La politica parla un proprio linguaggio. È il linguaggio della manipolazione, dell'ambizione al potere, dell'incantesimo elettorale. Ma quando questo linguaggio tenta di superare i propri confini, infiltrandosi nel mondo del cinema, il rischio di risultare ancor più sibillino e incomprensibile è un dato di fatto. Sebbene sia quello politico, che cinematografico, siano entrambi universi che giocano sul fattore inconscio dei propri destinatari, quando uniti tutti e due hanno bisogno di mani sapienti affinché l'ibrido che nasce da questa unione vanti quella portata capace di sconvolgere e mantenere viva l'attenzione dello spettatore circa la storia narrata.
Come spiegheremo nella nostra recensione de La promessa - Il prezzo del potere, questo gioco di forze tra due universi pronti a congiungersi e collidere viene a mancare nel film diretto da Thomas Kruithof. Un susseguirsi di promesse disattese quello incanalato nell'intreccio del lungometraggio presentato alla Mostra del cinema di Venezia anno 2021 nella sezione Orizzonte; un incastro visivo-narrativo in cui a nulla può una performance come quella di Isabelle Huppert, pedina isolata in un gioco fondato su elucubrazioni senza intrattenimento ma tanti, innumerevoli dubbi.
LES PROMESSES: LA SINOSSI
Perde l'acqua in un appartamento degradato di un'imprecisata città vicino Parigi. Una zona amministrata dalla sindaca Clémence (Isabelle Huppert) in procinto di completare quello che dovrebbe essere l'ultimo mandato della sua carriera politica. Insieme al suo fedele braccio destro Yazid (Reda Kateb, solito fuoriclasse), ha combattuto a lungo contro la povertà, la disoccupazione e i padroni di casa privi di scrupoli. Tuttavia, quando a Clémence viene offerta la carica di ministro, la sua ambizione prende il sopravvento, mentre la devozione e l'impegno per i suoi cittadini iniziano a vacillare. La sua integrità politica e le promesse elettorali sopravvivranno a queste nuove aspirazioni?
LES PROMESSES: SCENE DI PROMESSE DISATTESE
Un rettilineo in pianura, senza salite o discese. Un elettrocardiogramma piatto, privo di colpi di redini, o risvegli improvvisi. Il grande cruccio de Les promesses è quello di non osare, di vivere in attesa, in perenne potenza, senza tramutarsi in qualcosa di concreto. Una promessa disattesa, non dissimile da quella che ha dato il là agli eventi, che non giunge mai a un punto di svolta, o un climax tale da coinvolgere lo spettatore tenendolo con il fiato sospeso. Potremmo anche non comprendere appieno le fila intessute dai protagonisti ai danni dei propri cittadini, ma dinnanzi a una buona sceneggiatura il fattore tensione avrebbe comunque potuto farsi largo tra parole, tradimenti e promesse. Vediamo muoversi sullo schermo i personaggi come ombre, figure da osservare senza ritrovare uno spiraglio in cui immergersi e lì immedesimarsi, senza provare né astio, ne compassione, solo indifferenza. La scelta registica di giocare su riprese ad ampio respiro, capaci di coinvolgere e unire i fautori della disfatta dei centri di residenza, e gli abitanti di appartamenti in decadimento, non giova all'innesco del principio basilare del processo di partecipazione affettiva dal punto di vista spettatoriale. I primi piani, le inquadrature più ristrette sarebbero state piuttosto le chiavi di volta di un'indagine empatica che non inizia mai, ma rimane sospesa in perenna attesa, come le promesse che non vengono mantenute.
IL POTERE DI ISABELLE HUPPERT
Se La promessa - Il prezzo del potere può vantare un punto di forza, un'ancora di salvezza che tenga a galla una nave pronta a inabissarsi in un mare di calma piatta, questo è da ritrovarsi nella performance di Isabelle Huppert. Sguardo di ghiaccio, occhi imperscrutabili, nella sua interpretazione enigmatica si ritrova tutta la potenza di una. Donna che sa nascondere l'ambizione dietro false verità, quella della Huppert è una performance giocata in sottrazione; toglie per donare in termini di emozioni ai propri spettatori. Basta una semplice inquadratura per cadere vittime dello sguardo abbacinato di questa attrice. Ma se gli occhi comunicano, la bocca non riesce a stregare. Ci svegliamo presto dall'incantesimo messo a punto da questa attrice, perché non sostenuto da concetti ed eventi che tengano desta l'attenzione dello spettatore, perso tra concetti astrusi, chiamate a ministri, e collai di stato nel corso della campagna elettorale.
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LA POLITICA DEL POTERE
È la luce che insegue il buio dell'uomo; la giustizia che combatte contro il pregiudizio e il potere, Les Promesses. Una metafora ben sottolineata dalla messinscena del balletto a cui assiste Clemence a teatro, ma dietro a questi nobili intenti cosa rimane tra le mani dello spettatore è un pugno di mosche. Si segue a fatica, il film di Kruithof le parole che sostengono la sua struttura sono incorporee, cadono nel vuoto senza trovare un appiglio nella mente dello spettatore. Una mancanza pesante, questa, soprattutto alla luce di un film che si pone l'obiettivo di lasciare una propria impronta in una rappresentazione quanto più verosimile possibile di un macchiato di ambizione, egocentrismo e corruzione. La politica del potere, ombrosa, fredda, come la fotografia che ammanta l'intera opera ed è una mano aperta e allungata che tiene a debita distanza sociale il proprio pubblico. Un discorso sospirato, difficilmente comprensibile, che rende ancor più inaccessibile questo mondo di ascese personali e lotte democratiche. Parlano i personaggi, parlano, in un gioco allo sfinimento vestito di politica. Poteva essere una buona denuncia sociale La promessa - Il prezzo del potere. Il tutto si è rivelato nient'altro che un'ennesima promessa inascoltata.
Conclusioni
Come abbiamo tentato di sottolineare in questa nostra recensione di Les Promesses, il cruccio di questo film è il non aver dato forma attraverso una sceneggiatura forte la tensione scaturibile da una mancanza di empatia a favore di un'ambizione personale. Peccato.
Perché ci piace
- isabelle Huppert, ll talento è una promessa mantenuta.
Cosa non va
- Una sceneggiatura piatta.
- Mancanza di climax.
- Mancanza di immedesimazione spettatoriale.