'ho trovata un'esperienza bellissima perché era per i ragazzi e mi divertiva pasticciare il marchio Disney, che arriva in maniera solitamente molto sofisticata nelle nostre case. Credo di averla contaminata con la nostra sensibilità europea, giocando con i sentimenti. Contrariamente a quanto avviene di solito in TV o in altri contesti in questo film i ragazzi non vincono perché sono belli ma perché sono bravi. Ho ragionato da sceneggiatura ma ancora di più da padre di tre ragazzi.
Ci sono dei collegamenti tra la trama del film e quelli della serie Alex & Co?
No, sono due esperienze separate. Il cinema ha un altro linguaggio. Abbiamo cambiato modulo come quanto Mourinho subentrò come allenatore dell'Inter, per fare una metafora calcistica. I personaggi dovevano evitare l'eccesso di caratterizzazione. Questo film è la riprova che se l'America mette i soldi e l'Italia le idee, il connubio è perfetto!
C'è qualche esigenza personale che l'ha motivata ad abbracciare il progetto?
Sì, questo film sarà per sempre legato alla memoria di un mio amico che è venuto a mancare da poco. Per 25 anni è stato l'unico a dirmi sempre ciò che pensava, senza quell'ipocrisia con cui solitamente trasciniamo i nostri rapporti interpersonali. Il giorno del suo funerale ho capito chi è l'amico vero: una persona che ti vuole talmente bene da non nasconderti mai nulla, che ha rispetto per la verità.