Buzz Lightyear ci ha sempre portato "verso l'infinito e oltre". Adesso, con Lightyear - La vera storia di Buzz, nelle sale italiane del 15 giugno, ci porta nel suo passato. Il film Pixar diretto da Angus MacLane (già co-regista di Alla ricerca di Dory) racconta la prima missione di Buzz, che dovrebbe durate soltanto 4 minuti e invece lo trasporta 62 anni in avanti nel tempo.
Arrivato nel futuro, Buzz è devastato dal suo errore e cerca disperatamente di rimediare. Con lui il gatto robot Sox, Izzy Hawthorne, nipote di Alisha, sua compagna di missione, e perfino lui, l'imperatore Zurg, storico nemico dello space ranger.
Le voci originali di Buzz, Sox e Alisha Hawthorne Lightyear - La vera storia di Buzz sono Chris Evans, Peter Sohn e Uzo Aduba. Quelle italiane sono invece di Alberto Malanchino, Ludovico Tersigni ed Esther Elisha. Li abbiamo incontrati a Roma, insieme alla divulgatrice scientifica Linda Raimondo.
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Lightyear - La vera storia di Buzz: il fallimento e il lavoro di squadra
Questo film insegna ad accettare il fallimento. Ma non è facile. Come si fa?
Ludovico Tersigni: Possiamo richiamare la saggezza popolare e l'insegnamento: sbagliando si impara. In questo film c'è un rapporto con l'errore, che non è per forza positivo. Sbagliare fa parte di un percorso di crescita: cercare solo il successo è un miraggio, un'idea che non rispecchia la realtà. Per crescere bisogna fare degli errori.
Lightyear parla anche dell'importanza del lavoro di squadra.
Alberto Malanchino: Il lavoro di squadra è fondamentale. Viviamo in una società in cui troppo spesso capita che la prestazione del singolo venga messa al centro dell'attenzione e non ci sia la possibilità di errore, di essere fallibili. Invece il lavoro di squadra è necessario, perché essendo una squadra si può sopperire alle fragilità che una persona da sola può avere. La cooperazione è fondamentale. Soprattutto in un periodo storico come questo, in cui si è sempre più in rapporto esclusivamente con se stessi, anche grazie a dei mezzi tecnologici che non ti permettono di avere una connessione più analogica, più tattile, di fare vere esperienze con gli altri.
Esther Elisha: A volte ci si dimentica che dietro al successo di un singolo c'è sempre il lavoro di altre mille persone che hanno contribuito a quella vittoria.
Linda Raimondo: Il successo del singolo è sempre la punta dell'iceberg.
Lightyear - La vera storia di Buzz: verso l'infinito e oltre
Il motto di Buzz Lightyear è "verso l'infinito e oltre". Qual è il vostro oltre?
Ludovico Tersigni: Il mio oltre è l'orizzonte. Immagino di solcarlo e di andare a vivere in posti nuovi. A esplorare l'ignoto. Che è quello che cerca di fare Buzz. E che cerca di fare anche Linda, che è una giovane astronauta.
Linda Raimondo: Sicuramente quando penso all'oltre penso alla bellezza della scienza e dell'universo, al suo mistero. Ci sono ancora tante cose che non sappiamo. Io per prima studiando cerco di capire. Se dovessi scegliere un oltre andrei sicuramente sulla Luna, nel mare della tranquillità, per vedere la Terra da lì. Perché penso che sia una vista bellissima, che ci fa capire ancora di più la fragilità del nostro pianeta.
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Alberto Malanchino: Il mio oltre non lo so, ma sicuramente in me c'è un "verso l'infinito". Mi piace moltissimo questa frase: l'idea di andare verso un qualcosa che in realtà è sempre irraggiungibile. È una costante ricerca di se stessi per continuare a migliorarsi. Insieme anche a dei compagni di viaggio.
Esther Elisha: Ci sono degli oltre che sono dei luoghi di potere di cui sono molto curiosa. Ci sono dei luoghi specifici in cui vorrei essere una mosca che può osservare certe dinamiche. Non dirò quali, ma alcuni sono proprio qui a Roma. Un altro oltre sono le menti dei bambini che parlano ancora e degli animali. Vorrei sapere come pensano, come vedono la realtà. Penso che non accadrà mai e quindi mi rassegno.
Lightyear - La vera storia di Buzz: il gatto Sox
Anche in Lightyear i gatti sanno sempre qualcosa più degli altri. Secondo voi nascondono i segreti dell'universo? Alla fine salveranno il mondo?
Esther Elisha: I gatti in realtà, insieme all'uomo, sono una delle specie più infestanti del pianeta. Quindi salvarlo non lo so.
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Ludovico Tersigni: In Australia quando sono arrivati i galeotti nel '700 hanno portato con i galeoni un sacco di topi. Sono diventati pieni di topi e allora hanno portato i gatti. Adesso c'è il problema che ci sono troppi gatti. Quindi adesso servono i cani. Dopo i cani non so cosa arriverà. Sì i gatti la sanno lunga: sono animali magici da sempre. Anche nella cultura medievale hanno un ruolo magico, alchemico, mistico. Io ci parlo con i gatti. Anche in questo film Sox risolve delle situazioni molto difficili. È un personaggio piccolo e indispensabile.