Likemeback non è il solito film sull'amicizia tra adolescenti. Come svela la nostra recensione di Likemeback, la pellicola di Leonardo Guerra Seràgnoli è un'attenta riflessione sui cambiamenti nelle abitudini e nei comportamenti dei giovani nell'era social. Il telefonino influenza la vita delle tre protagoniste della storia nel bene e nel male, ne condiziona il modo di essere diventando il quarto protagonista della storia. Alla fine dell'ottocento Jerome K. Jerome scriveva Tre uomini in barca (per non parlar del cane). Oggi al posto degli uomini troviamo tre giovani donne e al posto del cane uno smartphone. Ecco come cambiano i tempi.
Con una premessa quasi mucciniana, la trama di Likemeback racconta l'estate della maturità, quel momento di passaggio in cui si è in grado di saggiare la vera libertà prima di gettarsi a capofitto nelle responsabilità della vita adulta. Lavinia, Danila e Carla celebrano la fine della scuola superiore con una gita in barca nelle isole della Croazia generosamente offerta dalla ricca madre di Lavinia. Le tre ragazze, sole sulla barca a eccezione di uno skipper, trascorrono l'ultima vacanza insieme tra tuffi in mare, bagni di sole, topless, confidenze e selfie senza mai staccare occhi (e dita) dal telefono. A deteriorare l'atmosfera giocosa interviene un banale incidente: il telefono di Carla finisce in mare dando il la a una serie di eventi che metteranno a repentaglio la relazione tra le tre amiche.
Generazione Z: istruzioni per l'uso
Likemeback ripropone l'inquietudine tipica dell'adolescenza in un film che, dietro l'apparenza solare e idilliaca, non fornisce uno spaccato troppo positivo della generazione Z. Le tre giovani protagoniste sono ambiziose, ma confuse, frivole ed esibizioniste. La società del benessere ha falsato i loro valori, avere tanti follower è più importante del successo negli studi o del rispetto nei confronti del prossimo. Leonardo Guerra Seràgnoli non indora la pillola, piuttosto cerca di fornire un ritratto realistico della gioventù di oggi calcando la mano sugli aspetti più discutibili della contemporaneità. D'altronde, come ha confessato lo stesso regista, il film si è concretizzato sul web grazie a un profilo Instagram arricchito dal contributo delle tre interpreti e di tutti gli utenti che sono intervenuti per commentare il "diario di viaggio virtuale" delle tre amiche.
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Carla, Lavinia e Danila, tre amiche, tre giovani donne molto diverse. Con sapienti scelte di cast, il regista ha affidato i personaggi di Likemeback a tre giovani attrici emergenti che ne incarnano pregi e difetti con grande naturalezza. A interpretare Lavinia, forzatamente spigliata, ma in realtà fragile e insicura, è Blu Yoshimi, già protagonista di Piuma di Roan Johnson; l'aspirante influencer Danila, spigliata e impulsiva, ha il volto di Angela Fontana, una delle gemelle di Indivisibili, mentre Carla, la più compassata, razionale e giudiziosa tra le tre amiche è interpretata da Denise Tantucci, attrice giovane e determinata che ha all'attivo serie come Braccialetti Rossi e Un medico in famiglia. Tre attrici che danno vita a tre tipologie differenti di ragazze, pronte a mettersi a nudo, a tratti letteralmente, sotto la guida sicura di Leonardo Guerra Seràgnoli, capace di cogliere la confidenza, l'insicurezza, la gelosia e talvolta la cattiveria che caratterizza le relazioni femminili.
In alto mare
Likemeback è ambientato quasi interamente su una barca, proprio come il precedente film di Leonardo Guerra Seràgnoli, Last Summer. Il regista lavora sul contrasto tra gli esterni - il mare blu, l'acqua limpida, le spiagge dorate - e gli interni claustrofobici del natante in cui sono ambientati i drammatici confronti tra le tre protagoniste. Seràgnoli sembra trovarsi particolarmente a suo agio a girare in ambienti angusti. L'illusione di libertà fornita dall'ambientazione marina svanisce presto, la barca si rivela un non luogo in cui è impossibile sfuggire ai capricci e al giudizio delle compagne di viaggio e anche le brevi escursioni sulla terraferma non dissipano il senso di oppressione che si respira nel film.
Seppur immerse in un ambiente paradisiaco, Lavinia, Danila e Carla non sono libere di godersi la loro vacanza. Il consulto frenetico e ossessivo del cellulare, l'obbligo di documentare ogni istante, anche i momenti più intimi, sui social per poi controllare le reazioni dei followers scandiscono le loro giornate più del sole e del mare. La stessa Carla, la più disinteressata ai social, non riesce a separarsi dal suo smartphone che usa per studiare, mentre prepara l'esame di ammissione all'università, e per comunicare col fidanzato possessivo rimasto a casa. La caduta in mare del telefonino di Carla innescherà il dramma amplificando e inasprendo la relazione malsana delle amiche con i social media.
Social, solitudine e finzione
In Likemeback i social media assumono valenze diverse: possono essere strumento di fuga dalla realtà, permettono di fingersi chi non riusciremo mai a diventare nella vita di tutti i giorni, rappresentano una speranza di successo, di ricchezza, possono servire a trovare l'amore o una semplice avventura di una notte. L'importante è essere in rete, pena l'annullamento. Trascorrere troppo tempo sui social impedisce di fare esperienze reali, ma vivere delle avventure senza raccontarle su Facebook, oggi come oggi, sembra inutile. E' da questo cortocircuito che nasce Likemeback, uno Stand by me al femminile dell'era 2.0. Perché l'unica avventura possibile, per i giovani d'oggi, è quella vissuta dietro lo schermo di uno smartphone.
Conclusioni
Come sottolineato nella recensione, Likemeback è un lavoro coraggioso, uno spaccato sulla generazione Z che mette in luce la solitudine e l'insicurezza dei giovani d'oggi che si cela dietro la spavalderia generata dall'uso dei social. Un racconto al femminile, un'esplorazione intima di tre giovani donne alle prese con la scoperta del mondo, di se stesse e della percezione generata negli altri in bilico tra reale e virtuale.
Perché ci piace
- E' un film giovane, spigliato, pieno di ritmo, che racconta con sguardo partecipe il rapporto tra gli adolescenti e i social.
- Il regista mette in scena tre personaggi interessanti e reali ben interpretati dalle tre carismatiche interpreti, Blu Yoshimi, Denise Tantucci e Angela Fontana.
- La storia, ben concepita, sfrutta al massimo lo spazio angusto della barca a vela e aggiunge qualche strizzata d'occhio agli spettatori più giovani per rendere il film accattivante.
Cosa non va
- Quando si parla di web e social media, inevitabilmente il ritratto generazione che ne esce è quello di giovani superficiali, interessati a valori effimeri, pronti a tutti per i soldi o per la popolarità. Se questo film rispecchia la realtà, siamo messi male.